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Riforma Giustizia: un’Alta Corte potrebbe giudicare i magistrati, intesa sulla separazione delle carriere

Il Guardasigilli Carlo Nordio presenterà un ddl costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati entro le prossime elezioni  Europee.

E’quanto emergerebbe nell’ambito della riunione che si è tenuta ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, alla presenza della premier  Giorgia Meloni e del sottosegretario Alfredo Mantovano, tra il ministro Nordio, i sottosegretari di Via Arenula, i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato e i responsabili Giustizia dei partiti di maggioranza.

Nell’incontro si è parlato e stabilito anche di accelerare al massimo sul provvedimento per l’eliminazione dell’abuso d’ufficio. Inoltre si sarebbe arrivati ad un accordo sull”istituzione di due Csm, ma sarebbe ancora in corso un dibattito sul metodo di elezione dei togati, per stabilire se sarà o meno un  sorteggio ‘secco’ o ‘mediato’.

In ogni caso, per la componente togata, i magistrati candidabili al Csm che saranno sorteggiati sarebbero poi sottoposti a successiva selezione. Sono questi alcuni degli dettagli dettagli emersi nel corso dell’incontro di ieri che si è tenuta ieri a Palazzo Chigi, alla presenza della premier e i vertici della Giustizia.

Si esclude invece l’ipotesi della nomina di metà dei componenti del Csm da parte del Governo.

Infine ci dovrebbe essere anche un’Alta Corte, un organismo che giudicherà sia i magistrati giudicanti che i requirenti.

Lavoro, governo: “Sgravi di 2 anni per assumere giovani e donne”. “Bonus da 100 euro a gennaio 2025 per dipendenti con redditi bassi”

È in arrivo per domani 1 maggio 2024 un nuovo decreto che l’anno scorso in quella data furono approvate norme sull’inclusione con l’addio al Reddito di cittadinanza, sulle causali per i contratti a termine e sul taglio del cuneo fiscale fino a 7 punti. Ora le nuove misure sono contenute nel Decreto coesione, che riforma le relative politiche in materia, e in un decreto legislativo, nell’ambito dell’attuazione della delega fiscale, martedì all’esame del Cdm.

L’obiettivo, come sottolineato dal premier Meloni al tavolo con i sindacati, è di continuare a sostenere la crescita dell’occupazione, la riduzione della disoccupazione e degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un lavoro e neppure lo cercano, per farli rientrare nel mercato. E anche di difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, “segnatamente quelli più esposti”.

In particolare, per il lavoro sono in arrivo misure per sostenere occupazione giovanile, di donne e di alcune categorie di lavoratori svantaggiati: con la riduzione degli oneri contributivi per i nuovi assunti per due anni. Accanto a queste sono previste disposizioni ad hoc per favorire l’avvio di nuove attività distinte per il Centro-Nord e il Mezzogiorno. Si fanno spazio “azioni per riqualificare” i lavoratori di grandi imprese in crisi per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

Indennità 100 euro a gennaio 2025

Erogata poi a gennaio 2025 un’indennità di 100 euro per i lavoratori dipendenti, con reddito complessivo non superiore a 28mila euro con coniuge e almeno un figlio a carico, oppure per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. Con il Decreto coesione il governo punta ad accelerare l’attuazione delle politiche di coesione che prevedono per l’Italia 75 miliardi di euro, di cui 43 miliardi di risorse europee. Questi fondi europei vengono assegnati al Paese ogni sette anni vanno spesi, destinandoli a politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese.

 

Assunzioni sanitarie, ministro Schillaci: “abolire il tetto di spesa”

Si è aperta oggi la IV Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, istituita per legge quale riconoscimento della attività svolta dagli operatori sanitari a tutela della salute dei cittadini. Celebrato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), l’evento “La salute al centro” si è tenuto presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia, a Roma. Il complesso ospedaliero di Santo Spirito in Sassia è considerato il più grande e antico ospedale d’Europa e uno storico luogo di cura.

La scelta del 20 febbraio non è casuale: è il giorno in cui a Codogno venne scoperto il “paziente uno” affetto dal virus SARS-CoV-2. Alla presenza del Maestro Ferzan Ozpetek, ideatore e promotore della Giornata insieme al Maestro Mogol, sono inoltre stati presentati il documentario ‘Storia di un sogno’ e la nuova campagna della Fnomceo sul significato della professione medica.

