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Il 18% degli italiani ha chiesto un prestito per fare i regali

Secondo l’università popolare di Milano più di dieci milioni di italiani, pari al 18% del totale, hanno chiesto prestiti dai mille ai tremila euro al fine di fare regali a persone care o completare i propri acquisti natalizi tra addobbi e cibi per i vari pranzi e cene delle festività.

Ne ha parlato “Mattino Cinque News” in un servizio ad hoc, sottolineando che, in base ai dati raccolti da Coldiretti, gli italiani hanno speso più di sette miliardi di euro: 106 a famiglia e 177 a persona.

Ma a causa dei rincari, anche energetici, perdita del posto di lavoro, aumento dei prezzi (a novembre, secondo l’Istat, l’incremento rispetto al mese precedente del 2,6%, nel solo settore industriale) ha avuto difficoltà ad acquistare anche sotto Natale.

La Bce si dice pronta ad alzare i tassi di interese

“Nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo sarà opportuna un’ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse”.

A dirlo è la Banca centrale europea nel Bollettino economico, spiegando che la decisione di alzare di mezzo punto a luglio, che ha anticipato l’uscita dai tassi negativi, “consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta” e sulla base dei dati economici.

L’inflazione elevata, le strozzature all’offerta e l’incertezza “stanno gettando più di un’ombra sulle prospettive per la seconda metà del 2022 e oltre”, scrive la Bce nel Bollettino economico, notando che “l’aggressione ingiustificata della Russia verso l’Ucraina rappresenta un persistente freno alla crescita” e “l’impatto dell’elevata inflazione sul potere d’acquisto, i perduranti vincoli dal lato dell’offerta e la maggiore incertezza esercitano un effetto frenante sull’economia”.

Le imprese – scrive la Bce – continuano a fronteggiare costi più elevati e interruzioni nelle catene di approvvigionamento, sebbene vi siano timidi segnali di un allentamento di alcune strozzature dal lato dell’offerta.

“L’attività economica nell’area dell’euro sta rallentando” e la guerra in Ucraina “rappresenta un persistente freno alla crescita”. Tuttavia con la riapertura dell’economia e la ripresa dei viaggi, “il turismo dovrebbe favorire l’economia nel terzo trimestre di quest’anno”. Secondo la Bce “il protrarsi della guerra in Ucraina continua a rappresentare una fonte di significativi rischi al ribasso per la crescita”, specie se le forniture di energia dalla Russia dovessero condurre a razionamenti per famiglie e imprese.

“Negli ultimi giorni del periodo di riferimento (9-20 luglio, ndr) i differenziali di rendimento dei titoli di Stato dell’area dell’euro sono tornati su livelli più elevati, con l’evolversi della crisi politica in Italia”. In una situazione di maggior volatilità, anche lo spread dell’Italia “è diminuito complessivamente di 8 punti base, ma la sua volatilità è aumentata verso la fine del periodo in esame, di riflesso alla crisi politica in atto nel Paese”.

La flessibilità nel reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, Pepp) rimane “in ogni caso” la “prima linea di difesa al fine di contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione connessi alla pandemia”.La Bce descrive il Tpi, lo scudo anti-spread approvato a luglio, come “un ulteriore strumento a disposizione del Consiglio direttivo, attivabile per contrastare ingiustificate e disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro”.

ph crediti rainews

Cgia, si rischia boom di fallimenti dall’autunno

Dal prossimo autunno si potrebbe tornare in misura preoccupante al fallimento di numerose imprese.

A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Ciò potrebbe verificarsi, per conseguenze legate al covid, o ad un ritorno anche della pandemia…

Ad esiti della catastrofe sanzioni legate alla guerra in Ucraina, il caro energia e benzina.

Un’impennata dell’inflazione, impossibilità di poter cedere i propri crediti acquisiti con il superbonus 110%, che ammontano a circa 4 miliardi di euro e ai mancati pagamenti della Pa nei confronti dei propri fornitori, che secondo l’Eurostat sono almeno 55,6 miliardi di euro.

