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Don Patriciello: “Le questioni tra destra e sinistra non mi riguardano. Ma così rischio la vita, per le parole di De Luca”

“Mi dispiace per Pippo Baudo e non ci posso fare niente per la frangetta. Sono stato preso alla sprovvista dalle parole di De Luca. Il problema politico tra destra e sinistra mi riguarda poco, io sono il parroco di questo quartiere e mi sono rivolto a Meloni oggi, come in passato a Conte o a Renzi. Il governo sta mantenendo gli impegni presi ed è mio dovere non solo dirlo ma anche ringraziare”.

Commenta così don Maurizio Patriciello, intervenendo a Rainews24 tramite i microfoni della Tgr Campania di ieri pomeriggio, dopo le parole del governatore della Campania, che ieri lo aveva definito “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta”.

Il sacerdote aggiunge: “Io sono pronto ad abbracciare De Luca, sono un prete, ma tirare in ballo me in questo momento, sono sotto scorta perché i camorristi mi hanno messo una bomba, significa mettere a repentaglio la mia vita perché dice ai camorristi ‘avete fatto bene’ e questo mi preoccupa, sono parole del tutto fuori luogo”.

Solidarietà da parte della premier Giorgia Meloni “Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità – aggiunge la presidente del Consiglio nel suo post su Facebook -. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”. E conclude il post con un hashtag #IosonopadreMaurizio.

Solidarietà anche da parte del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che nella giornata di ieri, si è recato prontamente a fare visita al prete di Caivano.  Come anche solidarietà è arrivata da parte della Diocesi di Aversa.

La replica di Don Patriciello al governatore Vincenzo de Luca 

“Caro Presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell’area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire: ‘A Caivano lo Stato non c’è. Stop’ mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c’è riuscito. Non mi permetto – non ne sarei capace e non credo di averne il diritto – di risponderle per le rime. A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate”. Lo scrive su Facebook don Maurizio Patriciello rispondendo al governatore della Campania Vincenzo De Luca. “Penso in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che ‘se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce’. La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: ‘Sta passando Pippo Baudo’. Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo”, conclude.

ph credit lapresse

Giorgia Meloni annuncia: “Scendo in campo per le europee, capolista in tutte le liste circoscrizioni”

Giorgia Meloni ha annunciato ieri durante una convention di Fratelli di Italia tenutasi a Pescara, di voler scendere in campo per guidare le liste del suo partito in tutte le circoscrizioni elettorali – precisando anche – “se sopravvivo””. Così la premier Giorgia Meloni, che è anche presidente di Fdi e diEcr (i conservatori europei),  durante l’intervento di chiusura della kermesse organizzata, a Pescara, ha dato questo annuncio ai suoi elettori in vista delle prossime elezioni europee che si terranno il prossimo 8 e 9 giugno anche in Italia.

“Sulla scheda scrivete Giorgia”
“Sulla scheda scrivete Giorgia”. La richiesta della premier. “Chiedo agli italiani di scrivere il mio nome, ma il mio nome di battesimo” alle europee. “Sono fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me mi chiami Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara… perché loro sono colti… Ma io sono fiera di essere una persona del popolo”.

“E’ l’ora di alzare la posta”
“Difenderemo anche in Ue le nostre eccellenze, i nostri confini, la nostra identità.  Anche stavolta ci diranno che siamo dei pazzi che è una sfida impossibile da vincere. Ci hanno dato tante volte per sconfitti, ci hanno detto che eravamo destinati scomparire. Lasciateglielo dire. Mentre si crogioleranno in questa loro rassicurante speranza noi continueremo a lavorare come sempre fatto e chissà se anche stavolta riusciremo a smentire i pronostici. E’ arrivato il momento di alzare la posta, cambiamo anche l’Europa”.

“Italia protagonista dopo anni di cerchiobottismo 5S”
“L’Italia è tornata protagonista in Occidente, in Europa, nel Mediterraneo dopo gli anni del servilismo di certa sinistra, dopo gli anni del cerchiobottismo dei 5 Stelle. E’ tornata l’Italia che rispetta i suoi impegni internazionali, che viene guardata con rispetto perché ha il coraggio di prendere decisioni giuste anche quando quelle decisioni possono essere impopolari. Come quella di sostenere il popolo ucraino che combatte per la propria libertà contro l’imperialismo neo sovietico di Vladimir Putin”.

