L’Accademia dei Bronzi ha comunicato che la poetessa Giovanna Manna, giornalista pubblicista ed esperta in amministrazione, finanza e controllo, comunicazione aziendale, marketing, commerciale, acquisti e vendite e amministrazione del personale, ecc che ha partecipato al Premio “Pace in Terra”, realizzato gratuitamente per celebrare il 25° Giubileo Universale della Chiesa, su 1.071 elaborati pervenuti, ha ricevuto il seguente riconoscimento Ex-aequo:
GRANDE MEDAGLIA
Segnalazione d’Onore con motivazione critica
Con la poesia inedita “La Speranza“, che farà anche parte di un’antologia, dal titolo “Pace in Terra“, un raccolta letteraria di bellissime poesie, con temi che parlano per l’appunto di carità, di speranza, amore per il prossimo, uguglianza, pace, ecc, realizzata senza alcun contributo pubblico, e che sarà destinata a 50 grandi biblioteche nazionali. È un libro di 350 pagine, inserito nella collaudata collana “Voci Poetiche del XXI secolo”.
Il premio ricevuto Le sarà consegnato nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà a Petrizzi (Catanzaro) giorno 19 luglio 2025, dalle ore 10,00 alle ore 12,30, nella Casa delle Culture (Via Aldo Moro), alla presenza del sindaco Giulio Santopolo e del vice sindaco Antonella Paonessa.
Il concorso letterario indetto da l’Accademia dei Bronzi di Catanzaro e il Centro Culturale ‘La Ritornanza’ di Petrizzi prende spunto dall’Enciclica ´Pacem in Terris´ dell´11 aprile 1963, di Sua Santità, Papa Giovanni XXIII. Un richiamo doveroso quello dei promotori del Premio perché mai, come oggi, c´è bisogno di pace, di riconciliazione, di unione fra i popoli considerato che sono in atto e si combattono, nel mondo, ben 56 conflitti armati: il numero più alto dalla fine delle due Guerre Mondiali.
Eppure, dopo la fine della seconda Guerra e l´immane tragedia di Hiroshima e Nagasaki, il mondo sembrava aver compreso cosa significasse essere in guerra e quanto grandi le sue infauste ed esiziali conseguenze per l´intera umanità. Non a caso infatti, il Pontefice Paolo VI, in occasione del suo Discorso all´ONU del 4 ottobre 1965, per il ventennale delle Nazioni Unite, – aveva affermato: – Mai più la guerra, mai più la guerra!… Il mondo esige pace, vera, stabile, duratura, dopo le sofferenze delle guerre che hanno sconvolto il nostro secolo, dopo i lutti immani che hanno devastato l’umanità!
Ma oggi tutto è crollato, il predominio della forza ha sopraffatto la capacità di agire con saggezza ed equilibrio sostituendosi al diritto di ogni nazione di vivere in pace. Si è persa quella consapevolezza che, come giustamente affermato da Kant, un´ingiustizia nel mondo è un grande torto per chiunque! “Asserzione condivisibile questa di Kant – scrive Francesca Misasi nell’introduzione al volume del premio – considerato che nel suo Saggio ´Per la pace perpetua´ aveva già proposto, a suo tempo, un modello di pace basato su una Federazione di Repubbliche libere che cooperino su leggi internazionali condivise. La politica delle armi in atto da tempo invece, si è rivelata come il capovolgimento di tutto ciò che è umano, sacro, di tutto quello che si chiama amore, fratellanza, condivisione, affermandosi come una politica capace di scardinare, alla radice, il valore primordiale dell´altro come persona, come processo dialettico ed imprescindibile tra “l´io”e il «noi.” Si è assolutamente dimenticato il valore del prossimo tanto da poter affermare che oggi, la Parabola del Buon Samaritano, ha perso il suo significato più profondo, quello di costruire un mondo capace di compassione, di condivisione dove l´Amore vince sull’ differenza e sull´odio. La guerra, bisogna ricordarlo, non è solo distruzione, non si limita a cancellare intere istituzioni, paesi e popoli, la guerra non è solo annientare, distruggere preziosi valori morali e materiali, creare fame, persecuzioni, privazione dei diritti e della libertà ma è – soprattutto – privazione violenta della vita e dei legami, è lasciare sul terreno solo morti, solo corpi dai quali nessuno potrà mai distinguere il giusto dall´ingiusto, il razionale dall´irrazionale, il vincitore dal vinto ma solo corpi asfaltati, dimenticati, che non hanno più un´afferenza, un´identità e forse neanche più un nome. E senza voler parlare dei tanti bambini innocenti ed ignari di tutto, ai quali è stato negato il futuro vitale, la gioia di esistere e di essere al mondo. In guerra inoltre, e questo è importante ricordarlo, non ci sono e non ci saranno mai vincitori e vinti ma solo vittime di una strage inutile, vana, insieme all´estinzione e all´annullamento di ciò che è il destino dell´intera umanità. La guerra non è solo una sconfitta per l’umanità ma è la sconfitta dello stesso uomo che non fa altro che combattere contro se stesso! I conflitti bellici inoltre, non risolvono i problemi ma ne creano di nuovi fomentando e aggiungendo odio all´odio, morte alla morte, mietendo migliaia di vittime e, spesso, solo per aver frainteso il senso della giustizia perché, la vera giustizia è l´espressione e il grado più alto della maturità e della coscienza dell´uomo.”
