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Bollette della luce in calo del 10,8% nel primo trimestre del 2024

La bolletta della luce sarebbe in calo del 10,8% nel primo trimestre 2024 per gli utenti del mercato tutelato. Lo rende noto l’Arera, l’autorità pubblica per l’energia, che fissa le tariffe di luce e gas sui mercati protetti. La spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (tra il 1° aprile 2023 e il 31 marzo 2024) sarà di circa 684 euro, il 50% in meno rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° aprile 2022 – 31 marzo 2023).

Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, il prezzo finale dell’elettricità per la famiglia tipo risulta di 25,24 centesimi di euro al kWh, comprensivo di imposte, contro i 28,29 centesimi di euro al kWh del trimestre precedente. La variazione del -10,8% è legata alla diminuzione complessiva della spesa per la materia energia, di circa -14%, controbilanciata da rialzi per le tariffe di rete regolate (Trasporto e gestione contatore,+2,1%) e oneri di gestione del sistema (+1,1%).

Freno ai consumi, Confesercenti: spesa cala di 3,7 miliardi

Il caro vita frena i consumi. L’erosione del potere d’acquisto e dei risparmi inizia a incidere sulla spesa delle famiglie che, se non ci saranno inversioni di tendenza, potrebbero diminuire nel secondo semestre di -3,7 miliardi rispetto ai primi sei mesi dell’anno. E’ quanto emerge dalle previsioni elaborate dal Centro Europa Ricerche per Confesercenti. A causa della frenata del secondo semestre, a fine anno la crescita complessiva della spesa delle famiglie nel 2023 dovrebbe attestarsi sul +0,8%, contro il +4,6% dello scorso anno.

A penalizzare le scelte di consumo, afferma una nota, è una combinazione di fattori. In primo luogo, il lungo periodo di alta inflazione, che ha ridotto la capacità di spesa degli italiani: il rientro è in atto, ma è meno veloce di quanto atteso, con un aumento tendenziale dei prezzi che ad agosto si è confermato ancora sopra la soglia del 5% (+5,4%). All’erosione del potere d’acquisto si aggiunge quella dei risparmi, utilizzati dalle famiglie nella prima fase dell’aumento dei prezzi per mantenere i livelli di consumo precedenti: un margine di manovra che, dopo quasi due anni di corsa dei prezzi, si è fortemente ridotto. A frenare i consumi anche l’aumento dei tassi di interesse portato avanti dalla Bce, ormai giunto al decimo rialzo consecutivo: una decisione presa per contrastare l’inflazione, ma che influenza negativamente la capacità di spesa delle famiglie – in particolare di quelle con un mutuo a tasso variabile – impattando sulla crescita complessiva dell’economia.

Secondo Confesercenti la quota complessiva dei consumi sul Pil dovrebbe attestarsi al 59,3%, dal 59,8% dello scorso anno, ma al netto dell’inflazione darebbe un contributo reale del 58,4%, il più basso dall’inizio del secolo (nel 2000 era il 59,9%). Nel complesso, questi andamenti abbasserebbero la crescita del Pil del secondo semestre al +0,1%, dall’+1,2% del primo semestre. Su base annua la crescita 2023 si attesterebbe quindi allo 0,7%, contro l’1% fissato come obiettivo nel Def.

Per riportare la crescita in linea con gli obiettivi, sostiene Confesercenti – occorrerebbe una maggiore crescita dei consumi di 4 miliardi nel secondo semestre, con contributo alla crescita del Pil che salirebbe da 0,6 a 0,9 punti.

Coldiretti: un italiano su 5 ha ridotto l’uso dei fornelli per risparmiare

Con la crisi energetica e i rincari delle bolletta, quasi un italiano su cinque (ovvero il 19% delle persone intervistate) per risparmiare ha già rinunciato all’uso dei fornelli, cucinando di meno e indirizzandosi verso pietanze che non necessitano cotture.

E’ quanto emergerebbe da un sondaggio condotto appunto dalla Coldiretti sull’impatto del caro energia nelle cucine degli italiani.

