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Una proposta di legge è stata depositata in Senato dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, prima firmataria Lavinia Mennunni. Il provvedimento stabilisce che è vietato “impedire iniziative promosse da genitori, studenti o da competenti organi scolastici per proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana” come il “presepe, recite e altre manifestazioni”. Per i trasgressori scatterà “un procedimento disciplinare secondo le norme”. Ma per i presidi è un’iniziativa “fuori luogo” e “provocatoria”.

Lo scorso 11 dicembre Fdi ha presentato la proposta di legge per salvaguardare, anche in classe, la tradizionale festa del Santo Natale che vieta agli istituti di istruzione pubblici “di impedire iniziative volte a proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana, come l’allestimento del presepe, le recite e altre manifestazioni ad essi collegate”, si legge all’art. 2 del ddl, nelle cui premesse si spiega: “Alla garanzia costituzionale di libertà di religione e di culto non corrispondono né la facoltà, né tantomeno il dovere di ricusazione dei simboli religiosi, storici e culturali, i quali sono espressione valoriale della tradizione identitaria del popolo italiano – si legge ancora nel testo – Consentire la trasformazione delle Sacre festività cristiane in altra anonima tipologia di celebrazione costituirebbe una discriminazione nei confronti degli alunni e delle rispettive famiglie praticanti la religione maggioritaria oltre che un attentato ai valori e alla tradizione più profonda del nostro popolo. L’allestimento del presepe, al pari della preparazione di recite e celebrazioni, non integra alcuna azione d’indottrinamento né, tantomeno, di proselitismo da parte dello Stato italiano e, certo, non determina alcuna discriminazione degli alunni – e delle rispettive famiglie – che osservano altre religioni”.

“Bisogna certamente tener presente la tradizioni del Paese ma imporle per legge è fuori luogo. Ci sarà comunque modo, nel dibattito parlamentare, di valutare bene il da fare”. Le parole di Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione presidi (Anp), e a seguire di Veronica Migani che dirige il Cesare Pesenti a Bergamo, istituto professionale dove sono presenti 40 etnie di studenti. “Questo ddl mi sembra una provocazione, non c’è un ambiente ostile nelle scuole, e la nostra è una scuola multietnica; esponiamo i nostri simboli senza aver mai ricevuto alcuna obiezione e rispettiamo il Ramadan di alcuni allievi”.

Levata di scudi anche da parte di FC e CGIL. “Tutti si devono ricordare che viviamo in un Paese laico, la scuola è laica. Operazioni come questa che interferiscono tra l’altro con l’autonomia delle scuole, non sono accettabili. Sosterremo in tutti i modi il principio dell’autonomia scolastica e della laicità della scuola pubblica. Si rileggano la Costituzione”. Le parole di Gianna Fracassi, segretario generale Flc Cgil.

D’altra parte mi semba giusto poter tutelare il proprio credo, e usanze e tradizioni della fede cattolica e cristiana.