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Agrigento, ossa umane rinvenute in un appartamento: potrebbero essere di Gessica Lattuca?

Alcune ossa, forse di natura umana, sono state rinvenute nel corso di lavori di ristrutturazione in un appartamento a Favara, in provincia di Agrigento, in una palazzina in via Luigi La Porta.

La casa è stata sequestrata dai carabinieri del Nucleo Operativo di Agrigento. Sarà ora il Dna a fare luce sull’intera vicenda.

L’immobile si trova a poca distanza dall’abitazione del fratello di Gessica Lattuca, la giovane donna madre di 4 figli scomparsa il 12 agosto del 2018. Il fratello della donna venne indagato per la sparizione di Gessica, ma è poi morto per overdose.

L’uomo era stato l’ultimo a vedere la sorella viva, la sera del 12 agosto del 2018, a Favara. L’ipotesi della Procura di Agrigento è che Gessica, 28 anni, sia stata colpita dal fratello al culmine di una lite. 

 Testimoni raccontarono poi di averla vista barcollare, sembrava brilla,  la sera della scomparsa, mentre l’ultimo avvistamento di Gessica risalirebbe al 13 agosto 2018 quando, secondo le poche informazioni emerse la donna sarebbe stata notata nei pressi della piazza principale di Favara. Da allora di lei più nessuna notizia.

Morì per tumore curato con le tisane, “santone” assolto in appello

Roberta Repetto, 40 anni, morì uccisa dalle metastasi di un tumore curato con tisane ed erbe da un “santone” e dai suoi collaboratori del centro olistico Anidra in Liguria. Ora arrivata l’assoluzione per Paolo Bendinelli, responsabile e guru del centro, mentre è stata ridotta da 3 anni e 4 mesi a 1 anno e 4 mesi la condanna per il medico bresciano Paolo Oneda. Confermata l’assoluzione per la psicologa Paola Dora. Repetto fu anche sottoposta, senza anestesia, all’asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro.

La procura aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace e violenza sessuale. In primo grado gli imputati erano stati condannati per omicidio colposo al termine del rito abbreviato ed erano stati assolti dall’accusa di violenza sessuale e circonvenzione di incapace.

La donna, i cui familiari sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Sciacchitano e Andrea Andrei, era poi morta nell’ottobre del 2020 all’ospedale di San Martino dove era arrivata che non c’era più nulla da fare.

ph credit pixabay

E’ morta Sandra Milo, aveva 90 anni

E’ morta Sandra Milo, all’età di 90. Si è spenta nella sua abitazione e tra l’affetto dei suoi cari come aveva richiesto. A renderlo noto la sua famiglia.

Sandrocchia, come l’aveva soprannominata Federico Fellini per il quale è stata una musa ispiratrice.

Con la partecipazione a film come Il generale Della Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma, Giulietta degli spiriti e, soprattutto, 8½, premiato con l’Oscar, Sandra Milo è stata tra le protagoniste del cinema italiano degli anni sessanta e fu, insieme ad altre attrici come Claudia Cardinale.

Al secolo Elena Liliana Greco, in arte Sandra Milo, era nata l’11 marzo del 1933 a Tunisi. Ispiratrice di grandi registi italiani e francesi si sposa giovanissima, a 15 anni, con il Marchese Cesare Rodighiero. Il matrimonio dura pochi mesi.

Nel 1953 decide di cominciare a recitare e lo fa nella pellicola di Giorgio Bianchi Via Padova, 46 accanto a Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Memmo Carotenuto, Massimo Dapporto, Ernesto Almirante, Vittorio Duse, Lamberto Maggiorani e Virna Lisi, ma in un cast così variegato di noti volti nessuno si accorge del suo. Con Antonio Pietrangeli il primo sodalizio artistico. Affiancherà Alberto Sordi ne Lo scapolo (1955), e proprio grazie alla sua esuberanza fisica e sua voce da bambina, si impone come una maggiorata del grande schermo, prendendo parte a numerose commedie: Adua e le compagne (1960), accanto a Claudio Gora e Marcello Mastroianni in Fantasmi a Roma (1961). Infine, nel 1964, diventa protagonista de La visita.

