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Polonia, riconfermata l’alleanza Tusk ma Pis è primo

I partiti della coalizione democratica guidata dal premier Donald Tusk mantengono la maggioranza, ma i sovranisti del Pis di Jaroslaw Kakzynski si affermano al primo posto in Polonia.

È il risultato delle ultime amministrative di ieri, dove il primo test elettorale dopo la svolta europeista dei polacchi, stando agli exit poll dell’istituto Ipsos, divulgati subito dopo la chiusura dei 31 mila seggi elettorali, danno questi risultati.

A Varsavia e a Danzica, ad esempio, i due sindaci uscenti vengono confermati al primo turno.

Donald Tusk e il suo avversario Kakzynski  hanno rivendicato entrambi la vittoria, e in effetti le urne confermano la particolarità della situazione politica del Paese: dove i sovranisti sono i più votati, ma non riescono a stringere alleanze. Stando al sondaggio basato su 970 seggi, che rispecchia per ora soltanto la situazione nei consigli regionali, il Pis ha ottenuto il 33,7% dei voti, mentre il PO di Tusk ha avuto 31,9%; a quest’ultimo si affiancano però i risultati de la Terza via col 13,5% e della Sinistra col 6,8%.

La vittoria più eclatante è dei due sindaci uscenti del partito del primo ministro: a Danzica, Aleksandra Dulkiewicz è stata rieletta con il 62,3% dei voti; e a Varsavia Rafal Trzaskowski ha vinto con il 59,8%. Numeri stando ai quali non servirà andare al ballottaggio.

Ph credit POLAND-ELECTION/© REUTERS

Italia, Malta, Grecia e Cipro: “Delusi dai ricollocamenti”

Con una nota congiunta Italia, Malta e Cipro e Grecia e i Paesi di primo ingresso in Europa nel Mediterraneo, definiscono “increscioso e deludente” il mancato rispetto degli accordi sui ricollocamenti. “Purtroppo il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari”, si legge nella nota.

Il meccanismo, aggiungono ancora gli Stati Europei del Mar Mediterraneo, si è dimostrato “lento” per alleviare la pressione sui Paesi “di prima linea”. Intanto la Francia critica ancora l’Italia: “Da Giorgia Meloni metodi inaccettabili”. Tajani: “Reazione sproporzionata”.

E anche la Spagna, naturalmente, per far da sponda alla Francia dice: ” Non possiamo sostenere proposte che premiano Paesi che non rispettano i loro obblighi”.

D’altra parte, sempre gli stati membri europei del Mediterraneo affermano riferendosi alle Ong “rispettare” la “cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue”. “Ogni Stato – si legge nella nota congiunta – deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera”. I quattro Paesi, inoltre, ritengono “urgente e necessaria” una discussione sul coordinamento delle Ong nel rispetto delle convenzioni internazionali”. “Tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”, conclude la nota invitando l’Ue ad adottare le misure per avviare la discussione.

E il ministro degli esteri Antonio Tajani sulla reazione francese ha detto: “Da parte della Francia c’è stata una reazione sproporzionata, anche per questioni loro di politica interna. Vogliamo un’azione europea più forte, perché i settemila chilometri di costa italiana sono la frontiera Sud dell’Europa. Anche Manfred Weber, il presidente del Ppe, ci ha dato ragione”.

“È l’Europa che deve fare un piano, non l’Italia – ha quindi aggiunto Tajani -. Serve una scelta condivisa sul ricollocamento. Noi porremo il tema immigrazione con grande serenità e determinazione, perché il problema va avanti da anni e dobbiamo assolutamente risolverlo. Chiederò quale accordo dice che quelli italiani sono i porti dove devono sbarcare tutti i migranti. Non mi risulta che esista”.

Presidente Meloni incontra Metsola, von der Leyen e Michel

Il presidente del Consiglio dei ministri italiano Giorgia Meloni ha avuto nella giornata di oggi diversi incontri istituzionali a Bruxelles.

A pranzo con il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, e poi a seguire nel pomeriggio, ha incontrato anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, e subito dopo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e più in serata il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

“Un’interlocuzione franca, con i vertici europei. Servono soluzioni rapide e concrete sulla crisi dell’energia e sul tetto del gas”.
Ha detto la Meloni, subito dopo gli incontri istituzionali odierni.

“Abbiamo parlato di come spendere al meglio le risorse del Pnnr e di come implementare queste risorse alla luce delle emergenze attuali”. “Trovate orecchie disponibili, non siamo dei marziani”.

E sulla emergenza migranti Meloni ha detto, sottolineando “per noi la priorità è la difesa dei confini esterni. L’Italia vuol difendere l’interesse nazionale ma in una dimensione Ue”.

“Noi siamo pronti ad affrontare le grandi questioni, a partire dalla crisi energetica, collaborando per una soluzione tempestiva, efficace al fine di sostenere famiglie e imprese e mettere un freno alla speculazione”.

