Era pienamente capace di intendere e di volere Alessandro Impagnatiello quando uccise la compagna, il 27 maggio dello scorso anno, la fidanzata con 37 coltellate incinta al 7° mese di gravidanza di suo figlio Thiago, 29 anni, nella loro casa a Senago, nel Milanese, e il cui corpo venne trovato quattro giorni dopo in un’intercapedine vicino ad un box.
Lo hanno stabilito lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca nella perizia disposta e depositata nel processo a carico del 31enne ex barman. La difesa sosteneva che era affetto da un disturbo della personalità di tipo “paranoide”.
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