“Stavamo giocando a pallavolo nello spiazzo, poi una delle ragazze si è appartata per i suoi bisogni e si è messa a urlare”. E’ una dei testimoni che ha scoperto il corpo della donna a Villa Pamphili poco prima delle 20. Dalle risate e gli scherzi alle urla e l’orrore in un attimo. Poco meno di duecento metri separano il luogo dove è stata ritrovata la bambina da quello in cui è stato rinvenuto il corpo della donna. “Spuntava un braccio, il sinistro, era come ripiegato sulla testa – è il racconto agghiacciante della testimone che ha dato l’allarme – era dentro un sacco nero, come l’ho vista ho capito subito che era morta”.
“Aveva una canottierina chiara addosso. Poi mi sono allontanata, ero sotto shock”, racconta al Corriere della Sera. La ragazza che ha avvisato gli amici, i quali spaventati a loro volta, prima si sono avvicinati al corpo, poi senza pensarci sù due volte, sono corsi subito dai poliziotti, numerosi, che a un prato di distanza stavano ancora tentando di riannodare i fili del primo, agghiacciante ritrovamento. Appena la comunità di peruviani ha avvisato gli agenti, scientifica e magistrato, il pm Antonio Verdi, si sono spostati sull’altro luogo del delitto.
“Sembrava un bambolotto, non avrei mai pensato che si potesse trattare di un essere umano. Dalla stradina si vedeva solo un fianco, nascosto tra i rovi. Non ci posso credere”, dice invece, ancora sconvolto, uno dei testimoni che ha scoperto il corpicino senza vita della bambina tra i 6 e i 12 mesi all’interno del parco di Villa Pamphilj, a Roma. È stato lui a chiamare la polizia, arrivata immediatamente sul posto insieme ai vigili del fuoco, ai carabinieri e ai medici del 118. “Una scena orribile”, ripete l’uomo sconvolto. “Io ero nel panico, non sapevo cosa fare. Sono distrutta, mi sento svenire”, ha detto agitata un’altra testimone, una signora sulla cinquantina, che poi si è sentita male per il forte shock ed è stata soccorsa dagli operatori del 118.
Sul fronte delle indagini il sostituto procuratore afferma che “si tratta di una situazione complicata, non si sa ancora se le due vittime siano collegate”. Difficile comunque pensare che possano non esserci collegamenti tra quelli che sembrano, senza troppi dubbi, due omicidi (almeno la bimba avrebbe segni di violenza addosso). Soprattutto per la vicinanza dei luoghi dei ritrovamenti ma anche per il breve lasso di tempo in cui sono stati segnalati. Se la piccola e la donna abbiano un legame tra loro saranno le analisi del dna a chiarirlo, oltre a dare un nome alle due vittime. Ma non è esclusa neanche l’ipotesi che si tratti di due omicidi che non hanno nulla a che fare tra loro.
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