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Morì per tumore curato con le tisane, “santone” assolto in appello

Roberta Repetto, 40 anni, morì uccisa dalle metastasi di un tumore curato con tisane ed erbe da un “santone” e dai suoi collaboratori del centro olistico Anidra in Liguria. Ora arrivata l’assoluzione per Paolo Bendinelli, responsabile e guru del centro, mentre è stata ridotta da 3 anni e 4 mesi a 1 anno e 4 mesi la condanna per il medico bresciano Paolo Oneda. Confermata l’assoluzione per la psicologa Paola Dora. Repetto fu anche sottoposta, senza anestesia, all’asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro.

La procura aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace e violenza sessuale. In primo grado gli imputati erano stati condannati per omicidio colposo al termine del rito abbreviato ed erano stati assolti dall’accusa di violenza sessuale e circonvenzione di incapace.

La donna, i cui familiari sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Sciacchitano e Andrea Andrei, era poi morta nell’ottobre del 2020 all’ospedale di San Martino dove era arrivata che non c’era più nulla da fare.

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Tribunale federale scagiona Emanuela Maccarani accusata di presunti abusi psicofisici

Ad un anno dal caso che ha scosso la ginnastica italiana a seguito delle rivelazioni fatte da due ex ginnaste (Nina Corradini e Anna Basta) su presunti abusi psicofisici subiti all’Accademia di Desio, il tribunale federale della Fgi ha emesso una sentenza che di fatto scagionerebbe Emanuela Maccarani, allenatrice delle Farfalle azzurre della ginnastica ed ex direttrice dell’Accademia federale di Desio, finita sul banco degli imputati insieme alla sua collaboratrice Olga Tishina. Per la ct è stata irrogata la sanzione dell’ammonizione “per aver pronunciato in più occasioni espressioni inadeguate nel corso degli allenamenti” mentre per la sua assistente è arrivata l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Per Maccarani, già auto sospesa nei mesi scorsi dalla giunta Coni, si tratta pertanto della pena minima inflitta dalla giustizia sportiva. Rischiava dalla radiazione ad una ammenda o squalifica di due anni.

foto crediti lapresse

Processo Ruby ter, Silvio Berlusconi e tutti gli altri imputati assolti perché “il fatto non sussiste”

Il processo Ruby ter ha avuto la parola fine. Silvio Berlusconi e tutti gli imputati coinvolti sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

Il leader di Forza Italia, ex presidente del consiglio italiano, era imputato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, per cui la procura aveva chiesto una condanna a 6 anni. Per i giudici del Tribunale di Milano “il fatto non sussiste”.

L’assoluzione è andata anche per tutti gli altri 28 imputati. Tra questi anche Karima el Mahroug, conosciuta come “Ruby” che, dopo la lettura della sentenza, ha stretto le mani al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Luca Gaglio e ha rilasciato qualche dichiarazione ai cronisti. “Non immaginavo una cosa così – ha detto -. Sono contentissima. È stata una liberazione da una vicenda che mi ha travolto e che è stata un macigno non da poco”.

Di Berlusconi, anche ai tempi, ne ho sempre parlato bene, non ho mai parlato dell’uomo politico – ha aggiunto Karima -. Ho sempre parlato dell’uomo e con me si è sempre comportato bene e quindi potrò solamente essergli grata, grata di aver conosciuto una persona così. Ora ho bisogno di tempo per assimilare. Sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori”.

Assolte anche le cosiddette “olgettine” e gli altri ospiti della residenza di Silvio Berlusconi, per serate a cui hanno partecipato, tra cui la senatrice Maria Rosaria Rossi e il presidente di Medusa Carlo Rossella. Erano tutti accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza ma secondo il Tribunale “il fatto non sussiste”. Per Barbara Guerra è anche stata pronunciata una sentenza di “non luogo a procedere” per prescrizione di reato di calunnia.

“E’ un’assoluzione con la formula più ampia e più piena possibile, non posso che essere enormemente soddisfatto, tre su tre!”. Le parole della difesa di Silvio Berlusconi, avvocato Federico Cecconi.

“L’assoluzione di Berlusconi è una bellissima notizia che gli rende giustizia. Non avevo alcun dubbio sulla sua innocenza. La comunità di Forza Italia festeggia il suo leader”, ha scritto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, su Twitter.

E ancora, in un’intervista a La7 Tajani ha dichiarato: “E’ stata tutta una montatura. Una bellissima notizia che rende giustizia ad uomo attaccato ingiustamente per motivi politici. Nessuno di noi dubitava della sua innocenza. Mi auguro che sia finita quella stagione: perché è stata tutta una montatura nei suoi confronti come dimostra che Berlusconi è stato assolto perché il fatto non sussiste”.

Il presidente Giorgia Meloni: “L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al Presidente Berlusconi a nome mio e del Governo un saluto affettuoso”.

Il vicepremier e ministro Matteo Salvini: “Felice per l’assoluzione di Silvio Berlusconi dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche”.