“E’ una tipa tosta, coraggiosa e determinata”. Dice Roberta Metsola, ai microfoni del Tg1. Dopo l’incontro con la Meloni.

La presidente del Parlamento europeo, ha anche aggiunto “Sono molto incoraggiata dalla conversazione avuta”. “E’ molto umana e ha le idee molto chiare” e mi ha confermato che “l’Italia resta al centro Ue. Possiamo agire uniti per le sanzioni alla Russia, gli aiuti all’Ucraina e ai cittadini europei” per affrontare il caro energia.

Meloni ha anche firmato il libro d’onore: l’Europa vive nell’identità delle nazioni.

Poi la premier italiana ha incontrato a seguire la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che l’ha accolto a palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo europeo, e dopo uno breve scambio di saluti in inglese Meloni e von der Leyen si sono fatte immortalare dai fotografi nella consueta stretta di mano.

“Ho voluto organizzare qui a Bruxelles la prima visita istituzionale del governo per dare il segnale di una Italia che vuole partecipare, collaborare e difendere l’interesse nazionale dentro alla dimensione Ue insieme agli altri Paesi”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla stampa odierna.

“Mi sembra si sia creata una interlocuzione molto franca, molto positiva. Sono contenta di come sia andata questa giornata nella quale ho portato il punto di vista italiano. C’è la necessità di dare il prima possibile concretezza alla soluzione” sulla crisi dell’energia e “sul tetto del gas”.

“Grazie Giorgia Meloni per il forte segnale lanciato con la tua visita alle istituzioni europee nel tuo primo viaggio all’estero. È stata una buona occasione per scambiare opinioni su temi critici che vanno dal sostegno all’Ucraina, all’energia all’Italia, al NextGenEU e alla migrazione”. Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

foto crediti ilsussidiario.net/lapresse

Ventrenne italiana arruolata in Ucraina torna in Italia

Torna in Italia la 23enne Giulia Schiff, ex pilota dell’Aeronautica militare che si era arruolata nell’esercito ucraino per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale. Resterà in Italia solo per un po’, secondo quanto rivelato da l’Ansa. Alle 17 di oggi pomeriggio, 16 ottobre, ha partecipato alla manifestazione organizzata dall’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, in piazza Madonna di Loreto a Roma, «contro l’aggressione russa contro lo Stato Ucraino e per festeggiare la festa dei difensori della Patria».

In un’intervista diffusa lo scorso agosto, la giovane aveva riferito che sua madre le chiedeva ogni giorno di fare ritorno a casa, mentre suo padre era molto orgoglioso di lei, per la scelta intrapresa.

Molto coraggiosa e determinata.

Inoltre, dal fronte aveva fatto sapere anche di aver iniziato una relazione con un soldato ucraino-israeliano, che combatteva nella stessa brigata armata.

foto crediti corriere del veneto

Casa Bianca convoca ambasciatore cinese per condannare manovre di Pechino contro Taiwan

La Casa Bianca ha convocato l’ambasciatore cinese per condannare le manovre militari di Pechino contro Taiwan e ribadire che gli Stati Uniti non vogliono una crisi nella regione, dopo che una visita all’isola della presidente della Camera Nancy Pelosi ha fortemente intensificato le tensioni nello Stretto di Taiwan questa settimana.

“Dopo le azioni della Cina durante la notte, abbiamo convocato l’ambasciatore [della Repubblica popolare cinese] Qin Gang alla Casa Bianca per parlargli delle azioni provocatorie della RPC”, ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby in una dichiarazione fornita al Washington Post.

Secondo la Cina l’essenza della vicenda di Taiwan “non è una questione democratica, ma una questione di principio importante sulla sovranità e l’integrità territoriale della Cina”.

Questa la risposta della portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying alle critiche di Usa e Paesi occidentali sulla reazione eccessiva di Pechino che ha varato un ciclo di massicce manovre militari intorno all’isola in risposta alla visita a Taipei della speaker della Camera americana Nancy Pelosi.

L’attuale situazione “è stata interamente causata da Pelosi e dai politici americani”, sottolinea Hua nella giornata odierna.

Il ministro della difesa di Taiwan fa sapere che “Oggi 68 aerei e 13 navi cinesi hanno valicato la linea mediana dello Stretto.

La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché ”sostenga’ l’isola di fronte alla minaccia cinese e ”impedisca qualsiasi escalation nella regione’. Il governo e le forze armate di Taipei, ha scritto su Twitter, stanno ”monitorando da vicino’ le esercitazioni militari cinesi. I militari di Taiwan, ha aggiunto, sono ”pronti a rispondere se necessario’.

Il leader della France Insoumise, Jean-Luc Melenchon. “I cinesi risolveranno il problema fra loro. Non vi è altra via d’uscita ragionevole possibile”, aggiunge Melenchon, da sempre contrario alla “guerra fredda con la Cina” perché esiste ed “una sola Cina” ha aggiunto. L’ambasciata cinese a Parigi lo ha ringraziato in un tweet “per il suo sostegno costante alla politica di una sola Cina”.

photo credit agi.it

Emmanuel Macron rieletto con il 58,55% di voti

Il presidente uscente Macron ha ottenuto 18,7 milioni di voti, il 58,55% di quelli espressi.

