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Pavia: Carabinieri, sgominata banda dedita a furti in abitazioni, rapine e truffe. 6 arresti

Nelle prime ore di lunedì 13 maggio, i militari della Compagnia Carabinieri di Voghera, con l’ausilio del personale dei Comandi Provinciali di Pavia, Torino e Vercelli, nonché delle unità cinofile di Volpiano, hanno arrestato 6 persene ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose rapine, furti in abitazione e truffe commessi negli ultimi mesi nelle province di Pavia, Alessandria e Vercelli.

L’operazione è iniziata all’alba di questa mattina, quando i militari hanno fatto irruzione nei campi nomadi di Verolengo, Vercelli, Mantova e Castelnuovo Magra (SP) facendo scattare le manette per i componenti della banda.

L’attività investigativa condotta dall’Aliquota Operativa del NORM della Compagnia di Voghera, iniziata nel mese di aprile 2023, scaturisce da una serie di furti in abitazione, rapine e truffe attuate specialmente in danno di anziani e commesse da soggetti che utilizzavano un’autovettura Volkswagen Golf GTI di colore nero e con targhe fittizie, ovvero clonate da altri veicoli della stessa marca e modello.

La successiva scrupolosa analisi, effettuata mediante i dati estrapolati dai lettori targhe installati nella Provincia di Pavia, ha permesso di individuare un’autovettura Volkswagen Golf GTI, con caratteristiche identiche a quella utilizzata dai malfattori, ma intestata ad una
donna domiciliata in un campo nomadi nel Comune di Verolengo (TO), risultata essere convivente di un soggetto gravato da numerosi pregiudizi penali proprio per furti in abitazione e truffa in danno di persone anziane.

Grazie ai servizi di osservazione controllo e pedinamento i militari sono riusciti a dimostrare l’utilizzo dell’autovettura con targhe fittizie da parte di quattro soggetti di sesso maschile, tre dei quali residenti nel campo di Verolengo e uno in quello di Vercelli.

L’indagine ha sinora consentito di attribuire al sodalizio 10 furti in abitazione, 2 rapine (commesse a Dorno il 4 dicembre 2023 e una a Frassineto Po il 15 gennaio 2024 e 2 truffe (commesse una a Voghera e una a Cervesina con la tecnica dei falsi impiegati delle
società di erogazione del gas). La banda, oltre all’autovettura Golf GTI, aveva la disponibilità di un’autovettura Mini Cooper “S” di colore nero usata per commettere gli stessi reati.

Inoltre, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Voghera sono riusciti ad appurare che, all’interno del campo, oltre alla batteria dei quattro soggetti, ve n’era una seconda composta da tre soggetti di sesso maschile che aveva in uso un’altra autovettura Volkswagen Golf GTI di colore nero e che si rendeva responsabile di furti in abitazioni commessi nella provincia di Vercelli con analoghe modalità.

L’attività di indagine è stata condotta nell’ambito del Procedimento Penale n. 2621/2024 mod. 21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, coordinata dal Procuratore Capo dott. Fabio Napoleone e diretta dal Sostituto Procuratore dott. Andrea Zanoncelli.

Le attività di indagine proseguono al fine di completare gli accertamenti relativi alle responsabilità degli indagati e, soprattutto, di addebitare al sodalizio eventuali ulteriori episodi delittuosi.

ph credit dal web

Picchia compagna con mazza e tenta di ferire suocera, arrestato

Un 37enne di Manduria (Taranto) è stato arrestato dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia dopo aver picchiato la compagna convivente e tentato di uccidere la suocera con un coltello.

L’uomo, presumibilmente in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di stupefacenti, ha colpito più volte alla testa la sua compagna. e con un coltello, di uccidere la suocera.

La donna, secondo quanto ricostruito, sarebbe riuscita a fuggire da lui per poi rifugiarsi nel bagno dell’abitazione, la cui porta è stata sfondata dal 37enne.  Secondo quanto detto dalla donna, al rientro della madre nell’appartamento, il 37enne ha tentato di colpirla all’addome, utilizzando anche un coltello da cucina, ma senza riuscirvi mai.

La compagna, ha quindi  tentato di uscire dalla camera in cui si trovava, per aiutare la mamma, ma è stata fermata dall’uomo, che con foga ha chiuso la porta, bloccandole la gamba e procurandole altre lesioni.
La suocera per mettersi in salvo ha chiamato il 112, per chiedere aiuto. I carabinieri giunti sul posto poco dopo hanno arrestato l’uomo, mentre le due donne sono state portate in ospedale al pronto soccorso di Manduria.

Treviso, folle gara di velocità tra automobili: scoperti dai carabinieri sui social

carabinieri di Treviso hanno individuato i presunti responsabili di una gara di velocità condotta fra autovetture di grossa cilindrata avvenuta sulla viabilità ordinaria, in piena notte, nella zona di Castelfranco Veneto.

