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Il Ministro della Protezione Civile Nello Mesumeci ha dichiarato questa mattina a Tgcom24 che “Siamo e restiamo in una condizione di alta emergenza, non soltanto perché il pericolo è ancora incombente, per le persone, ma anche per il rischio frane. Quindi bisogna stare in allerta almeno per una settimana”.

“C’è una mobilitazione straordinaria in atto: 800 carabinieri, 800 vigili del fuoco, 250 volontari della Croce Rossa, 500 volontari della protezione civile, di cui 150 specializzati nella crisi acquatica, uomini e mezzi di aeronautica, esercito e marina. Il sistema ha funzionato. Un lavoro di squadra davvero degno di apprezzamento, ringrazio tutti”, ha sottolineato, il ministro.

E poi ha aggiunto ancora che “C’è una criticità sulla quale abbiamo puntato l’attenzione come sistema di protezione civile che riguarda la città di Ravenna e, sostanzialmente, la sua provincia. In particolare, si teme che possa esserci la tracimazione di alcuni fiumi, che potrebbero interessare il centro abitato con il versamento delle acque. Al comitato operativo stiamo valutando di rafforzare gli argini fratturati proprio per evitare che l’acqua possa raggiungere il centro abitato con disagi di una certa entità, ma senza sostanziali pericoli”.

Infine, ha concluso Mesumeci “Come governo siamo intervenuti già con un primo provvedimento di 10 milioni il 4 maggio scorso, martedì mattina avremo un Consiglio dei ministri e porterò la proposta di ulteriori 20 milioni. Sono somme che servono alla Regione e alle sue articolazioni per far fronte intanto alle prime spese e alla sistemazione provvisoria della gente che è stata costretta a lasciare la propria abitazione. Il grande progetto di post emergenza e ricostruzione richiederà centinaia e centinaia di milioni ma su quello non possiamo ancora pronunciarci perché ancora stiamo gestendo l’emergenza. Dobbiamo fare una valutazione dei danni e soprattutto guardare al futuro con una prospettiva diversa rispetto agli anni passati. Abbiamo capito che il mondo è cambiato, che occorre cambiare rotta. Il cambiamento climatico impone scelte e approcci diversi”.

foto crediti sicililopinione