In apertura del suo intervento aveva scherzato sull’assenza di Matteo Salvini alla kermesse: “Grazie a Matteo che ci ha preferito il ponte…”. Poco prima il leader il leader della Lega e vicepremier aveva fatto un videocollegamento camminando per strada insieme alla figlia. “Non sono in presenza ma è come se ci fossi – aveva esordito il vicepremier – mi sono messo giù l’agenda fino al 9 giugno ma era l’ultima domenica che potevo dedicare a mia figlia che si è fatta 4 giorni di febbre e a mio figlio che ha una partita oggi”.

Presenti alla convention anche altri leader di partito del centro destra unito, ad eccezione di Matteo Salvini, che per impegni familiari, non ha potuto partecipare.

ph credit Giorgia Meloni da pagine sociale

Abruzzo, elezioni regionali: riconfermato Marco Marsilio

Il governatore uscente dell’Abruzzo è al 53,5%. D’Amico al 46,5%. Fratelli d’Italia il partito più votato, davanti a Pd e Forza Italia. ‘Mai negli ultimi 30 anni un presidente era stato riconfermato’, ha detto dal comitato elettorale.

La premier manifesta la propria soddisfazione: ‘Il centrodestra si conferma maggioritario’.

“Marco Marsilio è il primo Presidente nella storia dell’Abruzzo a essere riconfermato dagli elettori per un secondo mandato. Ed è per noi motivo di grande orgoglio che i cittadini abruzzesi abbiano voluto continuare a dargli fiducia, e con lui a dare fiducia al centrodestra che si conferma maggioritario. È una fiducia che, come sempre, non tradiremo. Continueremo a lavorare per restituire all’Abruzzo e all’Italia il posto che meritano. Grazie!”.

Matteo Salvini, Lega: ‘Vittoria netta in Abruzzo, ora avanti col buongoverno’.

ph credit tgcom24

Festa della Donna: la premier Giorgia Meloni “Riflettere sugli obiettivi ancora da perseguire”

Nella Giorno della Festa della donna la premier Meloni ha scritto sui social: ” La festa della donna non è solo un giorno di celebrazione, ma un’occasione per riflettere sulle conquiste raggiunte e sugli obiettivi ancora da perseguire“.

“Grazie al supporto di politiche concrete messe in atto dal nostro governo, abbiamo promosso l’occupazione femminile, i cui risultati – certificati dai dati Istat – ci rendono particolarmente fieri. Tuttavia, non possiamo fermarci qui. Siamo consapevoli che ci sono ancora sfide da affrontare e continueremo a lavorare con determinazione per garantire alle donne un futuro migliore in cui possano realizzare pienamente il loro potenziale, senza dover scegliere tra vita e lavoro”. “Un grazie a tutte le donne per come dimostrano, ogni giorno, il loro impegno, la loro determinazione e la loro infinita capacità di fare la differenza nella società”.

“Le donne hanno cambiato il mondo”: le parole invece della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, pubblicando un video in occasione della Giornata internazionale della donna. “Nel corso della storia – afferma Metsola nel breve filmato -, le donne sono state pilastri di forza e resilienza in ogni società: dal guidare le famiglie a guidare le nazioni, dall’infrangere le barriere nei consigli di amministrazione all’aprire la strada nella scienza e nella tecnologia, le donne hanno cambiato le cose e frantumato gli stereotipi”.

“Sta a noi rendere più semplice per coloro che verranno dopo di noi passare il testimone alla generazione successiva, sottolineando l’impatto che le donne hanno avuto e continuano ad avere nelle nostre comunità e società”, sottolinea la presidente dell’Eurocamera.

Al Quirinale si tiene questa mattina la cerimonia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presenti la premier Giorgia Meloni e le più alte cariche dello Stato.

ph credit iltuobenessere.it

Senato, nel ddl “non si toccano le tradizionali celebrazioni che riguardano il Natale e la Pasqua cristiana”

Una proposta di legge è stata depositata in Senato dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, prima firmataria Lavinia Mennunni. Il provvedimento stabilisce che è vietato “impedire iniziative promosse da genitori, studenti o da competenti organi scolastici per proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana” come il “presepe, recite e altre manifestazioni”. Per i trasgressori scatterà “un procedimento disciplinare secondo le norme”. Ma per i presidi è un’iniziativa “fuori luogo” e “provocatoria”.