A condurre gli investigatori all’identificazione dei presunti responsabili sarebbe stato un video diffuso sui social da varie persone che hanno assistito alla “sfida”. Sull’evento la Procura della Repubblica di Treviso che indaga ha aperto un fascicolo.

Due i giovani denunciati, uno albanese di 23 anni e un italiano neopatentato di 20, dopo la diffusione di un video che riprende le “sconsiderate e rischiosissime manovre” della folle gara di velocità.

Caporalato: scoperto sistema di utilizzo illecito di extracomunitari ospitati presso il Centro di Accoglienza Straordinaria – CAS di Piombino

Operazione contro il caporalato: scoperto un sistema di utilizzo illecito di cittadini extracomunitari ospitati presso il Centro di Accoglienza
Straordinaria – CAS di Piombino, impiegati nel settore agricolo in diverse province della Toscana. 10 le persone arrestate.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno, nei confronti di 10 persone di nazionalità pakistana gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.

L’indagine denominata “Piedi Scalzi”, coordinata dalla locale Procura e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piombino con il supporto del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Livorno, ha consentito di ricostruire l’illecito utilizzo di manodopera posto in essere da 6 titolari di ditte individuali operanti nel settore agricolo, i quali, avvalendosi anche di altri soggetti per il
reclutamento, il trasporto giornaliero e il controllo dei lavoratori, hanno impiegato, approfittando del loro stato di bisogno, 67 cittadini di nazionalità pakistana e bengalese ospitati presso il Centro di Accoglienza Straordinaria – CAS “Le Caravelle” di Piombino (LI) per la raccolta di ortaggi/olive nonché pulizia di vigneti in terreni nelle province di Livorno e Grosseto.

In particolare, sono stati accertati gli indici di sfruttamento dei cittadini extracomunitari impiegati, rilevando l’assenza di un regolare contratto di assunzione, una reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro (con picchi di 10 ore giornaliere, senza le pause previste) e al trattamento economico (con corrispettivi sempre ampiamente al di sotto degli euro 10,56 previsti dalla contrattazione.
In un caso addirittura pari a euro 0,97 all’ora), con sistematica violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene.
Nel corso dell’operazione è stato altresì eseguito un decreto di sequestro preventivo di € 45.000 quale profitto accertato dall’INPS a seguito del mancato versamento dei contributi previdenziali ed assicurativi per i lavoratori illecitamente impiegati.

ph credit carabinieri comando generale e di livorno

 

Santo Stefano in Aspromonte (Rc), inaugurata la stazione Carabinieri, bene confiscato alla criminalità organizzata

Ieri pomeriggio a Santo Stefano in Aspromonte, alla presenza del Ministro dell’Interno, Prefetto Matteo Piantedosi, e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, c’è stata l’inaugurata lla nuova sede della Stazione Carabinieri, importante presidio di riferimento per la cittadinanza, simbolo della legalità e della visibile presenza dello Stato.

La cerimonia, iniziata alle ore  17 circa, ha visto uno schieramento costituito dalla Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, da un picchetto d’onore, da rappresentanze dei Comandanti delle Stazioni Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e dei “Cacciatori” dello Squadrone Eliportato “Calabria”, rendere gli onori al Ministro dell’Interno, accompagnato dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

Dopo la rassegna ai reparti schierati, l’Amministrazione Comunale di Santo Stefano ha donato simbolicamente la Bandiera Nazionale, svolgendo cosi la relativa cerimonia dell’Alzabandiera.

Il Sindaco di Santo Stefano in Aspromonte, Dott. Francesco Malara, ha evidenziato come la comunità cittadina vuole “crescere e migliorarsi nel solco della legalità quale indispensabile principio da cui poi, soltanto dopo, si può ottenere un vero sviluppo ed una vera crescita”.

A seguire, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi ha sottolineato come “questa Caserma è frutto di un’importante sinergia e gioco di squadra tra tutte le Istituzioni statali e locali. E’ un esempio di efficienza. E l’efficienza delle Istituzioni è il primo antidoto contro l’illegalità”. Il Comandante Generale ha inoltre affermato che “i Carabinieri che prestano servizio in Aspromonte sono ragazzi appartenenti a Stazioni che sono veri e propri avamposti dello Stato. Sono Carabinieri che lavorano a testa alta, con determinazione, orgogliosi non solo di rappresentare lo Stato ma consapevoli che sono loro stessi lo Stato.

Successivamente ha preso la parola il Presidente della Regione Calabria, Dott. Roberto Occhiuto che ha ringraziato le Istituzioni sottolineando come la Regione Calabria sia stata la prima ad aver stipulato un protocollo con l’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata, che ha portato alla restituzione di numerosi beni confiscati alla collettività destinandoli a funzioni di legalità o di altre utilità sociali.