Bitcoin: scende sotto i 20 mila dollari

Scende sotto i 20.000 dollari, per la prima volta dal 2020, il bitcoin. facendo registrare un calo del 6% fino a 19.377 dollari sulla piazza di Hong Kong, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg.

“I crescenti timori di recessione stanno paralizzando l’appetito per gli asset rischiosi e questo ha fatto sì che i trader di criptovalute rimangano cauti sull’acquisto di Bitcoin a questi minimi”, ha affermato Edoardo Moia, analista di mercato senior di Oanda, in una nota del 16 giugno.

L’aumento dei tassi ha inciso sugli asset più rischiosi come ad esempio le criptovalute, contribuendo a una caduta di circa il 70% in Bitcoin dal suo massimo storico di novembre scorso.

Visco, una guerra lunga porterà due punti in meno del pil, nel biennio

“La guerra ha radicalmente accentuato l’incertezza.

L’attività produttiva si è indebolita nel primo trimestre, dovrebbe rafforzarsi moderatamente in quello in corso.

In aprile valutavamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo”. Queste le parole di Ignazio Visco nelle Considerazioni finali. “Le stime più recenti delle maggiori organizzazioni internazionali sono simili. Non si possono però escludere sviluppi più avversi. Se la guerra dovesse sfociare in interruzione delle forniture di gas russo, il pil potrebbe ridursi nella media del biennio”.

“La cooperazione internazionale non deve cedere il passo. La necessaria riflessione sul governo della globalizzazione non deve venire offuscata dalla sfiducia e dalle tensioni che derivano dal conflitto in atto; va invece coltivata con il massimo impegno, mantenendo aperto il dialogo, la speranza che la guerra, per la quale esprimiamo netta e totale condanna, cessi al più presto”. Il governatore della Banca d’Italia cita anche Luigi Einaudi e aggiunge di più che le “frontiere aperte sono artefici di prosperità, perché: “Libertà di scambi economici internazionali vuol dire pace”.

Per Visco inoltre una conseguenza della divisione si avrebbe anche sulle sfide globali, dal clima alla lotta alla povertà e ai contrasto alle pandemie.

Visco ammonisce ad evitare “una vana rincorsa fra prezzi e salari” di fronte all’aumento dell’inflazione. Per Visco invece di una generale crescita delle retribuzioni agganciandole ai prezzi di alcuni beni, sarebbe meglio intervenire con “interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche” per contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere il reddito delle famiglie. Al momento, nota Visco, segnali di “trasmissione delle pressioni dai prezzi alle retribuzioni” non si sono finora registrati.

ph crediti milanofinanza.it

Fiducia dei consumatori nell’Ue, ai minimi le attese delle famiglie

Cala a marzo l’indice del sentimento economico (Esi) nell’area euro (-5,4 punti a 108,5) e nell’Ue (-5,3 punti a 107,5), principalmente a causa del crollo della fiducia dei consumatori (-9,4), con le valutazioni delle famiglie sulla propria situazione finanziaria futura che nell’Ue scendono ai minimi storici.

A rilevarlo è la Commissione europea. Tra le maggiori economie europee, l’Esi cala con decisione in Francia (-7,1), Spagna (-6,5) e Germania (-4,3) e in maniera meno significativa in Polonia (-3) e in Italia (-2,6). In lieve recupero nei Paesi Bassi (+0,5).

ph crediti uominiedonnedellacomunicazione.it

Crollo nascite per il Covid: 12.500 bimbi in meno nel 2021

Nei primi nove mesi dell’anno 2021, sono stati 12.500 i nati in meno rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è l’Istat.

Cresce in maniera esponenziale in Italia il fenomeno delle culle vuote.

La pandemia, con le incertezze per salute, lavoro e finanze hanno fatto venire la paura di fare figli e investire nel futuro. Come anche sposarsi e mettere su famiglia.

A gennaio 2021, ad esempio, si è verificato il maggior calo di nascite di sempre: -13,6%. Secondo il presidente dell’Istituto Gian Carlo Blangiardo, entro fine anno gli abitanti del Paese scenderanno sotto i 59 milioni e «a metà del secolo in corso i morti saranno più del doppio dei nati».