Lo scorso 11 dicembre Fdi ha presentato la proposta di legge per salvaguardare, anche in classe, la tradizionale festa del Santo Natale che vieta agli istituti di istruzione pubblici “di impedire iniziative volte a proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana, come l’allestimento del presepe, le recite e altre manifestazioni ad essi collegate”, si legge all’art. 2 del ddl, nelle cui premesse si spiega: “Alla garanzia costituzionale di libertà di religione e di culto non corrispondono né la facoltà, né tantomeno il dovere di ricusazione dei simboli religiosi, storici e culturali, i quali sono espressione valoriale della tradizione identitaria del popolo italiano – si legge ancora nel testo – Consentire la trasformazione delle Sacre festività cristiane in altra anonima tipologia di celebrazione costituirebbe una discriminazione nei confronti degli alunni e delle rispettive famiglie praticanti la religione maggioritaria oltre che un attentato ai valori e alla tradizione più profonda del nostro popolo. L’allestimento del presepe, al pari della preparazione di recite e celebrazioni, non integra alcuna azione d’indottrinamento né, tantomeno, di proselitismo da parte dello Stato italiano e, certo, non determina alcuna discriminazione degli alunni – e delle rispettive famiglie – che osservano altre religioni”.

“Bisogna certamente tener presente la tradizioni del Paese ma imporle per legge è fuori luogo. Ci sarà comunque modo, nel dibattito parlamentare, di valutare bene il da fare”. Le parole di Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione presidi (Anp), e a seguire di Veronica Migani che dirige il Cesare Pesenti a Bergamo, istituto professionale dove sono presenti 40 etnie di studenti. “Questo ddl mi sembra una provocazione, non c’è un ambiente ostile nelle scuole, e la nostra è una scuola multietnica; esponiamo i nostri simboli senza aver mai ricevuto alcuna obiezione e rispettiamo il Ramadan di alcuni allievi”.

Levata di scudi anche da parte di FC e CGIL. “Tutti si devono ricordare che viviamo in un Paese laico, la scuola è laica. Operazioni come questa che interferiscono tra l’altro con l’autonomia delle scuole, non sono accettabili. Sosterremo in tutti i modi il principio dell’autonomia scolastica e della laicità della scuola pubblica. Si rileggano la Costituzione”. Le parole di Gianna Fracassi, segretario generale Flc Cgil.

D’altra parte mi semba giusto poter tutelare il proprio credo, e usanze e tradizioni della fede cattolica e cristiana.

La foto con l’albero tricolore allestito a Palazzo Chigi e gli auguri per la Festa dell’Immacolata Concezione

“Buona Festa dell’Immacolata a tutti voi”, sono gli auguri social dati dalla premier Consiglio Giorgia Meloni in occasione dell’8 dicembre.

Il post è stato pubblicato sui profili social dalla premier. A corredo dell’augurio, una foto che ritrae la presidente del Consiglio italiano accanto all’albero di Natale tricolore allestito proprio a Palazzo Chigi. È la seconda Immacolata per la premier, che richiama al patriottismo mostrando una pallina tricolore tra le mani. Anche i colori dell’albero richiamano con forza il bianco, il rosso e il verde della bandiera italiana. Meloni sorride, mentre indossa un cappotto beige, annotato in vita.

Carne coltivata, Presidente Sergio Mattarella firma il ddl ma il governo attende la verifica Ue

Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha promulgato il ddl sulle “disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di carni coltivate”. Il governo Meloni ha trasmesso il provvedimento accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell’avvenuta notifica del disegno di legge alla Commissione europea e con l’impegno a conformarsi a eventuali “osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell’ambito della procedura di notifica”.