“La sanità è una priorità di questo Governo” e “siamo all’inizio di un percorso per riorganizzare la nostra sanità pubblica. I prossimi obiettivi sono l’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni del personale, l’aumento dell’indennità di specificità e la valorizzazione degli specializzandi”. Ha sottolineato il ministro della salute e dottore Orazio Schillaci. “Da medico, oltre che dal ministro della Salute, attribuisco un valore importante, profondo e sincero a questa ricorrenza”, ha concluso Schillaci.

Riscatto Agricolo: “positivo incontro al ministero”

Al ministero dell’Agricoltura si è tenuto un incontro tra il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra e sei rappresentanti del movimento Riscatto agricolo. “È stato un incontro positivo”, ha dichiarato Andrea Papa, uno dei portavoce di Riscatto agricolo. “È il momento di fare un cambio di passo sulla politica agricola comunitaria semplificando l’erogazione degli aiuti, scongiurando tagli finanziari, dicendo basta alla vergogna degli aiuti per non produrre”, ha affermato La Pietra.

Dicendo anche che “Nelle prossime settimane il governo aprirà un confronto con le Regioni e le organizzazioni agricole per individuare le filiere a cui destinare i primi interventi di sostegno”, ha detto il sottosegretario ricordando che il governo ha già stanziato, con la legge di Bilancio, 300 milioni di euro per il prossimo triennio per fare fronte alle emergenze in agricoltura.

Vertice Italia-Africa, la premier accoglie i leader in Senato

Dopo l’apertura dei lavori al Quirinale, al via in Senato la seconda giornata del vertice internazionale ‘Italia-Africa Un ponte per una crescita comune’, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che accoglie i capi di Stato e di governo e ministri di Paesi africani, i vertici dell’Unione europea, dell’Unione africana e delle principali Organizzazioni internazionali.

La presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giorgia Meloni, è arrivata attorno alle 9, accolta dal presidente Ignazio La Russa, al Senato, dove è in corso la cerimonia di accoglienza dei capi di delegazione. Seguirà poi la foto di famiglia e la sessione plenaria, con gli interventi di apertura della stessa premier e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del presidente dell’Unione africana Azali Assoumani, della Commissione dell’Ua, Moussa Faki, dei presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento Ue (Ursula von der Leyen, Charles Michel e Roberta Metsola) e del vice segretario generale Onu Amina Mohammed. A seguire ci saranno ben cinque sessioni tematiche, focalizzate su cooperazione in campo economico e infrastrutturale, sicurezza alimentare, transizione energetica, formazione professionale e cultura, migrazioni e sicurezza, cui parteciperanno i relativi ministri competenti.

Anziani, dal 2025 indennità di accompagnamento a 1380 euro, agli aventi diritto con ISEE

Il Governo ha approvato ieir nel Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2024 lo schema di decreto legislativo che inizia l’attuazione della legge delega per la riforma del sistema di assistenza per gli anziani, Legge 33 2023.

Il provvedimento, illustrato in Conferenza stampa, va a rafforzare le misure di sostegno ai non autosufficienti e pone le basi per un sistema meno frammentato e con procedure di accesso ai servizi molto semplificate per tutti gli over 65.

Si sono rispettati i tempi previsti dal PNRR, che richiedevano l’entrata in vigore della legge delega entro il mese di marzo 032 per avere la garanzia dei finanziamenti e anche l’approvazione di questo decreto attuativo che era dovuto entro il mese di gennaio 2024.

Il disegno di legge recante “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane” (C 977) faceva parte infatti delle missioni 5 e 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR.

Pertanto, per gli anziani non autosufficienti ha dichiarato il vice ministro del lavoro e Politiche sociali Maria Teresa Bellucci “è stato fatto un lavoro importante”, con il via alla sperimentazione di due anni di una prestazione universale a scelta del cittadino “iniziando a mettere in protezione la platea di persone più bisognose e fragili e over-80. Si passerà da un assegno di accompagnamento attualmente pari a 531,76 euro a 1.380 euro, da poter spendere per servizi, cura e assistenza”.

Per l’avvio sono a disposizione oltre un miliardo di euro per il biennio 2024-2025.

