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Catania, muore incastrato tra la cabina e la porta dell’ascensore

 A Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, un manutentore di ascensori, Antonio Pistone, è morto dopo essere rimasto incastrato tra la cabina e la porta dell’elevatore.

Il corpo dell’operaio, di 31 anni, è stato liberato dai vigili del fuoco. I medici del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Una donna che era dentro la cabina dell’ascensore è stata soccorsa dal personale medico perché sotto shock per quanto è avvenuto. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per le indagini del caso.

 Il tecnico era stato chiamato nel pomeriggio dopo che la donna era rimasta bloccata nella cabina fra un piano e l’altro.
ph credit da facebook

 

Catania, sgominata dai carabinieri una banda di ladri in abitazioni

A Catania una banda è stata accusata di avere messo a segno, tra aprile del 2019 e dicembre del 2021, dodici furti in abitazioni che avrebbero fruttato un bottino pari ad euro 120mila. Sgominata grazie alle indagini condotte da parte dei Carabinieri del comando provinciale del capoluogo etneo.

Oltre 100 i militari impegnati sul campo, con il supporto dei reparti specializzati, che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti 9 indagati accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio.

Catania, uccide il fratello a colpi di pistola durante una lite, fermato. La vittima aveva 44 anni

Un uomo di 50 anni, Rosario Vitale, è stato arrestato dai carabinieri di San Gregorio di Catania, con l’accusa di omicidio, dopo che questa mattina, al culmine di una lite, ha ucciso a colpi di pistola il fratello Davide, di anni 44.

L’omicidio, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe avvenuto intorno alle ore 3 del mattino all’esterno dell’abitazione del cinquantenne, di professione cuoco.

Ove durante la notte è arrivata la vittima, disoccupata, tossicodipendente, in passato con denuncia alle spalle e sottoposta a Trattamento socio sanitario obbligatorio, che ha minacciato il fratello con un coltello per via di conflitti familiari irrisolti da troppi anni a questa parte. Ne sarebbe quindi scaturita una lite furibonda, alla presenza anche del nipote 20enne, figlio di Rosario Vitale, al culmine della quale l’uomo ha sparato contro il fratello tre o 4 colpi di arma da fuoco, uccidendolo.

La vittima è stata raggiunta da due proiettili, alla testa e al torace.

Successivamente, per motivi ancora al vaglio degli inquirenti, l’omicida ha spostato il cadavere all’interno del cortile dell’abitazione, decidendo successivamente di andare a costituirsi. L’uomo è stato bloccato sul posto dai militari che lo hanno condotto in carcere in Piazza Lanza di Catania.

Si รจ arreso l’uomo barricato in casa a Catania, che sparava colpi di arma da fuoco in strada

Ha deciso di arrendersisi, consegnadosi alla polizia il 33enne che si era barricato in casa, da solo. Aveva esploso diversi colpi arma da fuoco in strada, senza colpire, però nessuno. Sul posto, in viale San Teodoro, nel popoloso rione Librino, si sono recate le forze di polizia.

L’uomo, in condizioni psicofisiche alterate, in passato sarebbe stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti, e questa volta temeva di essere stato avvelenato.

Ad allertare gli agenti e il 118, la madre dell’uomo, dopo che aveva ricevuto una chiamata da quest’ultimo che le comunicava che stava male.

Anche la moglie e altri familiari, aveva tentato di tranquillizzarlo e di fermarlo.

foto crediti ansa.it

Famiglia ustionata dall’esplosione di una bombola, mentre preparava dolci pasquali

Una famiglia stava preparando i dolci pasquali, quando è rimasta ustionata dall’esplosione di una bombola.

E’ successo a Catania a Tortorici nel Messinese. Cinque persone rimaste ustionate, quattro in modo grave tra cui due ragazzini di 12 e 15 anni che adesso sono ricoverati tra Catania e Palermo.

Tenta di uccidere l’ex e la moglie dell’uomo, arrestata

Una donna ha tentato di uccidere l’uomo con cui aveva avuto una relazione e la moglie del suo ex accoltellandoli in un parcheggio di un ritrovo a Catania.

E’ l’accusa contestata dalla Procura distrettuale a una dominicana di 37 anni, Ismaela Payano Pichardo, che è stata arrestata dalla polizia per porto abusivo di arma da taglio e duplice tentato omicidio.