La Commissione UE conferma infatti di aver ricevuto la notifica riguardante il Ddl del ministero dell’Agricoltura che vieta la carne coltivata in Italia, approvato due settimane fa dalla Camera. “Non l’abbiamo ancora analizzata”, ha detto la portavoce per il Mercato unico della Commissione europea, Johanna Bernsel, rispondendo ai giornalisti durante il briefing quotidiano a Bruxelles. La portavoce ha anche confermato che il progetto del Ddl sulla carne coltivata era stato già notificato una prima volta a Bruxelles in estate, ma la notifica era stata poi ritirato prima dell’approvazione parlamentare, avvenuta il 16 novembre.
Secondo la legislazione Ue, tutte le leggi degli Stati membri che rischiano di avere un impatto sul mercato unico europeo devono essere notificate alla Commissione, secondo una procedura chiamata “Tris”, prima di entrare in vigore. “La notifica sarà analizzata nel merito, in base della sostanza, indipendentemente dalla procedura legislativa; non c’è impatto della procedura sul diritto Ue. Riguardo ai tempi di notifica, in effetti l’obbligo è di notificare le bozze” degli atti legislativi, “e da quello che capisco questa legislazione non è ancora diventata applicabile in Italia; quindi posso confermare il principio secondo cui l’obiettivo è che siano notificati i progetti, cosi’ che nessuna legislazione illegale diventi applicabile in uno Stato membro, in contraddizione con il diritto Ue”, ha detto la portavoce.

In generale, ha ricordato Johanna Bernsel, “l’obiettivo è che nessuna legge debba essere applicata in uno Stato membro in contraddizione con il diritto Ue. Se una legge che doveva essere notificata alla Commissione, e non lo è stata, diventa applicabile in uno Stato membro, allora si può chiedere al sistema dei Tribunali nazionali di dichiarare la legge inapplicabile”, ha concluso la portavoce.

“Con la puntuale promulgazione della legge da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da oggi l’Italia diventa ufficialmente la prima nazione al mondo a contrastare attivamente la produzione di carne coltivata, con una norma che ne vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione”. Lo afferma il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che sottolinea lo “straordinario risultato ottenuto con un ddl promosso dal Governo, sostenuto con la sottoscrizione di una petizione popolare di milioni di cittadini e attraverso atti di indirizzo di migliaia di assise comunali e di tutti i Consigli regionali”.

Il provvedimento, spiega ancora il ministro Lollobrigida, “salvaguarda territorio, lavoro, equità sociale e qualità come elementi connaturati al cibo, che deve sempre garantire benessere oltre che essere visto come semplice nutrimento”. “Un importante traguardo che dimostra come l’Italia sia tornata vettore, modello e avanguardia politica su temi come la sicurezza alimentare collegata alla salute. Come ha spiegato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso della COP28, bisogna garantire buon cibo a tutti”, conclude Lollobrigida.

foto crediti cure-naturali

Ue chiede all’Italia dettagli sull’accordo con l’Albania

“Siamo in contatto con le autorità italiane, abbiamo chiesto di ricevere dettagli sull’accordo per la migrazione con l’Albania”. Lo ha detto una portavoce della Commissione Europea al briefing quotidiano. “Prima di commentare oltre dobbiamo capire cosa s’intende fare esattamente”. “Siamo stati informati dell’accordo Italia-Albania prima dell’annuncio”. Ha poi chiarito la stessa portavoce.

Dell’accordo tra Italia e Albania sui migranti “abbiamo informato la Commissione europea senza che questo comportasse criticità. Anzi, io credo che possa diventare un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori”. Lo dice la presidente del Consiglio die ministri italiano, Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata in data odierna a Il Messaggero. “Aggiungo che considero quest’intesa un accordo dal grande spirito europeo, con il quale l’Albania si conferma non solo una nazione amica dell’Italia ma anche una nazione amica dell’Unione europea. Ed è significativo sottolineare come nonostante non faccia ancora parte della Ue Tirana si stia comportando di fatto come se gia lo fosse, facendo scelte perfettamente in linea con quei principi di solidarietà e cooperazione alla base della famiglia europea“, aggiunge Meloni, spiegando anche che l’accordo sui migranti “rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. L’Albania darà la possibilità all’Italia di utilizzare alcune aree in territorio albanese, segnatamente il porto di Shengjin e l’area di Gjader, nelle quali l’Italia potrà realizzare, a proprie spese e sotto la propria giurisdizione, due strutture dove gestire l’ingresso, l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo e di eventuale rimpatrio degli immigrati. L’accordo si applica agli immigrati soccorsi in mare, ad eccezione di minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. Nel porto di Shengjin, l’Italia si occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione e qui realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare una prima attività di screening; nell’area più interna di Gjader, invece, si realizzerà una seconda struttura (modello Cpr) per le successive procedure. L’Albania collaborerà, con le sue Forze di polizia, sul fronte della sicurezza e della sorveglianza esterna delle strutture. Le strutture potranno accogliere contestualmente fino a tremila immigrati per svolgere le procedure di frontiera, che questo Governo ha ridotto a 28 giorni. Per questo, nell’arco di un anno, potranno essere trasferiti in Albania più di 36 mila immigrati“.