Poi è la volta con Gino Cervi in Moglie e buoi (1956), un piccolo ruolo nel film Mio figlio Nerone (1956) con Brigitte Bardot, Alberto Sordi, Vittorio De Sica e la grande diva del muto americana Gloria Swanson. Lavorerà con De Sica anche ne La donna che venne dal mare (1956).

Nel 1959, dopo il matrimonio con il produttore Moris Ergas recita per Roberto Rossellini ne Il generale Della Rovere (1959), accanto a De Sica e a Vittorio Caprioli. Stroncata dalla critica si rifugia in Francia e Claude Sautet la sceglie come partner di Jean-Paul Belmondo in Asfalto che scotta (1960). Federico Fellini le organizza un provino in casa e diventa la femme fatale ironica e disinibita ne 8 ½ (1963) con Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Mario Pisu, Rossella Falk, Anouk Aimée, Barbara Steele, Caterina Boratto, Annibale Ninchi e Giuliana Calandra, facendole ottenere fra l’altro il suo primo Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista. La Milo gli rimane accanto per 17 lunghi anni in cui Giulietta Masina – moglie di Fellini – era a conoscenza della relazione extraconiugale del marito e si era ritrovata persino a recitare con la Milo ne Giulietta degli Spiriti (1965), vincendo il suo secondo Nastro d’Argento. Nasce “Sandrocchia”, così la soprannominava affettuosamente lui. E ancora Le voci bianche (1964), La donna è una cosa meravigliosa (1964).

Finito il matrimonio con Ergas, dal quale nascerà Deborah, attualmente giornalista televisiva, la Milo troverà un nuovo amore con Ottavio De Lollis, che la renderà madre di Ciro e Azzurra.

Nel 1987, recita con Jeanne Moreau in Remake, poi spinta dall’amicizia con Bettino Craxi, si improvvisa conduttrice televisiva su Rai Due con il programma “Piccoli fans”, programma per bambini che la riporterà nuovamente in auge. Nel 1990 durante la trasmissione “L’amore è una cosa meravigliosa” il brutto scherzo telefonico fattole in diritta dove la sia avvertiva di un incidente – mai accaduto – del figlio Ciro. La Milo scappa in lacrime dallo studio, ma le urla della Milo diventano un tormentone per programmi come “Blob” e “Target”. Nel 2021 viene premiata con un David di Donatello alla carriera.

Successivamente la vediamo in tante apparizioni televisive, ospite e opinionista. Come testimonial pubblicitaria, scrittrice e impegnata anche nella discografia.

L’ultimo premio alla Carriera è del 2020 quando ricevette il Globo d’oro.

foto dal web

Avellino, morta dopo cena in pizzeria: sequestrati i cellulari dei familiari, compreso quello del marito

Sono stati sequestrati i telefoni cellulari di tutti i familiari di Gerardina Corsano, la 46enne di Ariano Irpino (Avellino) morta in ospedale il 31 ottobre scorso, dopo una cena con il marito. Inizialmente si era ipotizzata un’intossicazione alimentare, che i primi risultati di autopsia e gli esami nei laboratori dell’Istituto superiore di sanità hanno ufficialmente e definitivamente escluso. La donna sarebbe morta per avvelenamento. Il sequestro degli apparecchi, compreso quello del marito della vittima, Angelo Meninno, 52 anni, è stato disposto dal Pm della Procura di Benevento.

Il penalista Gerardo Giorgione, che rappresenta i fratelli e la madre di Gerardina Corsano, spiega così il provvedimento del magistrato: “Esclusa l’intossicazione da botulino, la Procura sta valutando ulteriori profili di indagine”.

foto crediti corriereirpinia

53enne colpita da un fulmine, deceduta

È morta all’età di 53 anni, Evelina Tomasoni, di Manerbio, nel Bresciano, deceduta, in quanto colpita domenica scorsa da un fulmine mentre si trovava sul versante del tra Pisogne e Zone in provincia di Brescia, a quota 1800 metri.