Superbonus esteso al Turismo

Il Superbonus si estende anche al settore turistico, all’80%, anche se le procedure per accedervi saranno semplificate. Lo ha annunciato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, nel corso di “Estate 2021”, evento che inaugura l’apertura della stagione turistica italiana, in corso di svolgimento a Tremezzo, sul Lago di Como.

“Stiamo predisponendo un decreto che va nella direzione di uno sgravio dell’80%, ma con regole semplicissime, in modo che invece di fare una pigna di carte basta un foglio solo” ha spiegato il ministro Garavaglia. Il decreto, sarà “presto pronto”. “Le risorse ci sono e sono importanti – ha aggiunto ancora il ministro – . Noi abbiamo nel Recovery, e quindi già approvato dall’Europa, un fondo dedicato alla ristrutturazione delle strutture ricettive di ogni tipo che vale 1,8 miliardi e che con l’effetto leva può arrivare a oltre 3 miliardi di euro”. Si tratta di iniziative che prevedono, tra gli altri, credito di imposta, tax credit e sussidi diretti. “Quello che si vuole fare è un decreto che riprende il concetto del 110%, ma lo estende quindi non solo ad iniziative che riguardano l’efficientamento energetico, ma anche a qualcos’altro. Per esempio se qualcuno deve rifare gli arredi va bene anche per quello, e poi anche estendere le categorie dell’efficienza energetica, ad esempio comprenderemo anche l’illuminazione”. “Soprattutto ci si vuole concentrare non solo sull’estensione delle categorie di beneficio per gli operatori – ha concluso -, ma anche e soprattutto sulla semplificazione e quindi su uno strumento molto più snello e facile da utilizzare. Sarà un bonus 110% con le regole del 65%”.

Covid, Istat: in un anno, 945mila posti di lavoro in meno

L’Istat rivela che a febbraio gli occupati erano 22.197.000, ovvero 945.000 in meno rispetto a febbraio 2020. Spiegando anche, che rispetto a gennaio si è registrata una sostanziale stabilirà (+6.000).

  • A febbraio gli occupati erano 22.197.000, 945.000 in meno rispetto a febbraio 2020.

“Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione , registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 – si legge – hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1% pari a -945.000 unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590.000) e autonomi (-355.000) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali toccando quota 56,5%.

Il tasso di disoccupazione a febbraio diminuisce di 0,1 punti rispetto a gennaio e aumenta di 0,5 punti su febbraio 2020.

L’Istat spiega che nel mese è al 10,2%. Il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni è al 37%, stabile su gennaio e in crescita di 2,1 punti rispetto a febbraio, prima dell’inizio delle restrizioni legate alla pandemia. I disoccupati a febbraio sono 2.518.000 in aumento di 21.000 unità rispetto a febbraio 2020 (-9.000 su gennaio 2021) mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono 14.084.000 in aumento di 717.000 su un anno prima.

Il tasso di disoccupazione dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni a febbraio era del 31,6%, registrando un calo di 1,2 punti su gennaio e un aumento di 2,6 punti su febbraio 2020 prima dell’inizio delle restrizioni alle attività per prevenire il contagio da Covid-19.

Aumenta la povertà assoluta, nel 2020 sono 335mila le famiglie in più

Nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni (il 7,7% del totale, da 6,4% del 2019, +335mila) per un numero complessivo di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4% da 7,7%, ossia oltre 1milione in più rispetto all’anno precedente). A dirlo sono i dati preliminari Istat contenuti in Statistica today, in cui viene sottolineato che i dati sono i peggiori a partire dall’anno 2005.

Nell’anno della pandemia si azzerano così i miglioramenti registrati nel 2019. Dopo 4 anni consecutivi di aumento, si erano infatti ridotti in misura significativa il numero e la quota di famiglie (e di individui) in povertà assoluta, pur rimanendo su valori molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008.

L’aumento della povertà assoluta si inquadra, pertanto, nel contesto di un calo record della spesa per consumi delle famiglie (su cui si basa anche l’indicatore di povertà). Secondo le stime infatti, nel 2020 la spesa media mensile torna ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Rimangono stabili le spese alimentari e quelle per l’abitazione mentre diminuiscono drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,2%).