Paita (Az-Iv): “L ‘assoluzione di Silvio Berlusconi dall’accusa di corruzione è una buona notizia per lui ma soprattutto per le istituzioni”. Così in una nota Raffaella Paita, Presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato.

“Forza Italia chiede l’immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”. Lo ha annunciato in Aula alla Camera il capogruppo Alessandro Cattaneo aggiungendo anche “Diamo un abbraccio al presidente Berlusconi e chiediamo verità su anni di feroci battaglie giudiziarie”.

foto crediti urbanpost

Assolti Silvio Berlusconi e Mariano Apicella nel processo Ruby Ter

Il tribunale di Roma assolve Silvio Berlusconi in uno dei filoni della max processo di Ruby Ter perché il fatto non sussiste.

I giudici hanno infatti fatto cadere le accuse anche per il cantante Mariano Apicella.

I due erano accusati di corruzione in relazione alla falsa testimonianza del cantante napoletano in merito alle feste organizzate ad Arcore.

“Sono contento e soddisfatto. Apprezzo anche che lo stesso pubblico ministero abbia chiesto l’assoluzione”. Così Silvio Berlusconi ha commentato a caldo, parlando al telefono con i suoi difensori, la decisione del tribunale di Roma che ha fatto cadere l’accusa di corruzione in uno dei filoni dell’indagine Ruby Ter.

“Gli elementi avanzati dalla difesa – ha aggiunto ancora, il leader di Fi – hanno chiarito oltre ogni ragionevole dubbio l’assenza di elementi di opacità in questa vicenda”.

Assolto gioielliere che uccise due rapinatori a Ercolano

Tribunale di Napoli assolve gioielliere Giuseppe Castaldo, che il 7 ottobre del 2015 uccise a colpi di pistola a Ercolano due rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone. Il giudice Antonia Napolitano Tafuri ha stabilito che “il fatto non costituisce reato”.

Procura di Napoli aveva chiesto l’archiviazione e, durante il dibattimento, l’assoluzione di Castaldo.

L’avvocato difensore Maurizio Capozzo ha chiesto l’assoluzione sottolineando che Castaldo ha agito per legittima difesa. La pistola di Castaldo era regolarmente detenuta. Petrone, originario di Secondigliano, aveva 53 anni, mentre Luigi Tedeschi 51.

Pazienti morti in corsia, doppia assoluzione per Daniela Poggiali

E’ arrivata la doppia assoluzione per Daniela Poggiali, l’ex infermiera dell’Ausl Romagna accusata di due omicidi in corsia mentre si trovava in servizio all’ospedale Umberto Ì di Lugo, in provincia di Ravenna.

La Corte di assise di appello di Bologna l’ha infatti assolta perché il fatto non sussiste nell’appello ter per la morte di Rosa Calderoni, 78enne deceduta l’8 aprile del 2014 e anche per il caso del 94enne Massimo Montanari deceduto il 12 marzo 2014 sempre a Lugo.

Nel primo caso si partiva da un ergastolo, due volte riformato da assoluzioni in appello, poi annullate da altrettante Cassazioni. Nel secondo da una condanna a 30 anni, in primo grado. In entrambi, per la Corte, il fatto non sussiste.

Oltre alle due assoluzioni, la Corte di assise di appello ha ordinato anche l’immediata scarcerazione per l’ex infermiera.

L’imputata raggiungerà dunque Forlì, dove è in custodia cautelare, e poi una volta prese le sue cose, sarà di nuovo messa in libertà, come è già avvenuto nel luglio 2017, all’epoca dopo aver già fatto mille giorni di carcere.

Nell’aula erano presenti la sorella e il cognato, che appena la Corte ha letto il dispositivo si sono avvicinati a lei. “Sono felice, non poteva che andare così”, hanno detto.

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Assoluzione nel processo Ruby ter di Siena per Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi è stato assolto nel processo Ruby ter di Siena “perché il fatto non sussiste”.  Insieme al pianista di Arcore Danilo Mariani. Secondo i giudici, l’ex premier non avrebbe mai versato sul conto bancario di Mariani con la causale “rimborsi spese” una cifra vicina a 170 mila euro in tre anni per costringerlo a dichiarare il falso sulle   serate di Arcore, a cui partecipavano alcune ragazze, ribattezzate le Olgettine, e la giovane tunisina Karima El Mahroug, detta «Ruby Rubacuori».

Si chiude così, uno dei filoni del processo di Milano sul caso Olgettine nel quale l’ex premier  era già stato assolto con formula piena (sentenza passata in giudicato) dal reato di concussione “perché il fatto non sussiste” e da quello di prostituzione minorile “perché il fatto non costituisce reato”. Berlusconi era accusato di aver convinto la ballerina Ruby al silenzio grazie a elargizioni di oltre sette milioni di euro tra contanti e regali vari.

