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E’ morto all’età di 82, nella clinica Albert Einstein di San Paolo dove era ricoverato da fine novembre scorso, Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè.

Uno dei simboli del calcio mondiale e brasiliano.

Stava lottando da tempo contro un tumore al colon. Era stato operato, aveva avuto la diagnosi di metastasi diffusesi a fegato e polmoni, ma aveva comuque continuato a lottare, con tutte le sue forze. Si era sottoposto a cicli di chemioterapia e, sempre con spirito positivo, Pelè, aveva rassicurato la propria famiglia e chi gli voleva bene.

La figlia Kely da dato l’annuncio sui social con queste parole: “Tutto ciò che siamo è grazie a te, ti amiamo infinitamente Riposa in pace”. Tre cuori spezzati su Instagram per una foto in cui si vedono le mani dei figli intrecciate con quelle del campione. Sul profilo dell’ex numero 10 brasiliano l’ultimo post recita: “L’ispirazione e l’amore hanno segnato il viaggio del re Pelé, serenamente scomparso oggi. Amore, amore e amore, per sempre”.

Eletto Calciatore del Secolo, Pelè è considerato insieme a Diego Armando Maradona il più forte giocatore della storia moldiale del calcio. Quando il Pibe de oro se ne è andato due anni fa, Pelè disse sui social: ”Sicuramente un giorno, giocheremo a calcio insieme in cielo”.

Nel corso degli ultimi mondiali di calcio in Qatar sono stati tributati a Pelè diversi omaggi, proprio mentre era ricoverato in ospedale, da parte di calciatori e tifosi che hanno esibito striscioni e cartelli con auguri di pronta guarigione.

Non si può non ricordare poi la super rovesciata di Pelè, nel film del 1981 Fuga per la vittoria dove una partita di calcio tra tedeschi e inglesi in un campo di prigionia, si trasforma nella più grossa opportunità per la libertà.

foto crediti agi