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Terza notte di guerra in Ucraina che ha visto le forze di Kiev resistere strenuamente agli attacchi russi in città, con il presidente Zelensky personalmente alla guida della resistenza che ha respinto l’ipotesi di una fuga negli Stati Uniti chiedendo invece ‘munizioni’ per respingere il nemico, ai vari membri della Nato e Ue.

All’Onu, intanto, la Russia ha posto il veto sulla bozza di risoluzione che chiedeva il ritiro delle truppe: 11 i voti a favore e tre astensioni tra cui quella della Cina, che ha attivato il piano di evacuazione dei suoi connazionali esortando ancora oggi al dialogo tra Mosca e Kiev.

Si fa strada sempre più l’ipotesi di una esclusione della Russia dal sistema Swift, S&P taglia i rating di entrambi i contendenti.

Oltre 100 mila gli ucraini in fuga dalla guerra, in migliaia espatriati verso Polonia, Ungheria, Slovacchia, Moldavia e Romania. Altri proveranno a raggiungere i propri cari in altri Stati limitrofi.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi “ha telefonato oggi al ucraino Volodimir Zelensky, per esprimere a lui e a tutto il popolo ucraino la massima solidarietà e vicinanza dell’Italia di fronte all’attacco della Federazione Russa.

Il Presidente Zelensky ha confermato il chiarimento totale del malinteso di comunicazioni avvenuto ieri e ha ringraziato il Premier Draghi per il suo sostegno e per la forte vicinanza e amicizia tra i due popoli.

Stasera a Kiev alle 17 e fino alle 8 di domani mattina, ci sarà ancora un altro attacco. Mosca avverte anche i civili.

Il presidente ucraino che guida la resistenza e che non lascia mai sola la sua terra e città, come tutti gli altri ministri del governo, mostrandosi anche in un video diffuso sui social, dichiara: “Le città chiave sono controllate dal nostro esercito. I russi hanno perso 3.500 soldati”.

Mosca invece fa sapere da parte sua: “Abbiamo preso Melitopol”. Nave russa fermata anche nella Manica. Ankara si offre come sede dei negoziati.

ph crediti ilcorriere.it