Si tratta di una riforma strutturale attesa da vent’anni e piu che mai necessaria dato che l’Italia è il paese con più anziani in Europa, il secondo nel mondo, dopo il Giappone

E’ stato sottolineato che le norme prevedono di creare :

Un Sistema nazionale assistenza anziani, nel quale agiscono sinergicamente Stato, Regioni, Comuni , grazie anche all’interoperabilita delle banche dati al fine di creare un unico sportello di accesso delle persone anziane a tutte le prestazioni una semplificazione delle valutazioni richieste per definire l’invalidità le condizioni dell’anziano e definire le prestazioni cui ha diritto
Grazie in particolare alle risorse del PNRR si prevede un sistema di assistenza domiciliare hoc per gli anziani non autosufficienti che dovrebbe comprendere sia servizi medici -infermieristici che di sostegno nella vita quotidiana
incremento delle strutture residenziali con personale professionale e ambienti adatti alle ridotte capacità fisiche delle persone.
Sono previsti anche strumenti per agevolare la permanenza al lavoro, il turismo per la terza età, l’ alfabetizzazione tecnologica, e per favorire il rapporto con gli animali che ha grande valore anche ai fini della salute.

Si avvia in forma sperimentale per due anni 2025-20’26, un nuovo assegno di accompagnamento per le persone in difficoltà economica ( si parla di una soglia ISEE di 6000 euro) che potrà passare, a scelta dell’assistito:

– da 531 a 1380 euro mensili con un aumento del 200% oppure si potra affiancare all’assegno base una serie di servizi assistenziali dello stesso valore.(assistenza domiciliare o residenza assistita).

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L’Economist promuove Giorgia Meloni: “Timori ingiustificati”

La premier Giorgia Meloni è stata promossa sulla politica estera dal settimanale britannico Economist, che allontana ogni timore su economia e diritti civili.

“Giorgia Meloni ha smentito gli scettici”. Non solo. “I timori liberali si sono rivelati eccessivi”. Nel numero in uscita oggi, venerdì 26 gennaio, la redazione dell’Economist dedica due articoli all’esecutivo Meloni, in cui viene analizzato il suo operato.

Tra gli elementi positivi citati dall’Economist, certamente la politica estera. “Le relazioni con gli alleati Nato dell’Italia sono buone. L’Italia ha dato sostegno entusiastico, e armi, all’Ucraina e un sostegno piuttosto moderato a Israele. Ha inoltre reso Bruxelles abbastanza felice da consentire alla Commissione europea di continuare a fornire regolarmente quote dei 194 miliardi di euro (211 miliardi di dollari) assegnati all’Italia dal fondo di ripresa Covid-19 dell’Ue, di gran lunga la cifra più alta a qualsiasi Stato membro”, si legge ancora nell’articolo pubblicato.

Durante la campagna elettorale, lo spread tra il debito pubblico italiano e quello tedesco si era ampliato, a causa dei timori diffusi che Meloni potesse litigare con Bruxelles o forse, addirittura, destabilizzare l’euro stesso. Alcuni vedevano un’alleanza con l’uomo forte ungherese, Viktor Orban, con la destra nazionalista in Polonia e con Marine Le Pen in Francia. Ma dopo 15 mesi, scrive l’Economist, Meloni “sembra essere più convenzionale che demolitrice”.

“Né la Meloni è stata una spina nel fianco dei suoi colleghi leader europei o delle legioni di burocrati di Bruxelles il cui compito è preoccuparsi della stabilità dell’euro e della stessa Unione Europea. Lo spread si è ridotto a circa 1,5 punti percentuali e i mercati non mostrano segni di nervosismo, nonostante la debole crescita dell’Italia. Non ha collaborato con Orban o altri populisti per bloccare il processo decisionale dell’UE, né si è attirata la censura dei guardiani dello stato di diritto dell’UE. In Ucraina è stata ammirevole, inviando denaro e armi nonostante i tradizionali legami dell’Italia con la Russia. I timori che l’Italia prendesse una brutta svolta verso la xenofobia si sono rivelati infondati, nonostante il forte aumento del numero di richiedenti asilo che arrivano via mare”.