Il Ministro dell’Interno, Prefetto Matteo Piantedosi, il quale ha affermato che “la giornata di oggi è particolarmente simbolica e mi inorgoglisce come cittadino e ministro perché oggi festeggiamo un significativo successo dello Stato, cioè la sottrazione di beni alla
ndrangheta che sono stati riconsegnati ai canali della legalità”.

Al termine, le massime autorità hanno proceduto al taglio del nastro con la relativa visita prima degli onori finali.
A Santo Stefano in Aspromonte, dunque la Stazione Carabinieri fu istituita con Regio Decreto del 24 gennaio 1861, inserendosi in un territorio dalle dinamiche storicamente complesse. Lo stabile che oggi è stato inaugurato quale nuova sede della Stazione Carabinieri, è un bene confiscato e assegnato, nel maggio del 2019, all’Arma dei Carabinieri, anche grazie all’interessamento della Prefettura e dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati. L’edificio è stato poi riqualificato dall’Arma dei Carabinieri.

Le Stazioni Carabinieri, con la loro diffusione capillare, esaltano la capacità di “leggere” il territorio, interpretarne le esigenze e le aspettative, adottando iniziative aderenti e tempestive. Una prossimità – quella che lega l’Arma al cittadino – costruita giorno dopo giorno e caratterizzata da quel garbo e da quella correttezza che rendono credibili anche la fermezza e la determinazione quando necessarie.
Le Stazioni Carabinieri rappresentano, dunque, col loro quotidiano e silenzioso impegno un baluardo a tutela della sicurezza e della legalità, e traggono il loro entusiasmo nell’operare dall’orgoglio e dalla soddisfazione di fare integralmente parte delle comunità locali in cui sono inserite, corrispondendo con i fatti all’impareggiabile credito di fiducia, che i cittadini da sempre accordano all’Arma dei carabinieri, quale insostituibile e più alta fonte di gratificazione.

ph credit comando generale carabinieri

Parco Nazionale Alta Murgia “Truffa dei pascoli” ai danni dell’Ue, carabinieri forestali sequestrano 400 mila euro

Il Reparto Carabinieri Parco Nazionale Alta Murgia di Altamura ha eseguito un Decreto emesso dall’Ufficio  del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari su richiesta della Procura Europea (EPPO) – Sede di Roma – che ha disposto il sequestro preventivo di denaro e disponibilità finanziarie, anche per equivalente, di altri beni o utilità di proprietà degli indagati per 400 mila euro, profitto di reato commesso da un rappresentante di una società agricola, operante nella provincia di Bari e della Bat, e da un suo delegato.

Le indagini, svolte dal Reparto Specializzato dell’Arma alla sorveglianza dei territori ricadenti nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, hanno consentito di accertare la truffa aggravata finalizzata al conseguimento illecito di rilevanti contributi pubblici destinati al comparto agricolo ed erogati dall’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura).

La condotta fraudolenta si è sviluppata attraverso la presentazione, tra il 2017 e il 2021, di domande uniche di pagamento, nelle quali i predetti imprenditori agricoli non si sono limitati a dichiarare falsamente la conduzione di appezzamenti di terreni pascolivi mediante l’attività agricola del pascolamento di animali, ma attraverso la realizzazione di fittizi contratti di gestione degli animali, hanno realizzato veri e propri artifizi atti a tranne in inganno l’organismo pagatore circa l’esistenza delle condizioni per accedere ai citati finanziamenti pubblici. Inoltre i militari hanno appurato che gran parte dei terreni erano stati attraversati da incendi negli anni scorsi, dunque inservibili come terreni per il pascolo del bestiame.

L’operazione testimonia il lavoro dei Carabinieri del Reparto Parco Nazionale Alta Murgia di Altamura impegnati non soltanto alla tutela ambientale dell’importante area protetta ma anche nella lotta alle frodi in danno ai bilanci dello Stato e dell’Unione Europea.
Essa rappresenta, inoltre, l’esito dell’efficace azione di contrasto posta in essere dalla Procura Europea (procura indipendente dell’Unione Europea con il compito di portare in giudizio i crimini contro gli interessi finanziari dell’UE) mediante un’incisiva ed efficace azione di coordinamento delle indagini che ha portato all’adozione del provvedimento volto sia ad impedire la prosecuzione dell’attività delittuosa sia a
consentire il recupero delle indebite somme percepite dagli indagati in spregio alle normative ed a discapito dei numerosi imprenditori onesti.

Tutte le persone interessate si presumono innocenti fino a prova contraria davanti ai competenti tribunali italiani.