“Grandissimo risultato, tutti e due assolti con formula piena: sono veramente contento. Non stupito: è il giusto epilogo di questo processo che forse si doveva fermare un po’ prima”, le parole di uno dei legali di Berlusconi, l’avvocato Enrico De Martino, al termine del processo Ruby ter al tribunale di Siena.

Ho sentito Berlusconi poco fa, è evidentemente sollevato e soddisfatto”. Lo ha riferito invece ai giornalisti l’avvocato Federico Cecconi.

photo crediti Lanotiziagiornale.it

Caso Gregoretti, per il giudice di Catania “Salvini non ha violato la legge. Nessun sequestro di migranti”

A tre mesi dalla sentenza di non luogo a procedere contro Matteo Salvini, per il caso dei migranti a bordo della nave Gregoretti, il gup Nunzio Sarpietro ha depositato le motivazioni per la sua decisione di non mandare a processo il leader della Lega, che all’epoca dei fatti ex ministro dell’Interno, con l’accusa di sequestro di persona.

Nel luglio 2019, Matteo Salvini ritardò lo sbarco ad Augusta, in provincia di Siracusa, dei 131 migranti a bordo della nave Gregoretti in uso alla guardia costiera italiana. Il gup ha dichiarato che “la formula ‘il fatto non sussiste’ è stata adottata perché l’imputato ha agito non contra ius, bensì in aderenza alle previsioni normative primarie e secondarie dettate nel caso di specie“. Quindi, l’azione di Matteo Salvini è stata ineccepibile davanti alla legge. Cme prosegue il gup nelle sue motivazioni, “allo stesso non può essere addebitata alcuna condotta finalizzata a sequestrare i migranti per un lasso di tempo giuridicamente apprezzabile“.

Il giudice per l’udienza preliminare ha smontato tutta la linea dell’accusa, contro Matteo Salvini, sottolineando anche che, in qualità di ministro dell’Interno, non è stata penalmente rilevante, “dovendosi affermare che gli elementi proposti dal tribunale per i reati ministeriali di Catania, come legittimanti il rinvio a giudizio, si sono rivelati non fondati e comunque bilanciati da altri chiari e probanti dati probatori a favore dell’inquisito che li rendono contraddittori, e soprattutto inidonei a sostenere l’accusa in un giudizio dibattimentale”.

La formula assolutoria adottata “appare più favorevole all’imputato rispetto a quella invocata dalla difesa di ritenere il fatto come discriminato ai sensi dell’articolo 51 del Codice Penale”. Questo perché “l’imputato avrebbe agito nell’esercizio di un diritto o comunque nell’adempimento di un dovere”.

Le motivazioni si concludono da parte del gup evidenziando il fatto che “la ricorrenza di una causa di giustificazione richiederebbe pur tuttavia la integrazione dell’elemento materiale del reato ad avviso del giudice non configurabile”. Per il gup Nunzio Sarpietro non c’erano pertanto gli estremi per accusare Salvini di sequestro di persona, visto che l’ex ministro in quell’occasione ha agito nel pieno rispetto delle sue facoltà.

“Dopo tanti insulti, invenzioni, intercettazioni ‘alla Palamara’ e attacchi politici di ogni genere, vedere riconosciuta, nero su bianco, la correttezza del mio operato alla guida del Viminale è fonte di grande soddisfazione”, dice Salvini sui social.

Il leader della Lega, ha dunque ricordato che a settembre sarà a processo per un caso simile: “Purtroppo a settembre, per un caso analogo (riguardante la Ong spagnola ‘Open Arms’), sarò a processo a Palermo accusato di ‘sequestro di persona’, fino a 15 anni di carcere la pena prevista: spero che sarete al mio fianco, credo di avere dimostrato concretamente da Ministro dell’Interno che cosa si possa ottenere nella gestione dell’immigrazione clandestina, a difesa dell’Italia”. E concludendo: “L’ho fatto realizzando ciò che mi avevano chiesto gli italiani con il loro voto e lo rifarò: volere è potere. Grazie Amici per tutto il supporto che mi avete dato e per quello che mi darete, per me è fondamentale”.

Il leader della Lega assolto dall’accusa di vilipendio

“Edoardo Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana”, aveva detto il leader del Carroccio.

Salvini aveva associato alla magistratura espressioni come “schifezza” e “cancro da estirpare” e il pm Emilio Gatti, oggi, aveva chiesto la condanna al pagamento di tremila euro di multa (il massimo della pena prevista per questo reato è cinquemila euro).

“Non punibile per particolare tenuità del fatto”. Si è chiuso con questa formula, che equivale a una assoluzione, il processo in cui, a Torino, Matteo Salvini era stato chiamato a rispondere di vilipendio all’ordine giudiziario per delle frasi pronunciate nel 2016 a Collegno durante il congresso piemontese della Lega.

“Sono contento, ringrazio il giudice e il mio avvocato”, commenta Salvini su Twitter, aggiungendo anche che “la giustizia italiana va profondamente riformata” e che “il sistema Palamara va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti“.