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I tassi d’interesse, secondo il Consiglio direttivo della Bce, devono ancora “aumentare in misura significativa, a un ritmo costante, per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine”. In ogni caso, “anche in futuro le decisioni sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio secondo il quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.

Nel periodo tra settembre e metà dicembre 2022, “i tassi di interesse a più lungo termine sono cresciuti, nel complesso, solo lievemente” e “i differenziali sui titoli di Stato si sono ridotti”. Nel Bollettino economico la Bce si sofferma quindi sull’andamento di Italia e Grecia che pare smentire chi temeva un’impennata degli spread fra annunci di rialzi dei tassi e smantellamento del Qe. “I differenziali sui titoli di Stato italiani e greci a dieci anni – nota il documento – sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base”.