Un altro 53% ha poi adottato accorgimenti per risparmiare gas. Solo il 27% dei cittadini dichiara di non aver cambiato le proprie abitudini di consumo in cucina.

foto crediti ilgiornaledelcibo

Cinisi, padre e figlio feriti in residence: lite per consumi energia, sospetto allaccio abusivo

E’ stato disposto dalla procura di competenza, il fermo per Vincenzo Cusumano, 76enne titolare del residence che sabato, nel corso di una lite con due clienti in un residence a Cinisi (Palermo), ha tirato fuori una pistola e ha sparato ferendo padre e figlio. Al pm Cusumano ha detto di essersi difeso perché sarebbe stato aggredito dai due affittuari al culmine di una lite per i consumi dell’energia elettrica.

“Quest’anno – ha raccontato il proprietario della struttura che ha una decina di villette che affitta per i mesi estivi – sono nati problemi con i consumi dell’energia elettrica. Gli altri ospiti del residence contestavano i costi delle bollette, alte per le nove famiglie e basse per padre e figlio. Erano nate questioni su come mai nella villetta affittata ai due feriti i consumi fossero così bassi”.

Nel corso della lite l’ex dipendente dell’Amat avrebbe ribadito di non voler pagare l’affitto e ha respinto le accuse sull’energia e avrebbe sferrato un pugno a Cusumano. “Ho avuto paura e mi sono difeso – ha raccontato durante l’interrogatorio -. Mi hanno ferito al volto con un pugno”. Cusumano ha estratto una delle due pistole detenute legalmente e ha sparato. Ha colpito all’addome il padre e all’inguine il figlio, poi si è allontanato dal residence.

I carabinieri della compagnia di Carini e l’avvocato lo hanno trovato allo svincolo autostradale. I due feriti, ricoverati in ospedale, non sarebbero però in pericolo di vita.

Inflazione sui consumi, a giugno volumi in calo 3,8%

A giugno 2022, secondo l’Istat, si registra una flessione congiunturale per le vendite al dettaglio dell’1,1% in valore e dell’1,8% in volume.

Su base annua le vendite aumenterebbero a giugno dell’1,4% in valore ma diminuirebbero invece del 3,8% in volume rispetto a giugno 2021.

Il dato è legato alla crescita dei prezzi. Nel trimestre aprile giugno si è registrata invece una crescita in valore dell’1,1% e una diminuzione in volume dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.

A giugno le vendite dei beni non alimentari sono diminuite rispetto a maggio in valore (-2,2%) e in volume (-2,5%), mentre i beni alimentari hanno registrato un aumento in valore (+0,4%) o una diminuzione in volume (-0,8%). Su base tendenziale a giugno sono diminuite le vendite dei beni non alimentari (-0,8% in valore e -3,3% in volume) mentre quelle dei beni alimentari hanno registrato un aumento in valore (+4,5%) e una diminuzione in volume (-4,4%).

Rispetto a giugno 2021, il valore delle vendite al dettaglio è cresciuto per la grande distribuzione organizzata (+4,6%) e diminuito per le imprese operanti su piccole superfici (-0,9%).

Le vendite al di fuori dei negozi sono aumentate lievemente (+0,1%) mentre si è registrato un calo per il commercio elettronico (-6,8%) dopo il boom registrato durante la pandemia.

Ministero Transizione Ecologica, ‘Se il taglio del gas continua, possibile livello di allarme’

Se la riduzione delle forniture di gas dalla Russia dovesse permanere nei prossimi giorni, il Ministero della Transizione Ecologica potrebbe decidere la prossima settimana di passare all’attuale livello di preallarme a quello di allarme.

Lo fa sapere all’ANSA fonte del Ministero.

“C’è un gruppo di monitoraggio con gli operatori, ci sentiamo quattro o cinque volte al giorno – ha detto ieri il ministro, Roberto Cingolani -. Abbiamo tutte le contromisure pronte. Ma la prima cosa da capire è se questa diminuzione si stabilizza o se è solo un episodio. Vediamo cosa succede nei prossimi tre giorni, e poi la settimana prossima decideremo”.