La donna era stata soccorsa, intubata e trasferita con un elicottero all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, le sue condizioni sono apparse subito disperate.

Grande appassionata di montagna, la donna è stata sorpresa dal temporale mentre era con il suo compagno.

Monica Sirianni, aperta un’inchiesta sulla morte improvvisa dell’ex concorrente del GF 2011

La procura di Lamezia Terme indaga per eventuali responsabilità nel decesso della 37enne, che ha avuto un malore mentre si trovava in un bar nel Catanzarese.

Stiamo parlando di Monica Sirianni, ex concorrente del Grande Fratello. Che partecipèò all’edizione del 2011.

Nata a Sidney da genitori calabresi emigrati in Australia, era tornata da alcuni anni in Italia e risiedeva in una città della Lombardia. Il decesso è avvenuto a Soveria Mannelli, il centro della provincia di Catanzaro in cui si trovava da qualche giorno e di cui erano originari i genitori.

La giovane ha avvertito un malore mentre si trovava in un bar insieme a degli amici. Portata subito in ospedale, è morta poco dopo il ricovero ospedaliero.

E’ stata disposta anche l’autopsia su volontà della procura. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Soveria Mannelli.

Monica faceva l’insegnante di inglese e, aveva lasciato il mondo dello spettacolo e della televisione.

Morta all’età di 13 anni Kira, la cagnolina-vigile del fuoco

I vigili del fuoco di Terni fanno sapere “Ci ha lasciati improvvisamente la nostra compagna di lavoro Kira”.

Entrata a far parte del nucleo cinofilo della direzione regionale Umbria nel 2012, Kira ha partecipato a numerosi interventi di ricerca e salvataggio di persone in difficoltà operando anche nel terremoto del centro Italia nel 2016, prima ad Amatrice e poi anche ad Arquata del Tronto.

Border collie di 13 anni, da due in pensione, si è spenta due giorni fa, improvvisamente per un malore, e a nulla sono valse le cure prestate dal personale veterinario a cui il suo proprietario e conduttore si è rivolto.

I vigili del fuoco di Terni “esprimono il proprio dispiacere a Matteo, proprietario e conduttore di Kira, per la perdita della propria amata compagna con la quale ha condiviso tanti bei momenti fuori e dentro l’ambito lavorativo”.

Addio a Vivienne Westwood, aveva 81 anni

E’ morta ieri, all’età di 81 anni Vivienne Westwood. “Serenamente e circondata dalla sua famiglia, a Clapham, nel sud di Londra”.

A darne notizia sui suoi profili social, il marito.

La stilista britannica era considerata la regina dello stile punk. Nata a Tintwistle nel 1941, Vivienne ha continuato a fare le cose che desiderava fare, fino all’ultimo dei suoi giorni.
Progettando, lavorando sulla sua arte, scrivendo il suo libro e cambiando il mondo in meglio.

“Continuerò con Vivienne nel mio cuore – ha detto Andreas Kronthaler, marito e partner creativo della stilista -. Abbiamo lavorato fino alla fine e lei mi ha dato un sacco di cose con cui andare avanti. Grazie tesoro”. “Il mondo – si legge nel comunicato che ne annuncia la morte – ha bisogno di persone come Vivienne per cambiare in meglio. Lei che era stata la regina incontrastata della estetica del punk, gli ultimi tempi, si considerava una taoista. ‘Sistema spirituale del Tao – aveva scritto -. Non c’è mai stato più bisogno del Tao oggi. Il Tao ti dà la sensazione di appartenere al cosmo e dà uno scopo alla tua vita. Ti dà un tale senso d’identità e forza sapere che stai vivendo la vita che puoi vivere e quindi dovresti vivere: fai pieno uso del tuo carattere e pieno uso della tua vita sulla terra’”. Vivienne ha sempre lottato per la giustizia e l’equità e ha lavorato a un piano per salvare il mondo. La stilista ribelle, nonostante gli 81 anni di età, ha continuato ad essere un’attivista politica fino a poco prima di morire: “Julian Assange – aveva dichiarato di recente – è un eroe ed è stato trattato atrocemente dal governo britannico”. Oppure, “Il capitalismo è un crimine. È la causa principale della guerra, del cambiamento climatico e della corruzione”.