L’aggressione a marito e moglie, secondo quanto spiega la Procura di Catania, sarebbe avvenuta il 31 luglio scorso per “ragioni riconducibili alla gelosia maturata a cagione di una relazione intrattenuta fino allo scorso anno dall’indagata con l’uomo”. La prima ad essere stata colpita sarebbe stata la rivale in amore, “trafitta al torace – ricostruisce la Procura – mediante un coltello a serramanico”. Poi avrebbe pugnalato il suo ex “lasciandogli addirittura infilzata l’arma ‘nello stomaco’ – scrive la Procura ancora – così come raccontato dalla vittima”.

Tassa rifiuti media di 312 euro, Campania al 1^ posto

È di 312 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2021 da una famiglia in Italia, con un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente.

La regione con la spesa più elevata resta ancora la Campania (con una spesa di euro 416 euro, -0,6% rispetto all’anno 2020) mentre quella con la spesa più bassa è il Veneto (232 euro), dove si registra ancora una diminuzione di circa il 4% rispetto all’anno precedente.

A diffondere gli importi è l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, secondo cui a livello territoriale si registrano aumenti in dodici regioni italiane: facendo registrare un incremento netto a due cifre in Liguria (+10,3%), Basilicata +8,1%, Molise con +6,1% e Calabria con +5,9%; tariffe in diminuzione invece in sei regioni, come la Sardegna con -5% e il Veneto un -3,8%.

La città, con tassa rifiuti più elevata in Italia resta ancora una siciliana, Catania, dove tuttavia la tariffa è rimasta stabile rispetto all’esercizio 2020, ossia ad euro 504.

Mentre a Potenza il capoluogo rimane come quello più economico con 131 euro da pagare, ma in aumento rispetto all’anno precedente, dove gli abitanti di Potenza pagavano euro 121.

photo crediti italiaoggi.it

Nubifragio a Catania, morto un uomo di 53 anni

Un forte nubifragio si è abbattuto da ieri su Catania e provincia, allagando piazze che sembrano essere diventati laghi, e strade dei veri e propri fiumi in piena, con auto letteralmente sommerse, trasportando detriti, o ogni cosa trovano sul loro passaggio.

Negozi inondati, come case e scantinati.

Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha emesso un’ordinanza per la chiusura immediata per oggi di tutti i negozi, ad eccezione di alimentari, farmacie e per beni di prima necessità e ha rilanciato l’appello a rimanere a casa. Sospese udienza in presenza al Tribunale per oggi e domani e le lezioni a scuola per domani e all’università fino a sabato.

Un uomo è stato travolto a Gravina di Catania, aveva 53 anni. Il suo corpo è stato trovato da volontari della Misericordia sotto un’auto. Inutili i tentativi di rianimazione cardiopolmonare. Secondo una prima ricostruzione, sembra che il 53enne sia sceso dalla sua vettura, dopo un incidente stradale, in via Etnea e sarebbe stato travolto dall’acqua sotto la vettura, rimanendo incastrato. Una dinamica che ricorda, in parte, quanto accaduto a Scordia, dove proseguono le ricerche della donna di 61 anni dispersa da due giorni per il maltempo in contrada Ogliastro. Ieri, in un agrumeto è stato ritrovato il corpo senza vita del marito Sebastiano Gambera, un agricoltore in pensione di 67 anni. La coppia era rientra in paese da Catania quando è scesa dalla loro auto ed è stata travolta dalla furia dell’acqua.

photo crediti ilgiorno.it

Caso Gregoretti, per il giudice di Catania “Salvini non ha violato la legge. Nessun sequestro di migranti”

A tre mesi dalla sentenza di non luogo a procedere contro Matteo Salvini, per il caso dei migranti a bordo della nave Gregoretti, il gup Nunzio Sarpietro ha depositato le motivazioni per la sua decisione di non mandare a processo il leader della Lega, che all’epoca dei fatti ex ministro dell’Interno, con l’accusa di sequestro di persona.