E poi la sottolineatura: “La politica sociale è rimasta inalterata, nonostante l’ostilità dei Fratelli all’aborto e alle unioni civili gay. È vero che non vi è stato alcun progresso verso il matrimonio gay o l’adozione tra persone dello stesso sesso; ma non vi è stato nemmeno alcun arretramento”. Non manca anche una nota personale: “La prima donna primo ministro italiana non si professa femminista, ma è una dura madre single che ha mollato senza troppe cerimonie il suo compagno per aver fatto proposte alle sue colleghe”.

Infine, scrive ancora il settimanale britannico: “Nessuna colpa si può finora attribuire alla gestione di Meloni. Né dovrebbe ancora. La ripresa dell’economia, duramente colpita dalla pandemia, era destinata a esaurirsi e ha dovuto affrontare nuovi venti contrari, in particolare la crisi energetica causata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ma la mancanza di crescita è una delle due nuvole in un cielo altrimenti in gran parte sereno”, sostiene l’Economist. “La seconda è un’impennata dell’immigrazione irregolare che la coalizione di destra della Meloni è decisa a frenare. Il numero di arrivi dal Mediterraneo è salito a 157.652 l’anno scorso, un aumento del 50% rispetto al 2022 e la cifra più alta dall’anno di punta del 2016. Il governo spera di dirottare alcune barche verso centri di detenzione in Albania. Ma il piano si è scontrato con una sfida legale che deve ancora essere risolta”.

Giulia Cecchettin, la ministra Bernini: “Riceverà la sua laurea in ingegneria. Non una honoris causa”

“Ho impressa l’immagine di Giulia attaccata all’albero con i suoi pupazzeti. Non è che Giulia riceverà una laurea, Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi. È già dottore, manca solo la formalità”, lo ha annunciato oggi la ministra dell’Università, Annamaria Bernini, intervenendo al meeting di Forza Italia, a Taormina. “Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di amare”, ha poi aggiunto Bernini parlando della ragazza trovata senza vita nella zona del lago di Barcis (Pordenone). Il ministro e vicepremier Antonio Tajani aveva proposto una honoris causa. Ma Giulia è già dottore. Ha precisato la Bernini.

E allora il ministro rilancia: “Ho deciso di dedicare a Giulia una serie di borse di studio agli studenti stranieri che vengono a studiare in Italia e sognano quello che sognava Giulia”.

A dare il via libera all’iter burocrativo è stata la stessa ministra dell’Università Annamaria Bernini: «Giulia è già laureata, è solo una questione di formalità». La ragazza uccisa nei giorni scorsi, avrebbe dovuto conseguire la laurea giovedì scorso 16 novembre in ingegneria biomedica. Mesi dopo, sarebbe toccato all’ex fidanzato Filippo Turetta. Era pronta anche per andare in Emilia, a frequentare un corso di disegnatrice.

L’ex fidanzato, nella giornata odierna, è stato fermato in Germania a Lipsia, dove si era fermato per strada, in quanto era termianta la benzina, e sarà in Italia nelle prossime 48 ore.

L’uomo ha prima ucciso la ex fidanzata, e poi nel giro di pochissime ore l’ha anche gettata in un dirupo ad un’altezza di circa 50 metri.
Trasportandola nel bagagliaio della sua autovettura, e tentando la fuga all’estero.

“Dmani invierò a tutte le scuole italiane un invito a rispettare un minuto di silenzio nella giornata di martedì in onore di Giulia e di tutte le donne abusate e vittime di violenze”.

Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. E che mercoledì prossimo sarà presentato in conferenza stampa il piano ‘Educare alle relazioni’. “Un piano che, aggiunge ancora il ministro, “è frutto di un lavoro accurato del ministero all’insegna di un confronto ampio e di un pluralismo di apporti”.

Patto per le imprese responsabili in favore della maternità

Questa mattina a Roma è stato sottoscritto il “Patto per le imprese responsabili in favore della maternità”, lanciato dal ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, nel corso di un evento dal titolo “La maternità (non) è un’impresa”.

“Siamo qui per proporre un’alleanza perché l’Italia, l’Europa hanno un problema: che consistenza avranno le prossime generazioni rispetto allo spopolamento”, ha detto la ministra Eugenia Roccella, alla presentazione del codice di autodisciplina di imprese a favore della maternità dal titolo “La maternità (non) è un’impresa”.