La Storia dell´umanità è costellata di guerre ma anche dai tanti che hanno cercato, nel corso del tempo, una via alternativa alle guerre stesse e si sono spesi nel tentativo di ricostruire una pace giusta e duratura, nonché un mondo in cui a dominare non sia mai la Violenza. Ma è soprattutto nell´Enciclica «Pacem in Terris», di Sua Santità Papa Giovanni XXIII, che si possono trovare le condizioni essenziali per una Pace giusta e duratura, condizione che il Santo Padre individua in Quattro Esigenze fondamentali: la Verità, la Giustizia, l´Amore e la Libertà (Cfr. ibidem. I : Lc. 265 -266 ).
Occorre eliminare le disuguaglianze sociali, potenziare l´istruzione e l´educazione e cambiare completamente qualsiasi atteggiamento velleitario o di rivalsa. Compito non facile oggi tanto che lo stesso Papa Francesco nel suo Discorso al Dicastero della Comunicazione del 31 ottobre 2024 ebbe a dire: Siete chiamati ad un compito grande ed entusiasmante: quello di costruire ponti, quando tanti innalzano muri; quello di favorire la comunione, quando tanti fomentano la divisione; quello di lasciarsi coinvolgere dai drammi del nostro tempo, quando tanti preferiscono l’indifferenza.
Ciò che serve oggi per una vera pace, è tornare a curare e nutrire le virtù del cuore, riassaporare la bellezza della natura e ricercare nella profondità dell´animo umano quei grandi doni emozionali di cui l´uomo è portatore capace. Bisogna tornare a fare Arte perché “L’arte è la forma più alta della speranza” (Gerhard Richter) affinché l´uomo non abbia ancora a smarrirsi nel buio della cieca violenza.
Ed è con questa convinzione che l´Accademia dei Bronzi e La Ritornanza, hanno promosso il Premio “Pace in Terra” unitamente alla speranza che possa ritornare la comunione col mondo e si possa ricostruire il rapporto fecondo tra Pace, Fede e fratellanza in cui ritrovare il senso della vita. Un Premio dove la Poesia, uno degli aspetti più felici e nobili dell´Arte, si spende nel contribuire a far sì che il vento della speranza e della pace torni a soffiare sul mondo. Sono i poeti infatti, coloro i quali, attraverso il loro cammino interiore e personale, il lavorare su se stessi e il confrontarsi con la loro anima e col mondo, riescono a riconoscere il valore del bene universale e a creare quella cosmogonia primordiale affinché la poesia diventi messaggio di pace, di concordia, di ascesi, di aspirazione e diventi altresì lo spirito guida per riappropriarsi di quei valori universalmente riconosciuti e di cui l’intera l’umanità oggi ha tanto bisogno. L’arma dei poeti è la parola e la parola può dire molto sul mondo e sull´animo umano, può costruire significati laddove i discorsi dei tanti retori che oggi imperversano, diventano abusati, inani e oziosi e svuotano di significato il valore stesso della cultura ed il senso inestimabile del vivere.
Le parole del presidente dell’Accademia dei Bronzi Vincenzo Ursini “Un successo strepitoso, con il quale concluderemo 50 anni di intensa attività letteraria”. “Partendo dal principio che anche attraverso la poesia si possono diffondere significativi messaggi di pace – ha sottolineato il presidente Vincenzo Ursini – ci è sembrato più che doveroso coinvolgere centinaia di poeti che con le loro opere hanno efficacemente sottolineato l’urgenza di arrivare ad un fecondo rapporto di fratellanza tra i popoli per ritrovare il vero senso della vita.”
“La poesia – si chiede Ursini – può davvero cambiare la realtà che ci circonda? Forse no, ma può senz´altro aiutare a capire, attraverso riflessioni ed argomentazioni etiche profonde, il dramma di una realtà angosciante che sta sconvolgendo il mondo procurando lutti e inutili sofferenze a milioni di nostri fratelli.”
“I poeti inclusi in questo volume, amabili cantori del nostro tempo, – scrive nell’introduzione ancora Francesca Misasi – si misurano e si relazionano con la loro finitezza umana, con i loro dilemmi personali e con la realtà che li circonda. Mettono a nudo il loro pensiero, il loro universo emozionale abitando, con stile compiuto ed elegante, tutte le pagine del libro.”