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Israele, il bilancio è di circa 400 morti, 2000 feriti e 750 ostaggi. Il Papa “Basta scontri, la guerra è sempre una sconfitta”

Il bilancio dei morti in Israele dopo l’attacco avvenuto ieri a Gaza è salito a circa 600 persone.

Israele prepara la controffensiva. E una colonna di carri armati è diretta verso il confine sud, mentre il premier Netanyahu è riunito con ministri e capi militari. Il bilancio dopo 24 ore di guerra è di 400 israeliani morti, i feriti 2048, di cui 20 in condizioni critiche e 330 gravi. Risultano ancora ‘dispersi’ 750 persone (forse fatte ostaggio nei Territori circostanti), mentre sul fronte palestinese i morti sarebbero 313 e i feriti 1.990. L’Esercito di Israele fa sapere di aver condotto 500 attacchi su Gaza e di aver ucciso 400 miliziani.

Intanto continuano a girare in rete i video brutali, di attacchi di commando e uccisioni a civili istraeliani.

Incominciano ad apparire anche le prima fotografie di parenti che cercano i loro cari. E non hanno più notizie da ieri.

Il Papa nell’Angelus di questa mattina ha detto: “Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente provocando centinaia di morti e feriti”, ha detto in Santo padre questa mattina da piazza San Pietro a Roma.

“Gli attacchi di armi si fermino, per favore – ha aggiunto ancora Francesco -, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano ad alcuna soluzione, ma solo alla morte di tanti innocenti”. “La guerra è una sconfitta, è sempre una sconfitta – ha sottolineato ancora il Pontefice -.Preghiamo perché ci sia la pace in Israele e in Palestina”.

Fiducia dei consumatori nell’Ue, ai minimi le attese delle famiglie

Cala a marzo l’indice del sentimento economico (Esi) nell’area euro (-5,4 punti a 108,5) e nell’Ue (-5,3 punti a 107,5), principalmente a causa del crollo della fiducia dei consumatori (-9,4), con le valutazioni delle famiglie sulla propria situazione finanziaria futura che nell’Ue scendono ai minimi storici.

A rilevarlo è la Commissione europea. Tra le maggiori economie europee, l’Esi cala con decisione in Francia (-7,1), Spagna (-6,5) e Germania (-4,3) e in maniera meno significativa in Polonia (-3) e in Italia (-2,6). In lieve recupero nei Paesi Bassi (+0,5).

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Spesa militare al 2%: Conte fa dietrofront

“Il M5S non pensa assolutamente in questo momento alla crisi di governo. Però siamo la forza di maggioranza relativa: se si tratta adesso di discutere un nuovo indirizzo, che non era nel patto fondativo di questo governo, faremo valere la nostra presenza e la forza delle nostre ragioni”. Così Giuseppe Conte a In Mezz’ora in Più esprimendosi in particolare sul tema delle spese militari.

Se “il governo forza, è il governo che mette in fibrillazione, non il M5S. Noi non vogliamo la crisi”, sottolinea Conte che spiega che nei prossimi giorni vedrà il premier Mario Draghi. “Spero in una prospettiva di buon senso”.

Sulla guerra in Ucraina, Conte osserva: “Per l’Italia c’è spazio per recitare in ruolo importante. Bene che Draghi possa sentire Putin nei prossimi giorni, come ha detto. Quando c’è un conflitto del genere bisogna mantenere la massima concentrazione per la de-escalation, perché tutti gli interventi, pur nella ferma condanna, siano orientati verso la soluzione politica che deve restare l’obiettivo dell’Italia. Qualsiasi iniziativa al di fuori di questa prospettiva, contrasta con il nostro interesse nazionale”.

Premier Mario Draghi: “Parole del Papa sulle armi? Esprimo gratitudine, noi vogliamo la pace”

“Ho visto le parole del Santo padre, a cui vorrei esprimere la mia personale gratitudine e del governo.

Vorrei ribadire che noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando, veramente, gli altri leader europei, francesi e tedeschi in particolare, la stanno cercando.

Hanno avuto, e avrò anche io, colloqui con Putin. Questa è la prima importante cosa da tenere a mente. Non siamo in guerra perché si segue un destino bellico. Si vuole la pace innanzitutto”. Così il premier, Mario Draghi, alla conclusione del Consiglio europeo a Bruxelles e dopo aver sentito le parole di preghiera del Santo Padre a Roma in collegamento con tutte le chiese del mondo, per la Consacrazione al cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina. Dell’Umanità intera.

Il premier ha poi anche sottolineato che “Il modo migliore per dimostrare di volere la pace è cessare le ostilità e sedersi al tavolo, altrimenti vuol dire che si spera di guadagnare terreno. A un certo punto sicuramente verrà un tavolo di pace. Ma speriamo che arrivi prima della distruzione totale dell’Ucraina. Prima che avvenga quello che purtroppo è avvenuto con l’Unione Sovietica quando invase Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia”. Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, manda un messaggio chiaro, fermo, anche alla sua maggioranza, rispondendo alle domande di un cronista che ne sottolinea le fibrillazioni, a cominciare dalla partita delle spese militari al 2% del Pil.

G7: ‘Dure conseguenze se Russia usa armi chimiche-nucleari’

I Paesi del G7 si apprestano a mettere in guardia il presidente russo Vladimir Putin sull’uso di armi chimiche o nucleari in Ucraina.