Il “Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale” è stato adottato con decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 18 dicembre 2019. Il documento prevede che al livello di preallarme “non è attivata alcuna misura non di mercato (limiti alle forniture e ai consumi, n.d.r.), essendo demandate agli operatori le azioni di mercato più opportune atte a permettere il ripristino tempestivo di una condizione di normalità”.

Misure che possono messe in campo dalle compagnie energetiche sono: aumento delle importazioni, riduzione della domanda di gas derivante da contratti interrompibili di natura commerciale, l’impiego di combustibili alternativi negli impianti industriali. Anche al livello di allarme, non sono adottate misure non di mercato, e spetta agli operatori garantire la normalità delle forniture.

Caro tazzina di caffè

Il prezzo medio del caffè nazionale è oggi di circa 1,10 euro contro 1,038 euro del 2021 (+5,92%) – afferma Assoutenti.

La palma del caro-caffè spetta al Trentino Alto Adige, con i bar di Trento che vendono l’espresso consumato al banco in media a 1,25 euro, 1,24 euro a Bolzano. Anche a Cuneo il caffè costa 1,24 euro.

Mentre in ben 3 province dell’Emilia Romagna (Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia) l’espresso abbatte la soglia psicologica di 1,20 euro, così come in Veneto (Rovigo e Venezia), mentre a Padova e Vicenza il prezzo medio è di 1,19 euro.

Il caffè più economico d’Italia – avverte Assoutenti – è quello servito dai bar di Messina (0,89 euro), seguita da Napoli, città dove l’espresso è una tradizione storica (0,90 euro) e da due province calabresi (Reggio Calabria e Catanzaro, 0,92 euro).

Colesterolo alto, rischio doppio se si mangia velocemente

Mangiare troppo in fretta può raddoppiare il rischio di colesterolo alto, al contrario pranzare e cenare restando seduti a tavola per almeno 20 minuti alla volta, aiuterebbe invece il metabolismo, consentendo di tenere sotto controllo l’introito calorico e quindi anche il peso corporeo.

A rivelarlo è una ricerca italiana condotta dall’Università Federico II di Napoli, in corso di pubblicazione sul Journal of Translational Medicine, che confermerebbe i benefici del masticare lentamente e di dedicare più tempo ai pasti.

Lo studio che è stato condotto, è incentrato sulle abitudini degli italiani a tavola, coinvolgendo 187 persone con obesità, che mostrano come chi consuma i pasti in meno di 20 minuti al giorno, ha molte più probabilità di vedersi raddoppiare il colesterolo alto.

“Il colesterolo è un fattore di rischio noto per malattie cardiovascolari come infarto e ictus – spiega la presidente della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Annamaria Colao – che ha coordinato la ricerca – ma non è il solo elemento metabolico che peggiora con un pasto troppo frettoloso”.

Colao conferma anche che “fra i cibi che possono essere mangiati più velocemente ci sono quelli ultra-processati (come alcuni insaccati) che, oltre a essere molto calorici e poco sani, ci rendono anche meno capaci di controllare l’introito calorico”.

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Aumentano i prezzi dell’energia, Borsa elettrica: +15% nell’ultima settimana

Nella settimana che va da lunedì 30 agosto a domenica 5 settembre, il Gme ha registrato un prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica pari a 130,54 euro a MWh (+17,29 euro a MWh, +15,3% rispetto alla settimana precedente. In crescita, rileva il Gestore in una nota, anche i volumi di energia elettrica scambiati direttamente in Borsa, pari a 4,5 milioni di MWh (+1,3%), mentre la liquidità scende al 79,8% (-0,9 punti percentuali).

Il prezzo medio in modalità self service della benzina è aumentato di 5 centesimi al litro, arrivando a 1,655 euro.

Il diesel è a 1,504 euro al litro, in rialzo in questo caso di 4 centesimi rispetto al monitoraggio della settimana precedente.