Per Roccella “abbiamo tanti fronti che si aprono e da coprire, questo governo per la prima volta ha messo al centro il tema della natalità, lo ha messo al centro del dibattito pubblico, affrontandolo in maniera trasversale e più ampia, siamo all’anno zero”. La ministra precisa: “Non siamo dirigisti, non crediamo ai piani quinquennali, crediamo nella sussidiarietà e vogliamo creare un ambiente amichevole per le donne e la maternità nel mondo del lavoro. Per questo dobbiamo valorizzare il lavoro di cura”.

L’accordo siglato questa mattina con diverse realtà aziendali, come Enel, contiene “tre punti fondamentali: un accompagnamento al rientro al lavoro dopo la maternità, l’aspetto sanitario come lo screening sulla fertilità e poi il più importante cioè la flessibilità con una valutazione degli obiettivi e non solo della presenza sul lavoro”.

Dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti e l’intervento di Roccella, ha parlato la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone. Intervenuti anche Luca Pesenti, professore associato di Sociologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Sabrina Prati, direttore centrale dell’Istat, Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, e Laura Menicucci, capo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Ha moderato Giancarlo Loquenzi, giornalista di Rai Radio Uno.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato un videomessaggio in cui ribadisce che la famiglia e la natalità sono al centro dell’azione di governo: “Futuro e investimento sono le parole chiave di questo patto”. ha detto. “Senza figli avremo un’Italia più povera, sarà a rischio la sostenibilità del nostro welfare e verrà meno quella staffetta generazionale sulla quale si fonda la capacità di portare nel futuro la nostra identità di popolo”, precisa la premier.

“Per decenni c’è stata molta disattenzione nei confronti della famiglia e, mentre altrove si correva ai ripari, da noi parlare di sostegno alla natalità sembrava quasi essere un tabù. Ecco, noi abbiamo infranto quel tabù, abbiamo messo la famiglia e la natalità al centro della agenda di Governo. Lo abbiamo fatto nonostante le poche risorse che avevamo a disposizione: con questa legge di bilancio, con quella precedente abbiamo messo in campo un pacchetto di provvedimenti che vale complessivamente oltre due miliardi e mezzo di euro. Chiaramente non è sufficiente, lo sappiamo bene, però la direzione tracciata, è chiara e disegna una visione”.

Meloni ha detto che si tratta di una sfida per la libertà. “È una sfida per il futuro dell’Italia, è una sfida per la libertà, in particolare delle donne. Perché purtroppo, sono ancora troppe le donne costrette a dimettersi dal lavoro dopo essere diventate mamme; sono ancora troppe le mamme lavoratrici che vedono il proprio percorso di carriera ostacolato da un sistema che non riconosce il valore di quello che fanno; sono ancora troppe le donne che rinunciano a mettere al mondo un bambino perché vivono questa scelta come una scelta alternativa alla realizzazione professionale. E noi non possiamo permettere tutto questo”.

“La denatalità e la mancanza di libertà sono in fondo due facce della decrescita – ha concluso Meloni.

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Calamità naturali, dal 2024 una polizza obbligatoria per tutte le imprese

A partire dal 2024 le aziende avranno l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro le calamità naturali, pena l’esclusione da qualunque aiuto statale. E’ quanto ha deciso il governo che ha inserito la norma nella legge di Bilancio. Le assicurazioni, a loro volta, non potranno rifiutarsi di garantire contro le catastrofi, altrimenti saranno costrette a pagare multe dai 200mila al milione di euro.

Gli eventi climatici, infatti, oltre a portare morte e distruzione, mettono anche a rischio il tessuto produttivo del Paese danneggiando le imprese che rischiano di fallire in attesa degli aiuti statali. Per questo il governo ha deciso di intervenire con la legge di Bilancio, rendendo obbligatorie le polizze assicurative contro le catastrofi dal prossimo anno. Le assicurazioni a loro volta potranno riassicurarsi presso Sace, cedendo al veicolo statale il 50% di quel rischio a fronte del pagamento di un premio. Nonostante le proteste da parte delle associazioni delle imprese, che non vogliono a vere l’onere di sostenere altre spese, il governo è andato avanti per la propria strada, mantenendo l’obbligo di assicurazione nel testo della legge di Bilancio depositato già in Senato.

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