Sono trascorsi dieci giorni dal lancio del primo satellite spia militare da parte di Pyongyang, ed è giunto in orbita anche quello di Seul.
Il satellite da ricognizione della Corea del Sud, trasportato da uno dei razzi SpaceX Falcon 9 di Elon Musk, è decollato dalla base spaziale americana di Vandenberg, in California, alle ore 10:19 ora locale (19.19 in Italia) di ieri.
“È una bellissima giornata per il lancio e il Falcon 9 è decollato con successo dalla base della forza spaziale di Vandenberg”, ha detto un annunciatore di SpaceX durante la trasmissione in diretta. Sul razzo si leggeva la scritta ‘Korea’.
Il satellite, di fabbricazione nazionale e in orbita tra i 400 e i 600 chilometri sopra la Terra, consentirà a Seul di sorvegliare la Corea del Nord: in grado di individuare un oggetto delle dimensioni di 30 centimetri, secondo quanto ha riferito il ministero della Difesa sudcoreano.
Il progetto prevede il lancio di altri quattro satelliti spia per la fine del 2025 allo scopo di accrescere le capacità di ricognizione.
Dopo i due tentativi falliti di maggio e agosto 2023, nei giorni scorsi Pyongyang ha messo in orbita con successo il proprio satellite spia, il “Malligyong-1”, che avrebbe fornito, a suo dire, immagini dei principali siti militari americani, sudcoreani e anche di Roma.
Seul ha affermato che il Nord avrebbe ricevuto aiuto tecnico da Mosca, in cambio della fornitura di armi da utilizzare nella guerra della Russia contro l’Ucraina.
Il Nord Corea minaccia di abbattere i satelliti spia degli Stati Uniti d’America in risposta a “qualsiasi attacco” contro il proprio, lanciato nello spazio 10 giorni fa.
“Se gli Stati Uniti attaccano il nostro satellite, questa sarà considerata una dichiarazione di guerra”, ha tuonato Pyongyang, dopo le dichiarazioni di un funzionario americano secondo cui Washington disporrebbe di vari “mezzi reversibili e irreversibili” per “privare un avversario delle sue capacità spaziali e contrastarlo”.
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