“La Vivienne Foundation – ricorda ancora la nota – una società senza scopo di lucro, fondata da Westwood alla fine del 2022, con i suoi figli e il nipote, sarà lanciata ufficialmente il prossimo anno per onorare, proteggere e continuare l’eredità della vita, del design e dell’attivismo di Vivienne. L’obiettivo della Fondazione è quello di aumentare la consapevolezza e creare un cambiamento tangibile lavorando con le ong, basandosi su quattro pilastri: cambiamento climatico, stop alla guerra, difesa dei diritti umani e protesta contro il capitalismo. La Fondazione Vivienne esiste per creare un mondo migliore e attuare i piani di Vivienne. Il suo ultimo monito: ‘Fermare il cambiamento climatico. Questa è una guerra per l’esistenza stessa della razza umana. E quella del pianeta. L’arma più importante che abbiamo è l’opinione pubblica. Diventa un combattente per la libertà”.

foto crediti artribune

Morta di stenti la piccola Diana a Milano: nel suo stomaco brandelli di pannolino

La bimba di 18 mesi morta di stenti a Milano perché lasciata in casa, da sola, dalla madre, Alessia Pifferi, mentre si era allontanata col compagno per una vacanza di circa una settimana.

Si scopre ora che la piccola aveva mangiato non brandelli di cuscino e di materasso, come inizialmente si era ipotizzato, ma prezzi pannolino, per fame la tanta fame.

Visto che la madre non le aveva lasciato nulla da mangiare.

Lo rivela Il Giorno.

E’ l’autopsia, già depositata nella relazione definitiva, a raccontare che Diana è morta anche di sete, per una gravissima e prolungata disidratazione sopraggiunta, aggravata dalle temperature alte del mese di luglio: sola, chiusa in casa nel monolocale di via Parea con le finestre sigillate per non far sentire il suo pianto ai vicini e senza aria condizionata. Probabilmente ha provato a mangiare quel pannolino, perché aveva fame.

Per gli investigatori Diana non si sarebbe mai alzata dal lettino da campeggio in cui era stata sistemata, non solo perché non era in grado di camminare, ma anche perché era stata drogata con benzodiazepine. Nel soggiorno in cui si trovava la bambina è stato trovato il biberon con residui di latte. Saranno questi a provare quanto benzodiazepine le è stato realmente somministrato, anche se la mamma di Diana continua a ripetere di non aver drogato la sua piccolina.

Ma per la Procura, l’esistenza di benzodiazepine, che risulterebbe sui capelli di Diana, è un dato inconfutabile, al punto da anticipare anche che si tratterebbe di dosi massicce.

Margherita Giordano investita da una betoniera: sul posto arriva il fidanzato medico legale e la trova morta

Giovedì pomeriggio è morta investita da una betoniera Margherita Giordano, professoressa originaria di Somma Vesuviana: aveva 34 anni. Si trovava in sella alla sua bicicletta all’incrocio tra Corso Italia e Corso Libertà, in piazza Mazzini a Bolzano, quando è stata investita dal mezzo pesante.

Sul posto è arrivato il suo compagno, medico legale inviato dall’Asl sul luogo dell’incidente, per le verifiche e gli accertamenti del caso.

Lui non sapeva di trovarsi di fronte proprio la fidanzata morta. Ora è ancora sotto choc.

Indagato l’autista della betoniera, è un 51enne del Trentino.