Ma per la leader del Pd, Elly Schlein, l’intesa raggiunta tra Meloni e Rama viola il diritto internazionale. Il protocollo “mi sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo. Mi sembra che Giorgia Meloni sia disponibile a inventarsi qualsiasi cosa pur di non fare l’unica cosa che deve fare, cioè convincere anche i suoi alleati nazionalisti europei di condividere le responsabilità sull’accoglienza, perché è questo che chiedono i trattati europei. Non lasciare sola l’Italia e gli altri paesi che si trovano ai confini caldi, ma cambiare quelle norme che bloccano proprio in Italia tutte le persone che riescono ad arrivarci”, ha sottolineato la segretaria dem ospite di Radio Capital, questa mattina.

In arrivo aiuti umanitari a Gaza. Liberate due prigioniere americane. Sono madre e figlia

La premier Meloni al summit per la pace di oggi, in corso al Cairo ha detto che “Il terribile attacco di Hamas, abbattutosi contro civili inermi, con una efferatezza senza precedenti, lascia tutti allibiti e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità”. E poi proseguendo ha aggiunto anche che “È interesse di tutti leader a questo tavolo che quello che sta accadendo a Gaza non si trasformi in conflitto più ampio, in una guerra di religione, di civiltà, rendendo vani gli sforzi di questi anni per normalizzare i rapporti”, ha proseguito, ancora la leader del governo italiano, Giorgia Meloni.

Intanto Hamas ha liberato due prigioniere americane, madre e figlia, e la Croce Rossa italiana ha annunciato che aiuti umanitari sono entrati oggi nella Striscia di Gaza, i quali saranno consegnati solo agli ospedali dell’enclave e non comprendono l’acqua.

La fonte in questione ha poi riferito anche che gli aiuti umanitari -entrati a bordo di 20 camion attraverso il valico di Rafah- comprendono solo cibo in scatola, medicine, coperte e materassi. La fonte della Croce Rossa ha precisato che gli aiuti verranno portati ai magazzini dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), che si occuperà della distribuzione.

Quattro ospedali nel nord della Striscia di Gaza si rifiutano di evacuare come chiesto dall’esercito israeliano. Lo ha riferito un funzionario della sicurezza, precisando che nella zona settentrionale dell’enclave palestinese “ci sono 20 ospedali, al momento sei sono già stati liberati, 10 non lo hanno ancora fatto e quattro si stanno rifiutando”.
Spostare pazienti gravemente feriti e malati è difficile, ha riconosciuto, ma i militari hanno “un rapporto diretto con quasi tutti i dirigenti ospedalieri e li incoraggiamo a evacuare”. Il funzionario ha accusato Hamas di utilizzare alcuni ospedali come rifugi, “perché sa che si tratta di un sito sensibile che eviteremo di attaccare”.

Stati Occidentali, compresa l’America, ha detto un alto funzionario diplomatico israeliano a Times of Israel, avendo tutti dei propri cittadini tra i dispersi nell’attacco del 7 ottobre e temono che, più passi il tempo, più sia difficile che i propri ostaggi vengano liberati, chiedono ad Israele di rimandare l’invasione di terra, nella speranza che sforzi diplomatici possano portare alla liberazione degli ostaggi.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Arrivato in Egitto per il Summit per la Pace del Cairo su iniziativa del presidente al-Sisi. “L’evolversi della situazione in Medio Oriente richiede azioni unite. È fondamentale impegnarsi con tutti i nostri partner chiave nella regione per prevenire un’escalation regionale e garantire un flusso costante di assistenza umanitaria e servizi essenziali a Gaza”.

