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Un bambino di 5 anni, caduto martedì scorso nel pomeriggio, in un pozzo nelle vicinanze di Chefchauen, a nord del Marocco è ancora intrappolato sotto terra.

Si cerca da tantissime ore di trarlo in salvo.

Il papà del bambino ha raccontato alle forze dell’ordine e ai soccorsi, che mentre lo teneva d’occhio all’improvviso è sparito, ed è caduto lì sotto. Inghiottito dal pozzo che il papà contadino aveva coperto con plastica e legna.

Un volo di ben 60 metri di profondità in un pozzo che ha pareti strettissime di circa venti centimetri che in qualche modo hanno però attudito lo schianto.

Il villaggio si è mobilitato tutto per poterlo salvare.

Una storia che ricorda tanto quella italiana del nostro piccolo Alfredino Rampi, a Vermicino, sempre di 5 anni, avvenuta a giugno dell’81, quando sul posto oltre ai soccorsi e alle forze dell’ordine, si recò, anche il presidente della repubblica Sandro Pertini, per poter conforto ai genitori, ai soccorritori e agli italiani.

Ma per lui non ci fu nulla da fare.

“Le operazioni di perforazione sono eseguite con cautela per evitare ogni possibilità di crollo”. Ha detto il funzionario coinvolto nelle operazioni di soccorso e salvataggio.

Un’intera montagna è stata sbancata stanotte, con l’arrivo del sesto bulldozer. Un cratere di 30 metri, parallelo al pozzo, è stato aperto, per poter raggiungere il bambino. Cercando di poter anche creare un corridoio di 3 metri.

Tante le ore per il bambino al freddo e senza cibo.

Ai microfoni di una emittente locale il responsabile del comitato di soccorso ha detto che il piccolo ha chiesto di bere dell’acqua, alle 3 di questa mattina. Quando una piccola telecamera è stata introdotta nel pozzo per cercare di raggiungerlo, scoprendolo sveglio e cosciente, dopo quasi 40 ore di calvario: “Ryan parla e risponde alle domande”.

Dall’alba i soccorritori stanno cercando con gli escavatori di bucare la roccia circostante.

Ieri ci sono stati anche degli smottamenti, che hanno fatto temere il peggio.

ph crditi leggo.it