Caserta, uccide vicino di casa per un posto auto nel parcheggio condominiale: arrestato un 74enne

Un 74enne è stato fermato ieri pomeriggio a Parete, nel Casertano, dopo aver ucciso il vicino di casa di 60 anni, Sebastiano Tessitore, durante una lite per una questione di parcheggio dell’auto all’interno degli spazi condominiali.

Una lite avvenuta nel cortile interno della palazzina Iacp di via 2 Agosto cui hanno assistito anche altre persone, tra residenti e familiari dei due uomini. I carabinieri della Compagnia di Aversa, intervenuti sul posto proprio su segnalazione dei testimoni presenti, hanno ricostruito l’esatta dinamica di quanto è avvenuto tramite le testimonianze e l’interrogatorio del 74enne.

“L’auto non si parcheggia così”, aveva detto quest’ultimo al vicino: un’affermazione che ha scatenato la lite, con entrambi che hanno gridato lanciandosi insulti, tanto da spingere residenti e familiari a scendere nell’area parcheggio. Improvvisamente il 74enne ha estratto la pistola, una calibro 9 semiautomatica detenuta legalmente, e ha fatto fuoco tre volte colpendo e uccidendo Tessitore. A quel punto l’omicida, tra le urla di disperazione dei presenti, si è allontanato tornandosene a casa, mentre i testimoni chiamavano i carabinieri; questi hanno raggiunto il 74enne a casa, dove hanno trovato anche la pistola, e lo hanno fermato portandolo in caserma, dove dopo l’interrogatorio è scattato il fermo disposto dalla Procura di Napoli Nord.

Morte dei due giovani carabinieri, donna al volante indagata per omicidio stradale

La Procura di Salerno ha addebitato il reato di omicidio stradale alla donna di 31 anni, Nancy Liliano, ritenuta responsabile dell’incidente avvenuto nel Salernitano e costato la vita a due giovani carabinieir, il maresciallo Francesco Pastore di 25 anni e l’appuntato scelto dell’arma Francesco Ferraro, di anni 27. Nel quale è rimasto anche ferito il maresciallo Paolo Volpe, attualmente ricoverato in ospedale. La donna alla guida del Suv che ha centrato in pieno la macchina dei tre giovani, sarebbe risultata positiva all’alcool test e cocaina, anche se quest’ultima positività deve essere ancora confermata da un controesame.

La stessa era una delle 15 persone che nel giugno del 2019, al culmine di un’indagine iniziata nel 2015, i carabinieri della Compagnia di Eboli (Salerno) notificarono misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Dda. Tra i reati contestati, a vario titolo, anche l’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacentiNancy Lilliano decise di patteggiare la pena e venne condannata a tre anni di reclusione.

Prima di raggiungere la Puglia, regione d’origine di entrambi, i feretri dei due carabinieri sono giunti davanti alla stazione carabinieri di Campagna, dove le tante persone presenti hanno reso omaggio al maresciallo e all’appuntato con un lungo applauso e deponendo fasci di fiori. Presenti diversi esponenti delle istituzioni, tra cui il prefetto di Salerno, Francesco Esposito, il sindaco di Campagna, Biagio Luongo, e il comandante provinciale di Salerno dei carabinieri, Filippo Melchiorre. I funerali saranno celebrati oggi nei rispettivi comuni d’origine in Puglia.

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Poggiridenti (Sondrio), giovane uccide lo zio 50enne: arrestato

A Poggiridenti, in provincia di Sondrio, in Valtellina una lite è sfociata in tragedia, nella giornata di ieri. All’interno di un’abitazione, un giovane ha afferrato un coltello e ha ucciso il 50enne zio, Davide Conforto, con un colpo alla gola.

Inutili i soccorsi, giunti sul posto, dopo l’allarme lanciato dagli altri familiari presenti. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri, che hanno interrogato il presunto assassino in caserma e l’hanno poi arrestato con l’accusa di omicidio volontario.

Trovato un feto in un cassonetto nella provincia di Pavia

Un feto di poche settimane rinvenuto questa mattina, in un cassonetto di un parco di Parona, un comune della Lomellina a pochi chilometri di distanza da Vigevano, in provincia di Pavia. A dare l’allarme sono stati alcuni operatori ecologici, intenti a pulire l’area.

Dopo aver ripulito alcuni cestini in via Papa Giovanni XXIII, hanno svuotato il cassonetto, durante i lavori è affiorato il feto. Sono stati subito avvisati i carabinieri, giunti immediatamente sul posto. Il feto è stato consegnato dagli esperti dell’istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia, dove verrà esaminato.

Considerate le dimensioni ridotte, è presumibile che il periodo di gravidanza della madre sia stato breve. I militari hanno avviato le indagini per risalire alla donna. Verranno monitorate con attenzione le immagini delle telecamere di videosorveglianza vicine al parco.