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Il corpo senza vita trovato nell’Adige a Trento è di Peter Neumair. Lo conferma l’avvocato Carlo Bertracchi, legale di Madè Neumair, sorella di Benno. L’identificazione sarebbe avvenuta tramite alcuni effetti personali trovati sul corpo, in particolare l’orologio. La conferma definitiva potrà arrivare solo dopo l’esame del dna che la Procura di Bolzano intende disporre nelle prossime ore.

L’uomo, di 63 anni, era scomparso lo scorso 4 gennaio assieme alla moglie Laura Perselli, di 68 anni. Pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere della donna, avvenuto il il 6 febbraio, il figlio della coppia, Benno, aveva confessato di aver ucciso entrambi i genitori e gettato i loro cadaveri nel fiume Adige dal ponte di Vadena.

Le ricerche nel fiume erano riprese da alcuni giorni, su ordine della Procura, che aveva incaricato un reparto cinofilo, specializzato nelle ricerche in acqua, della Polizia di stato. Il gruppo di ricercatori era arrivato da La Spezia. Il corpo recuperato dall’Adige era in acqua da molto tempo. E’ in forte stato di decomposizione.

Benno, prima di venire indagato, si è proclamato innocente, raccontando agli inquirenti di aver trascorso in casa di un’amica parte della notte dell’ultimo giorno in cui i suoi genitori sono stati visti vivi. Qui, si è scoperto dopo, è arrivato in ritardo rispetto ai tempi necessari per coprire il tracciato fra via Castel Roncolo e l’abitazione della giovane. Ha poi chiesto all’amica di lavargli i vestiti che aveva con sé. Qualche giorno dopo il giovane è stato bloccato all’ingresso di un autolavaggio. Stava per pulire la Volvo V70 di famiglia, a bordo della quale è stata recuperata una bottiglia di acqua ossigenata. Questo e altri elementi hanno portato la procura a spiccare nei suoi confronti un decreto di fermo. Poi è arrivata anche la confessione.

Photo credits notizie.virgilio.it