Manovra, arriva l’ok del Cdm: nuova Irpef e riduzione del cuneo fiscale. Taglio canone Rai. Dal secondo figlio asilo nido gratis e molto altro ancora

Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina la seconda Manovra del governo Meloni. Il totale della Legge di Bilancio 2024, ha comunicato la premier Giorgia Meloni, è di euro 24 miliardi. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, l’avvio della nuova Irpef e il taglio del cuneo fiscale per favorire i redditi medio-bassi.

“La manovra è molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su alcune grandi priorità. Il Cdm lo ha fatto a tempi record, in poco più di un’ora, a dimostrazione dell’unità di vedute. E’ una manovra per poco meno di 24 miliardi, frutto per quasi 16 di extragettito e per il resto di tagli di spese”, ha detto Meloni, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato la manovra. “Per quanto riguarda le coperture della manovra 5 miliardi arrivano dai tagli di bilancio e piccole rifiniture, 2,6 miliardi arrivano dalle rimodulazioni”. Lo ha detto invece il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante la conferenza stampa.

Due terzi saranno coperti in extra deficit, quindi il governo ha dovuto individuare nuove entrate o risparmi di spesa per 8 miliardi almeno. “Il quadro – ha sottolineato Meloni – è chiaramente abbastanza complesso: noi nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di superbonus. L’aumento dei tassi e il superbonus fanno complessivamente più della Manovra di bilancio”.

Il taglio del cuneo fiscale è il primo pilastro e cuore della Manovra finanziaria di oggi. L’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi più bassi è iniziato nel 2022 con il governo Draghi, è stato confermato e rivisto al rialzo con la Legge di Bilancio 2023 messa a punto dal governo Meloni ed è salito ulteriormente grazie al decreto lavoro del primo maggio scorso.

“Cento euro al mese in più in busta paga per 14 milioni di cittadini” Il taglio attualmente in vigore e che sarà prorogato di un altro anno è del 6% per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro e del 7% per chi ha un reddito non superiore a 25mila euro l’anno (1.923 euro al mese). “E’ un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa 100 euro al mese per una platea di circa 14 milioni di cittadini”, ha detto Meloni, precisando che “è il provvedimento più corposo: cuba circa 10 miliardi di euro”.

L’altro pilastro della Manovra prevede l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (coperte con i quasi 16 miliardi di extradeficit). Per il 2024 gli scaglioni si riducono da quattro a tre, accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23%. Le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono così determinate: fino a 28.000 euro, il 23%; oltre i 28.000 euro e fino a 50.000 euro, il 35%; oltre 50.000 euro, il 43%. Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. Anche in questo caso l’obiettivo è favorire i redditi bassi e per questo sarà accorpata nell’aliquota del 23% (oggi riservata ai redditi fino a 15.000 euro) anche quella del 28% (oggi prevista da 15.001 a 28.000 euro). La riforma, sommata al taglio del cuneo, dovrebbe portare anche a un vantaggio in busta paga di circa 120 euro in più al mese.

La riforma dell’Irpef per il 2024 costerà circa 4,1 miliardi. Lo si legge nella relazione tecnica della bozza in entrata al Cdm del decreto legislativo che accompagna la Manovra. Si stima anche una variazione di gettito “di addizionali regionale e comunale rispettivamente di -28,2 e -10,8 milioni di euro, per una variazione totale di circa -4.149,9 milioni di euro”. “Si stima inoltre una variazione di Tfr di circa -52,6 milioni”, si aggiunge. Nella complessiva perdita di gettito Irpef di 4,1 miliardi euro, si stima una minore compartecipazione Irpef delle Regioni a Statuto Speciale/Province autonome di circa -382,2 milioni di euro”.

La Manovra stanzierà fondi anche per il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione e per il Servizio sanitario. Come spiegato in conferenza stampa dal premier, “un’altra misura che cuba una somma significativa riguarda gli aumenti contrattuali del pubblico impiego: complessivamente oltre 7 miliardi euro a disposizione del ministro Paolo Zangrillo, particolarmente per gli aumenti contrattuali”.

