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E’ stato convocato per stasera il Consiglio nazionale del M5S. All’ordine del giorno della riunione la discussione sulla linea politica da tenere in occasione della risoluzione di maggioranza in vista delle prossime comunicazioni del premier Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno prossimi e sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sulle decisioni prese dal Consiglio può essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento.

Giuseppe Conte, accusato dal ministro degli Esteri di “mettere a repentaglio la sicurezza del Paese”; dall’altra Luigi di Maio, che ora, secondo alcuni, rischierebbe la definitiva espulsione dal gruppo.

Il ministro degli Esteri, in una nota, ha spiegato: “La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici. Valori di democrazia, di libertà, di rispetto della persona e di difesa degli Stati. Tutti cerchiamo e vogliamo la pace. Intanto, però, Putin sta continuando a bombardare l’Ucraina, ignorando la richiesta della comunità internazionale di sedersi a un tavolo per i negoziati. Intanto l’esercito russo continua a uccidere civili innocenti e blocca i porti e l’export del grano, rischiando di causare una ulteriore guerra che, a sua volta, potrebbe generare l’aumento di nuovi flussi migratori incontrollati, anche verso il nostro Paese”. Il ministro sottolinea che: “Davanti a uno scenario del genere, i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue”.

Giuseppe Conte, leader del Movimento, vorrebbe invece da parte sua che fosse chiarito che l’obiettivo essenziale sia il cessate il fuoco, prima di tutto, e che un ulteriore invio di armi dovrebbe essere ratificato dal Parlamento.

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