Nel luglio 2019, Matteo Salvini ritardò lo sbarco ad Augusta, in provincia di Siracusa, dei 131 migranti a bordo della nave Gregoretti in uso alla guardia costiera italiana. Il gup ha dichiarato che “la formula ‘il fatto non sussiste’ è stata adottata perché l’imputato ha agito non contra ius, bensì in aderenza alle previsioni normative primarie e secondarie dettate nel caso di specie“. Quindi, l’azione di Matteo Salvini è stata ineccepibile davanti alla legge. Cme prosegue il gup nelle sue motivazioni, “allo stesso non può essere addebitata alcuna condotta finalizzata a sequestrare i migranti per un lasso di tempo giuridicamente apprezzabile“.

Il giudice per l’udienza preliminare ha smontato tutta la linea dell’accusa, contro Matteo Salvini, sottolineando anche che, in qualità di ministro dell’Interno, non è stata penalmente rilevante, “dovendosi affermare che gli elementi proposti dal tribunale per i reati ministeriali di Catania, come legittimanti il rinvio a giudizio, si sono rivelati non fondati e comunque bilanciati da altri chiari e probanti dati probatori a favore dell’inquisito che li rendono contraddittori, e soprattutto inidonei a sostenere l’accusa in un giudizio dibattimentale”.

La formula assolutoria adottata “appare più favorevole all’imputato rispetto a quella invocata dalla difesa di ritenere il fatto come discriminato ai sensi dell’articolo 51 del Codice Penale”. Questo perché “l’imputato avrebbe agito nell’esercizio di un diritto o comunque nell’adempimento di un dovere”.

Le motivazioni si concludono da parte del gup evidenziando il fatto che “la ricorrenza di una causa di giustificazione richiederebbe pur tuttavia la integrazione dell’elemento materiale del reato ad avviso del giudice non configurabile”. Per il gup Nunzio Sarpietro non c’erano pertanto gli estremi per accusare Salvini di sequestro di persona, visto che l’ex ministro in quell’occasione ha agito nel pieno rispetto delle sue facoltà.

“Dopo tanti insulti, invenzioni, intercettazioni ‘alla Palamara’ e attacchi politici di ogni genere, vedere riconosciuta, nero su bianco, la correttezza del mio operato alla guida del Viminale è fonte di grande soddisfazione”, dice Salvini sui social.

Il leader della Lega, ha dunque ricordato che a settembre sarà a processo per un caso simile: “Purtroppo a settembre, per un caso analogo (riguardante la Ong spagnola ‘Open Arms’), sarò a processo a Palermo accusato di ‘sequestro di persona’, fino a 15 anni di carcere la pena prevista: spero che sarete al mio fianco, credo di avere dimostrato concretamente da Ministro dell’Interno che cosa si possa ottenere nella gestione dell’immigrazione clandestina, a difesa dell’Italia”. E concludendo: “L’ho fatto realizzando ciò che mi avevano chiesto gli italiani con il loro voto e lo rifarò: volere è potere. Grazie Amici per tutto il supporto che mi avete dato e per quello che mi darete, per me è fondamentale”.

Sicilia in fiamme, incendi a Catania e Palermo. Musumeci richiesta di mobilitazione al governo

 

 

I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere i roghi nei dintorni di Catania, sulla fascia jonica tra San Francesco la rena e Vaccarizzo, costringendo a evacuare via mare circa 150 persone e a chiudere l’aeroporto.

 

Oltre a Catania a bruciare è anche la provincia di Palermo, dove i Canadair sono in azione da questa mattina a Polizzi Generosa in contrada Venere e pompieri e forestali stanno intervenendo da terra a protezione delle aziende agricole e delle abitazioni. Una situazione di crisi per la quale il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha chiesto a Draghi di dichiarare lo stato di mobilitazione della Protezione Civile, il cui riconoscimento determinerebbe un concorso straordinario di risorse extra-regionali sia in termini di uomini sia di mezzi appartenenti ai vigili del fuoco e al volontariato.

Oltre  100 gli interventi svolti da ieri a Piana, dove sono presenti aree antropizzate con coltivazioni, sulla costa ionica l’oasi del Simeto e Vaccarizzo, dove al momento sono in bonifica e controllo gli incendi dei lidi e dei villaggi coinvolti ieri dalle fiamme. Proseguono le operazioni di spegnimento nell’entroterra catanese, a contrada Passo Martino, Fossa Creta, via Palermo, Belpasso e Castel di Iudica.

A Palermo i mezzi aerei lavorano dall’alba nella zona di San Giuseppe Jato e gli incendi si susseguono da 48 ore.