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Oltre mille trattori sono arrivati a Bruxelles per protestare, con blocchi e roghi

Sono circa un migliaio i trattori che in queste ore stanno bloccando le strade a Bruxelles, in particolar modo in prossimità del quartiere europeo, dove sono attesi i leader Ue per il Consiglio europeo straordinario. Continue reading Oltre mille trattori sono arrivati a Bruxelles per protestare, con blocchi e roghi

No Tav: perquisiti i presidi, negli assalti sono stati usati ordigni a gas

Questa mattina presto, è partita una perquisizione, in Val di Susa, ai presidi (ma non al campeggio) No Tav di San Didero e Venaus (Torino), da parte della Digos, della polizia del capoluogo piemontese.

L’operazione di polizia è arrivata dopo l’assalto di domenica scorsa, ai cantieri della Torino-Lione, durante la marcia organizzata nell’ambito del Festival Alta Felicità.

Da quanto si apprende durante gli attacchi a Chiomonte e a San Didero, da parte di persone incappucciate, sarebbero state utilizzate contro le forze di Polizia, razzi sparati con dei mortai artigianali, petardi e bombe carta. Nonché, bombe a gas, anche queste di natura artigianale. Si tratterebbe, infatti, di grossi petardi o bombe carta che vengono attaccate con delle fascette stringi-cavo a delle bombolette contenenti materiale altamente infiammabile, come appunto del gas.

foto crediti larena.it

Francia, curdi tornano a protestare dopo la strage e accusano la Turchia

A Parigi ritorna la protesta dei curdi dopo la strage compiuta da un ferroviere francese in pensione (un estremista di destra che ha anche confessato il movente razziale). In Place de la République diverse centinaia di manifestanti hanno sventolato le bandiere della nazione curda e del Pkk. Nella protesta si vedevano anche i ritratti di tre militanti curdi assassinati a Parigi nel gennaio del 2013.

Il portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia (Cdkf), Agit Polat, dice “per noi non c’è dubbio che si tratti di omicidi politici orchestrati dalla Turchia”. Un minuto di silenzio è stato osservato dai manifestanti a Parigi in onore delle vittime e di “tutti i curdi morti per la libertà”.

foto crediti quotidianonazionale

Roma, lavoratori Ama: “Basta raccogliere rifiuti a mano”

“Basta raccogliere rifiuti con le mani”. E’ la scritta che compare sul volantino fatto girare dai sindacati tra i lavoratori Ama. Senza l’ausilio di bobcat e casse ragno, i netturbini sono invitati a lasciare i sacchetti a terra, smettendo di sollevarli a mano come fatto nelle ultime settimane sotto il caldo torrido. Un’attività definita “logorante e devastante per la salute e la sicurezza, con possibili gravi ripercussioni a livello muscolo-scheletrico”.

La crisi della raccolta a Roma che si protrae dal 15 giugno, giorno dell’incendio avvenuto ad uno dei due tmb di Malagrotta, e le tonnellate di rifiuti, di immondizia da togliere da secchi e marciapiedi sono aumentate a dismisura e con le temperature torride che si stanno toccando, le modalità di lavoro, denunciano i lavoratori e i loro sindacati sono davvero disastrose.

Oggi manifestazioni in tutta Italia contro il Green pass, ricorso discoteche contro Dpcm

Il Green Pass imposto dal governo per invogliare a vaccinarsi non piace a molti.

E’ un’imposizione che viola la libertà di scelta per la propria salute. La salute dei propri figli. La privacy.

Ecco allora, che chi non è d’accordo ha deciso di scendere in piazza.

Dopo la manifestazione dell’altro ieri, tenutasi a Torino, a cui hanno partecipato migliaia di persone con striscioni e cartelli, è la volta di altre città italiane. Da nord a sud.

Un appuntamento che si sono dati anche sui social.

Poi c’è la questione discoteche. Anche i gestori delle discoteche sono contro il dpcm di Draghi e ricorreranno al Tar. Le discoteche resteranno chiuse per tutta l’estate. Ma siamo proprio sicuri che andare a ballare in un posto comunque controllabile sia meno sicuro delle feste private (che si moltiplicano in tutta Italia)?

Ristoratori bloccano l’autostrada, chiuso tratto A1 tra Orte e Attigliano

Continuano incessantemente le proteste dei ristoratori appartenenti alla sigla ‘Tutela nazionale imprese’ che hanno bloccato poche ore fa, il traffico sull’A1 all’altezza di Orte. Chiedono a gran voce di lavorare, ristori e ascolto.

Non vogliono parlare più con nessuno. Sono stufi.

Pasquale Naccari, portavoce di Tutela Nazionale Imprese ha dichiarato “Vogliamo riaprire in sicurezza, rispettando le regole, ma ci devono far lavorare – dicono dal presidio – Vogliamo solo regole certe da rispettare sempre, senza più chiusure e incertezze. La legge deve essere uguale per tutti”.

Il loro appello è anche per aiuti per poter pagare affitti e pagamenti arretrati, per poter andare avanti con le loro attività.

Stamattina si erano riuniti al Circo Massimo a Roma. Nel corso della tarda mattinata si sono registrati momenti di alta tensione quando alcune persone si sono allontanate da Circo Massimo e si sono dirette verso Palazzo Chigi. La polizia è però intervenuta e ha fermato i partecipanti. Diverse strade sono state chiuse nelle zone limitrofe dagli agenti di Polizia Locale di Roma Capitale per evitare che i manifestanti potessero spostarsi in altro punto non concordato.

L’esasperazione è alle stelle. Dietro ogni ristoratore ci sono famiglie. Ci sono fornitori, ci sono locatari di negozi.

DL Sostegni, partite Iva e imprese protestano: “Risorse non bastano!”

Imprese, partite Iva e professionisti protestano contro gli aiuti stanziati dal decreto Sostegni, definiti “insufficienti”. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sostiene che ci siano ancora “forti limiti”. Bocciata la bozza che prevedeva tremila euro a pioggia per autonomi e partite Iva, in quanto ha prevalso un calcolo molto più penalizzante. L’unico aspetto positivo è l’eliminazione dei codici Ateco, che avevano penalizzato nel 2020 parecchie categorie.

A pensarla allo stesso modo è Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti che dichiara: “Le attività del turismo sono ferme ormai da un anno, senza sostegni adeguati non potremo più riaprire. Ci aspettavamo molto di più”. Intanto la Cgia, nella nota del weekend, ha spiegato che i fondi, a copertura delle perdite della seconda ondata, arriveranno “con almeno 3 mesi e mezzo di ritardo”.