Questo quanto riporta la bozza finale del comunicato emesso dopo l’incontro odierno, riportata dall’agenzia Bloomberg.

I leader dei sette paesi si impegnano a continuare a imporre “severe conseguenze” sulla Russia con l’attuazione delle sanzioni già decise, e sono pronti ad adottare ulteriori misure. Il premier britannico Johnson: “Più dure sono le sanzioni, più potremo aiutare gli ucraini e meno questa crisi durerà”.

“Siamo davanti alla più grave crisi per un’intera generazione”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al suo arrivo al quartier generale dell’Alleanza dove oggi si terrà il vertice straordinario dei leader dei 30 Paesi membri.

La Cina accusa il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg di “diffondere disinformazione” affermando che la Cina ha sostenuto la guerra della Russia contro l’Ucraina, nel mezzo della crescente pressione internazionale perché Pechino prenda le distanze da Mosca. Il portavoce del ministero degli Esteri di Wang Wenbin, nel briefing quotidiano, ha replicato che “accusare la Cina di diffondere false informazioni sull’Ucraina è di per sé diffondere disinformazione. La posizione della Cina è coerente coi desideri della maggior parte dei Paesi e qualsiasi accusa e sospetto ingiustificato contro la Cina sarà sconfitto”. “Abbiamo sempre sostenuto che l’Ucraina dovrebbe diventare un ponte tra Oriente e Occidente, piuttosto che essere in prima linea in una partita tra grandi potenze”, ha aggiunto Wang. La Cina ha rifiutato finora di condannare la Russia per la sanguinosa invasione a danno dell’Ucraina e ha inviato con ritardo rispetto a molti altri Paesi aiuti umanitari a favore di Kiev. Stoltenberg, tra le varie accuse, ha aggiunto che “la Cina ha fornito alla Russia supporto politico, anche diffondendo palesi bugie e disinformazione, e gli alleati sono preoccupati che possa fornire supporto e materiale per l’invasione russa”, in vista del vertice d’urgenza della Nato a Bruxelles con la partecipazione del presidente Usa Joe Biden.

Viminale, 60mila profughi dall’inizio della guerra

Sono 59.589 i profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra: secondo i dati ufficiali raccolti dal nostro Viminale, aggiornati ad oggi 21 marzo 2022, 30.499 sono donne, 23.877 minori e 5.213 uomini.

Nelle ultime 48 ore hanno passato il confine italiano poco meno di 4mila profughi.

C’è da dire anche che molti arrivano con auto private, bus organizzati, o parenti che li vanno a prendere, in quanto già presenti loro in Italia.

Altri, soprattutto uomini, arriveranno, non appena il conflitto sarà terminato.

Si stima che l’Italia dovrebbe accogliere circa 800.000 profughi.

Non mancano però, anche gli approdi, di persone che arrivano dalle coste libiche. Che non scappano da nessuna guerra. Ma sono migranti economici.

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Guerra colpisce il grano, aumentano pane e pasta

La guerra in Ucraina porta con sé ricadute pesanti anche sull’alimentazione e le tasche degli italiani.

Ad esempio il balzo dei prezzi sui mercati mondiali delle materie prime alimentari ha riguardato soprattutto grano e pasta.

La quotazione della pasta – fanno notare da Assoutenti – che già a gennaio ha subito un rincaro del 12,5%, e che potrebbe arrivare a costare anche il 30% in più rispetto all’anno scorso.

Per quanto riguarda invece il prezzo del pane, c’è da rilevare invece che questo è cresciuto invece del 3,7% lo scorso mese di febbraio, e che potrebbe anche subire un aumento del 10% in più.

Gli analisti tuttavia, anche tenendo conto del costo di energia e gas alle stelle e dell’inflazione, ritengono che l’aumento di due beni di consumo primari per gli italiani come pane e pasta possano gonfiarsi ulteriormente, fino ad arrivare poi a un 50% in più.

Gaza: Onu chiede fine immediata delle ostilità

Sono oltre 2mila i razzi partiti dall’enclave dall’inizio delle ostilità: si parla di 7 vittime israeliane. Dall’altra parte continuano i raid dell’Esercito israeliano, che hanno colpito oltre 150 “obiettivi sotterranei” nel nord della Striscia. Oltre 120 i palestinesi uccisi e oltre 900 quelli rimasti feriti. Scontri anche in Cisgiordania

L’appello del segretario generale dell’OnuAntonio Guterres, a tutte le parti affinché “cessino immediatamente le ostilità“. I combattimenti in corso “hanno il potenziale per causare una crisi umanitaria e di sicurezza incontenibile, e di stimolare ulteriormente l’estremismo, non solo nei Territori palestinesi occupati e in Israele ma in tutta la regione”, si legge nel comunicato del portavoce di Guterres, Stephane Dujarric. Le parti, continua la nota, ancora “devono permettere che si intensifichino gli sforzi di mediazione per porre fine immediatamente al conflitto”. “L’Onu – sottolinea ancora Guterres- è attivamente coinvolta in tali sforzi, che sono anche cruciali per consegnare gli aiuti umanitari necessari alla popolazione colpita a Gaza”. Solo una soluzione politica sostenibile condurrà a una pace duratura, ha aggiunto infine Guterres, ribadendo il suo impegno, “anche tramite il Quartetto per il Medio Oriente, a sostenere i palestinesi e gli israeliani nella risoluzione del conflitto, sulla base del diritto internazionale e delle risoluzioni Onu”. Vale a dire: Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione europea e Russia.