Niente più Iva sui beni di prima necessità, imposta più bassa per beni come carne e pesce, Irpef più leggera invece per i dipendenti pubblici e privati.
Queste le prime informazioni contenute nella riforma fiscale che arrivano dalla commissione Finanze e che dovrebbero giungere alla Camera, per il Consiglio dei Ministri, la prossima settimana.
Il sottosegretario Sandra Savino le ha ha indicate, rispondendo a un’interrogazione di Fratelli d’Italia. Linee guida della nuova legge delega, in corso di elaborazione.
Riforma delle aliquote fiscali, da quattro a tre. Il documento non indicherà né il livello delle aliquote né quello degli scaglioni di reddito. Ma le simulazioni individuano due scenari. Il primo con un’aliquota iniziale al 25%, la seconda al 33% e la terza al 43%. Il secondo con un’aliquota al 23%, una al 33% e una al 43%, con un costo di 6 miliardi. L’obiettivo sarebbe quello di dare un grosso aiuto al lavoro dipendente garantendo ai lavoratori buste paga più ricche attraverso la revisione di aliquote e detrazioni fiscali.
Inoltre, si riscriverà anche l’Ires per agevolare le imprese, alle quali si ventila una sorta di “aliquota mobile”. Oggi il prelievo è del 24%. Potrà scendere al 15% per le aziende che investono in beni strumentali e assumono over 50 o percettori del Reddito di cittadinanza.
Previsto poi un nuovo modello di accertamento fiscale. Grazie alle sue banche dati, l’Agenzia preparerà una dichiarazione precompilata biennale per le piccole imprese che, se aderiranno, per due anni non subiranno accertamenti. Controlli immediati in caso contrario. Per le grandi imprese si rafforzerà il meccanismo della “cooperative compliance”: un’altra sorta di negoziato tra fisco e impresa.