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Continuano ad emergere particolari inquietanti sulla morte di Giulia Tramontano e il piccolino che portava in grembo, di soli 7 mesi.

Un taglio lungo, inferto all’altezza della gola recisa, con un coltello da parte del compagno Alessandro Impagnatiello che si sarebbe scaraventato con ferocia su di lei, colpendola alle spalle. Probabilmente mentre era nel soggiorno, al culmine di una lite.

Oltre ad averle dato altre pugnalate in diverse parti del corpo, e facendo credere agli inquirenti che se le fosse inferta da sola. Dopo aver scoperto il suo tradimento.

Poi ha tentato di bruciarne il corpo nella vasca da bagno della loro abitazione, in Via Novella a Senago.

E’ questa l’ipotesi che emergerebbe, dagli elementi, e accertamenti raccolti ieri dagli inquirenti, carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Rho e della Procura milanese, sul luogo del delitto.

Sangue in più punti della casa, e poi macchia di trascinamento del corpo nel salotto.

Macchie visibili solo con il luminol.
Mentre sulle pareti, facilmente individuabili.

E poi, il veleno per i topi.

La ricerca in rete nei giorni passati, precedenti all’uccisione della giovane di 29 anni e del suo piccolino che aspettava in grembo.

Come la ricerca effettuata sempre in precedenza al delitto, circa la ceramica danneggiata della vasca da bagno.

Saranno, domani, gli esami autoptici a fare maggiore chiarezza sugli aspetti legati alla dinamica dell’omicidio della 29enne incinta di 7 mesi, avvenuto il 27 maggio scorso.

Il cui corpo senza vita è stato poi trovato a poche centinaia di metri dalla loro abitazione, alle spalle di un box di un condominio poco distante dal luogo del delitto.

Oggi pomeriggio, prevista dalla Procura una riunione degli inquirenti per preparare i quesiti da porre in occasione dell’autopsia, che si terrà domattina e sarà affidata a consulenti medico-legali.

Si terranno poi, il prossimo 15 giugno gli accertamenti irripetibili su tre computer e un tablet sequestrati nell’appartamento della coppia in via Novella a Senago.