Per la sfidante Marine Le Pen hanno votato 13,3 milioni di francesi, una percentuale piuttosto alta, rispetto alle elezioni precedenti in cui si era già candidata.

La sfidante di Macron ottiene così, il 41,45% dei voti.

L’astensione registrata è stata del 28,01%. La più alta da quando si è avuto un ballottaggio nel 1969.

Grande delusione fra i sostenitori della candidata presidenziale Le Pen, nonostante la leader abbia subito dichiarato che è un “risultato eclatante” promettendo battaglia per le legislative di giugno.

Dopo il tramonto, atteso da alcune migliaia di sostenitori, Macron è arrivato ieri sotto la Tour Eiffel in un’atmosfera molto diversa da quella di 5 anni fa, quando la Francia lo festeggiò come il presidente più giovane della storia di Francia (anni 39) e lui misurò – da solo – i passi del perimetro del Louvre sulle note dell’Inno alla Gioia.

Quella musica, simbolo europeo, è tornata anche ieri sera e con lui è salito sul palco, anche la moglie Brigitte, circondati da un gruppo di ragazzi giovanissimi, prima del discorso, stranamente brevissimo, con l’annuncio di “una nuova era” e la promessa di “rispondere alla rabbia del Paese”. Ad applaudirlo anche i diversi ministri del governo.

ph crediti micromega.it

Covid, Presidente Mattarella: “All’Europa serve una politica estera e di sicurezza comune, finora un po’ troppo timida”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Forum Ambrosetti di Cernobbio ha dichiarato che: «L’Ue ha dimostrato, di fronte alla pandemia, una capacità di reazione efficace; analogo impegno deve riguardare il contributo dell’Ue alla causa della pace e della stabilità internazionale».

«L’integrazione europea consente di giocare a livello internazionale sul piano economico una massa critica a tutto vantaggio dei popoli europei». «Analogo impegno – dice ancora il presidente Mattarella – deve riguardare ora il contributo dell’Unione Europa alla causa della pace, dello sviluppo, della sicurezza», perché c’è «una necessità di una politica estera e di sicurezza comune», una materia «su cui l’Unione si è mossa fin qui troppo timidamente» ma che è la «naturale continuazione» dei progressi politico-istituzionali degli ultimi anni.

Infine «L’Europa non può permettersi di essere assente da scenari ed eventi le cui conseguenze si ribaltano sui paesi che la compongono».
Conclude il Capo dello Stato.

photo crediti La Nazione.it

Summit Biden-Putin, riparte il dialogo

Riparte il dialogo tra Joe Biden e Vladimir Putin dopo il summit che si è tenuto oggi a Ginevra.

“I rapporti fra Usa e Russia devono essere stabili e prevedibili”. Ha affermato il presidente americano Joe Biden dopo l’incontro con avuto con il presidente russo Vladimir Putin a Ginevra.

“La mia agenda non è contro la Russia, è per gli americani”.
“Noi continueremo a sollevare questioni per casi come Alexei Navalny e tutte le questioni legate ai diritti umani”, sottolineando anche e “noi non tollereremo violazioni dei diritti democratici e risponderemo”; “Ho detto a Putin che ci sono delle regole di base che vanno rispettate”. “Ho dato al presidente Putin una lista di 16 infrastrutture critiche” che devono essere off limit da ogni forma di attacco, ha aggiunto ancora Biden.

“Importante è incontrarsi di persona così che non ci siano incomprensioni su quello che io voglio comunicare”. “Il tono di tutto l’incontro è stato buono, positivo, non ci sono state azioni stridenti”. “Ho detto ancora a Vladimir Putin che daremo il nostro incrollabile sostegno alla sovranità dell’Ucraina”, “sa infatti che agiremo” se ci saranno cyberattacchi o interferenze sulle elezioni.
‘Un’altra Guerra Fredda non sarebbe nell’interesse di nessuno’, ha spiegato il presidente americano Biden.

“C’è una genuina prospettiva di migliorare significativamente le relazioni” fra Stati Uniti e Russia, “Ho sollevato il caso degli americani prigionieri in Russia”.

“E’ stato raggiunto un accordo con gli Usa per il ritorno degli ambasciatori. Queste le parole del presidente russo Vladimir Putin a margine della conferenza stampa dopo il summit tenuta con il presidente degli Stati Uniti d’America Biden.

“Vogliamo aiutare, ad agevolare accordi di Minsk se l’Ucraina è disposta a farlo, lo faremo anche noi”, ha sottolineato ancora il presidente russo dopo l’incontro a Ginevra con Biden.

Usa e Russia hanno concordato di iniziare consultazioni sulla cyber security e sul futuro del trattato New START, ha detto il presidente Vladimir Putin.

Photo credit blog Sicilia