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Depositato dall’istituto di medicina di Foggia l’esito dell’autopsia sui pazienti deceduti misteriosamente nell’hospice di Torremaggiore nel Foggiano: gli esami effettuati hanno confermato la presenza – per 12 dei 15 pazienti – di tracce di Midazolam e Promazina nel sangue, pur non essendo, secondo l’accusa, medicinali prescritti nel piano terapeutico. Si tratterebbe di farmaci con principio attivo che agirebbe sul sistema nervoso per indurre i pazienti ad un rilassamento muscolare. Al centro dell’inchiesta un infermiere di 55 anni finito nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio volontario.

“Sebbene tali medicinali – spiegano gli inquirenti – siano comunemente utilizzati come sedazione terapeutica e per ridurre lo stato di sofferenza nei malati terminali, necessitano comunque di una prescrizione medica, totalmente assente sui quindici corpi disseppelliti”.

“Il mio assistito – dichiara il legale dell’infermiere, l’avvocato Luigi Marinelli – è stato fin dall’inizio dell’inchiesta tranquillo. Ha sempre sostenuto di aver eseguito ciò che veniva prescritto dai sanitari. Come mai è indagato soltanto lui se nella struttura era presente altro personale? L’infermiere attualmente lavora in una struttura sanitaria della provincia di Foggia dove è stato trasferito dopo l’indagine”.