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Picchia compagna con mazza e tenta di ferire suocera, arrestato

Un 37enne di Manduria (Taranto) è stato arrestato dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia dopo aver picchiato la compagna convivente e tentato di uccidere la suocera con un coltello.

L’uomo, presumibilmente in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di stupefacenti, ha colpito più volte alla testa la sua compagna. e con un coltello, di uccidere la suocera.

La donna, secondo quanto ricostruito, sarebbe riuscita a fuggire da lui per poi rifugiarsi nel bagno dell’abitazione, la cui porta è stata sfondata dal 37enne.  Secondo quanto detto dalla donna, al rientro della madre nell’appartamento, il 37enne ha tentato di colpirla all’addome, utilizzando anche un coltello da cucina, ma senza riuscirvi mai.

La compagna, ha quindi  tentato di uscire dalla camera in cui si trovava, per aiutare la mamma, ma è stata fermata dall’uomo, che con foga ha chiuso la porta, bloccandole la gamba e procurandole altre lesioni.
La suocera per mettersi in salvo ha chiamato il 112, per chiedere aiuto. I carabinieri giunti sul posto poco dopo hanno arrestato l’uomo, mentre le due donne sono state portate in ospedale al pronto soccorso di Manduria.

Avellino, violenza intima sulla moglie anche davanti a figli: allontanato 34enne

I carabinieri di Grottaminarda (Avellino) hanno disposto un divieto di avvicinamento nei confronti di un 34enne, gravemente indiziato di maltrattamenti alla moglie, anche davanti ai figli minori, di natura intima.

I militari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da ella frequentati e del divieto di dimora. La donna ha riferito delle vessazioni, minacce e aggressioni fisiche subite dal marito da tanti anni.

foto dal web

Brescia, maltrattamenti alla moglie, pm chiede l’assoluzione del cingalese sotto accusa: “Fatto culturale”

Hanno suscitato perplessità le parole usate dal pubblico ministero di Brescia nel caso di una donna di 27 anni del Bangladesh, vissuta sin da piccola in Italia, che aveva sposato un connazionale in patria secondo un matrimonio combinato e che aveva denunciato l’uomo per maltrattamenti fisici e psicologici.

Nel 2019 la donna, moglie di un cingalese, suo ex marito, denuncia maltrattamenti ma il pm di Brescia ne chiede l’assoluzione in quanto trattasi “di un fatto culturale”.

Come riporta il Giornale di Brescia, la Procura prima di arrivare a processo aveva chiesto l’archiviazione del procedimento a carico dell’uomo, ma il Gip l’aveva negata, ordinando l’imputazione coatta per lo straniero nato e cresciuto in Bangladesh: “Sussistono senz’altro elementi idonei a sostenere efficacemente l’accusa in giudizio nei confronti dell’ex marito”, aveva affermato il giudice.

Arrivati a processo il pm ha rinnovato la richiesta di assoluzione per l’imputato, sottolineando che “i contegni di compressione delle libertà morali e materiali della parte offesa da parte dell’odierno imputato sono il frutto dell’impianto culturale e non della sua coscienza e volontà di annichilire e svilire la coniuge per conseguire la supremazia sulla medesima, atteso che la disparità tra l’uomo e la donna è un portato della sua cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine”. Il caso viene inquadrato come un reato culturalmente orientato.

“La cultura di origine non può essere una scusa. Sono stata trattata da schiava”, ha affermato la vittima di maltrattamenti che ha denunciato l’ex marito.

Botte perché prende la pillola anticoncezionale

Donna di 23 anni di nazionalità marocchina, nel Bolognese, è stata vittima di violenze e minacce da parte del marito, connazionale di 36 anni, perché prendeva la pillola anticoncezionale, mentre lui, invece, voleva altri figli.

Ieri sera l’ultimo di una serie di episodi violenti che ha spinto la giovane a chiamare il 112.

I militari della stazione di Crevalcore, raggiunta l’abitazione della famiglia nelle campagne, hanno trovato la donna, con in braccio il figlio di 3 anni, spaventata e in lacrime.

A loro ha riferito di essere stata picchiata dal marito perché si era rifiutata di avere un rapporto sessuale con lui.

Oltre a questo, ha raccontato anche di essere stata aggredita per avere deciso di prendere la pillola anticoncezionale, fatti che non ha mai avuto il coraggio di denunciare. A terra, i carabinieri, hanno notato stoviglie e piatti rotti, segni di una violentissima lite tra loro due.

Soccorsa dal 118, la 23enne è stata accompagnata all’ospedale: per lei 10 giorni di prognosi. Il 36enne è stato arrestato per maltrattamenti contro familiari e conviventi.