Archives

Tensione sul Pnrr, Letta attacca Salvini

E’ ancora alta la tensione nella maggioranza con un duro botta e risposta tra il leader dei democratici Enrico Letta e quello della Lega Matteo Salvini.

“Il governo – ha detto a margine di un evento elettorale a Senago, il leader della lega – rischia per i capricci del Pd sullo ius soli e il ddl Zan e dei 5stelle che non vuole i valorizzatori e dovrebbe venire in Lombardia a scuola di pulizia, ambiente e valorizzazione dei rifiuti”. “Il governo rischia se ci sono persone strane che vogliono tener ferma l’Italia, noi la portiamo avanti. L’importante – ha aggiunto – è che nessuno cerchi di reintrodurre dalla finestra le tasse sulla casa che abbiamo fatto uscire dalla porta”.

“L’opposizione che Salvini e la Lega stanno facendo, per quanto mi riguarda – attacca Letta – e lo dico con molta chiarezza e franchezza, ha superato il limite. Salvini che mette a rischio le risorse del Pnrr è incompatibile con il lavoro efficace e positivo dell’azione di Governo”. Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a Catanzaro rispondendo ad una domanda sulla discussione in merito al Dl concorrenza.

“La Lega è al governo per tagliare tasse e burocrazia, e questo stiamo facendo; se altri hanno tempo da far perdere con legge elettorale, Ius Soli o Ddl Zan non aiutano l’Italia”. Così fonti della Lega dopo le parole di Letta.

Letta “non ha argomenti poverino: i suoi argomenti sono il ddl Zan, la legge elettorale e lo Ius soli. Noi parliamo di tasse, di lavoro e infrastrutture. Se c’è qualcuno che rallenta l’operato del governo è lui. Con l’aggravante della guerra ad oltranza”. Lo ha detto il leader della Lega Salvini commentando l’attacco ricevuto da parte del leader del Pd secondo il quale Salvini mette a rischio il Governo. “Sul catasto abbiamo risolto, sulla riforma Cartabia abbiamo risolto – ha aggiunto Salvini -. Certo, se il Pd porta in Aula il ddl Zan, la legge elettorale proporzionale e lo Ius soli vien fuori il casino”.

ph crediti ilmessaggero

Ddl Zan, Matteo Renzi torna all’attacco sul Pd in una lettera: «Giocata una battaglia di consenso sulla pelle dei ragazzi»

“Il triste epilogo del disegno di legge Zan divide per l’ennesima volta il campo dei progressisti in due. Da un lato i riformisti, che vogliono le leggi anche accettando i compromessi. Dall’altro i populisti, che piantano bandierine e inseguono gli influencer, senza preoccuparsi del risultato finale. I primi fanno politica, gli altri fanno propaganda”. Questa la versione dei fatti, in una lettera indirizzata al direttore di Repubblica, da Matteo Renzi.

Il leader di Italia viva, accusato di aver preferito viaggiare in Arabia Saudita piuttosto che essere a Palazzo Madama il giorno della votazione sulla «tagliola”, critica ora duramente la strategia messa in atto da Pd.

E ancora aggiunge il leader di Italia Viva “Il Pd ha deliberatamente scelto di rischiare sulla pelle delle persone omosessuali, transessuali, con disabilità. I dirigenti Dem hanno preferito scrivere post indignati sui social anziché scrivere leggi in Gazzetta Ufficiale. E naturalmente si è scatenata la campagna di aggressione contro chi proponeva il compromesso, a cominciare da Italia Viva”.

Matteo Renzi, sottolinea che il provvedimento era a un passo dall’approvazione. Ma poi, «sui media, ma anche in Aula nel dibattito del 13 luglio 2021, avevamo chiesto di evitare lo scontro ideologico, trovando un accordo sugli articoli legati alla libertà d’opinione e all’identità generale, come richiesto da molte forze sociali e dalle femministe di sinistra. “Se si andrà allo scontro, al muro contro muro, e si perderà a scrutinio segreto, avrete distrutto le vite di quei ragazzi”, dicemmo allora».

Ddl Zan si ferma al Senato

Il ddl Zan non supera la prova del nove, dell’Aula a causa della «tagliola» con voto segreto voluta da Lega e Fratelli d’Italia. Il Senato l’ha approvata con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti. La discussione potrà ripartire in commissione non prima di sei mesi, ma necessariamente si dovrà iniziare da un nuovo testo.

«Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle che hanno detto no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre» sono le parole del leader della Lega Matteo Salvini. «Cala il sipario su una pessima proposta di legge. Non abbiamo mai cambiato idea: in Senato siamo stati l’unico gruppo interamente presente e unito» gli fa eco Giorgia Meloni, presidente di Fdl.

«Quel testo non andava bene: serviva il dialogo e un positivo confronto che qualcuno ha inspiegabilmente rigettato» il commento di Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali. «Hanno voluto fermare il futuro e riportare l’Italia indietro. Oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà» replica il segretario Pd, Enrico Letta. Anche Simona Malpezzi, presidente senatori Pd commenta il voto di oggi in aula: «In questo Paese non esiste una destra moderna e liberale ma una destra che si schiera, tutta, con Orban e i suoi amici. Cosa racconterete ai vostri figli dicendo che avete votato contro una legge che andava a tutelare persone oggetto di crimini d’odio?». «Il ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell’urna. Vergognoso» commenta il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Ddl Zan, nessun accordo in maggioranza: al Senato si vota il 13 luglio. Duro scontro tra Salvini e Letta

Nessun accordo è stato raggiunto all’interno della maggioranza sul Ddl Zan: le legge contro l’omofobia sarà quindi votata in aula il prossimo 13 luglio. «Letta insiste. Si andrà in Parlamento. Se la legge sarà affossata il nome di chi ha impedito che si arrivasse all’unità è Letta. Gli è stata proposta mille volte, anche dai renziani, una mediazione. Noi continueremo ad insistere sul dialogo» anche «da qui al voto» ha detto Matteo Salvini uscendo dal vertice del centrodestra. «Se ho apprezzato la mano tesa di Renzi? Assolutamente sì. Un atteggiamento costruttivo. A noi interessano i risultati».

Pd e Movimento 5 stelle, insistono invece: il ddl Zan deve andare in Aula la prossima settimana, il testo approvato dalla Camera non deve essere modificato e la proposta di mediazione fatta dal presidente della commissione Giustizia, Andrea Ostellari, viene bollata come «irricevibile» perché vuole eliminare ogni riferimento all’identità di genere, non piace né ai dem né ai 5 stelle.

Il centrodestra ha chiesto di far slittare di altre 24 ore il voto di oggi pomeriggio in Aula, per tentare di trovare un accordo, richiesta respinta da Pd, M5s e Leu come dilatoria. «È un peccato – ha detto Davide Faraone, capogruppo di Iv – il presidente Ostellari aveva fatto una proposta saggia, Pd e M5s hanno voluto forzare e ciò crea un clima che mette a repentaglio l’approvazione della legge». Il presidente della commissione Giustizia aveva anche chiesto di fissare al 22 luglio il giorno dell’approdo in Aula del testo. Ma il Pd ha detto no a entrambe le proposte: la data del voto al Senato resta il 13 luglio.