La Manovra, inoltre, prevede 3 miliardi in più sul piatto della Sanità “destinati a un’unica priorità, che è l’abbattimento delle liste d’attesa”. Sulla Sanità “vedo molte polemiche sul fatto che avremmo tagliato” ma quest’anno ci saranno fondi per “quasi 136 miliardi di euro: è il più alto investimento mai previsto per la Sanità. Si può fare il giochetto che scende sul Pil ma “le bugie che ho sentito non rispondono alla realtà delle cose”.

Alcuni interventi mirati riguardano il capitolo previdenza. Ape sociale e pensione donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita. “Sempre sulle pensioni – ha affermato Meloni – interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno”, cioè quelle interamente nel sistema contributivo. Quindi il governo ha eliminato il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale. “Secondo noi non è una misura corretta e lo abbiamo rimosso”, ha spiegato il premier.

Spunta Quota 104 per il pensionamento anticipato anziché Quota 103 attualmente in vigore. La nuova
soglia compare come nome di un articolo nell’indice della bozza della Manovra. “Non è Quota 104 piena – ha spiegato in conferenza stampa il
ministro del’Economia, Giancarlo Giorgetti – c’è un meccanismo di incentivi per rimanere al lavoro”.

Un gruzzoletto anche per la famiglia, con alcune novità di rilievo per agevolare le mamme lavoratrici. La Manovra prevede infatti che “le donne con due figli o più non paghino i contributi a carico dei lavoratori. La quota del lavoratore, è un terzo”, ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa. “Riteniamo che una donna” che fa due o più figli “ha già offerto un importante contributo alla società e lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali”. L’obiettivo è affermare che maternità e lavoro “possono stare perfettamente insieme”. Dal secondo figlio l’asilo nido è gratis.

“Ci sarà un primo intervento sul canone Rai che sarà tagliato dalla bolletta dei contribuenti”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa che ha approvato la legge di Bilancio. “Da 90 euro annui passa a 70, è l’inizio di un comportamento virtuoso”, ha aggiunto. Sempre Salvini, in merito al Ponte sullo Stretto, ha annunciato: “Dopo settimane di chiacchiere a vuoto e di ragionamenti di vari analisti, posso dire che c’è la copertura per il collegamento stabile dalla Sicilia, all’Italia e all’Europa”.

Due miliardi dalla spending review e le forbici del Mef Parte delle coperture arriverà dalla spending review che dovrebbe portare in dote almeno 2 miliardi per il prossimo anno. La revisione spetta ai singoli ministeri ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già messo in chiaro che ci penseranno le forbici del Mef: “E’ stato chiesto un sacrificio a tutti i ministeri, che hanno dovuto rinunciare a diversi progetti e idee e si è attuata una spending review significativa, dell’ordine del 5% su tutte le spese discrezionali, eccetto il comparto regioni ed enti locali”.

In Manovra “non c’è alcuna tassa di successione su chicchessia”. Lo ha annunciato il vicepremier Antonio Tajani, che ha sottolineato “la coesione e la compattezza della maggioranza. Siamo partiti diversi ma quando c’è da prendere una decisione per i cittadini ci troviamo in perfetta sintonia”.

In Consiglio dei ministri approda anche un decreto di legge con “misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”. Il decreto stanzia i 3,2 miliardi di anticipo ricavati in deficit dalla Nadef. Come previsto, ci sono anche due decreti legislativi (entrambi in esame preliminare) per l’attuazione della riforma fiscale e per l’attuazione del primo modulo di riforma dell’Irpef.

Per il lavoro autonomo, ha precisiato Meloni, “è iniziato un lavoro importante lo scorso anno con un aumento dell’importo per tassa piatta al 15%: viene confermata questa misura, e prorogata per altri 3 anni una norma che considero molto importante che è l’indennità straordinaria di continuità, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi. Viene anche ampliato il reddito per usufruire di questo ammortizzatore sociale. Inoltre per la prima volta quest’anno gli autonomi non dovranno pagare l’anticipo Irpef a novembre ma rateizzarlo in 5 rate da gennaio a giugno”.