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Rimini, 60enne sequestrato in casa, picchiato e rapinato: arrestata una donna di 24 anni

Rimini, una ragazza di 24 anni è stata arrestata dalla polizia di stato per aver sequestrato in casa per dieci ore un uomo di 60 anni, per averlo picchiato e rapinato di 600 euro.

La giovane è in carcere per reati di sequestro di persona, rapina aggravata, violazione di domicilio e violenza privata. I fatti risalirebbero alla notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio quando la giovane, con una scusa si era fatta ricevere in casa dal 60enne, che poi l’aveva colpita con una testata in pieno viso.

La 24enne aveva lasciato uscire l’uomo solo per costringerlo ad andare a un bancomat a ritirare 600 euro da consegnarle. Il 60enne, forse per pudore o per non voler denunciare la giovane di sua conoscenza, aveva inizialmente raccontato alla squadra mobile della questura di Rimini di essere stato picchiato da un gruppo di uomini. Solo successivamente, la polizia è riuscita a sapere che l’aggressore era uno solo ed era una giovane donna con precedenti di polizia penali.

 

Asti, Gdf eseguito decreto di sequestro di tre aerei per il contrabbando

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della locale
Procura della Repubblica, hanno eseguito ieri un decreto di sequestro preventivo di tre aeromobili del valore stimato complessivo di € 462.165, attraverso la notifica agli indagati del provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Asti, per violazione degli artt. 216, 250 e 282 del DPR 23 gennaio 1943 n. 73 (Testo Unico delle Leggi Doganali).

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico – finanziaria di Asti nell’anno 2023 hanno consentito di individuare sul territorio nazionale la presenza di 4 velivoli ad ala fissa, immatricolati formalmente negli Stati Uniti ed intestati a trust esteri, ma risultati presenti stabilmente sul territorio nazionale da oltre sei mesi nella disponibilità di 4 cittadini italiani residenti, indagati perciò per contrabbando da evasione dei diritti di confine per importi superiori ad euro 10.000 ciascuno e segnatamente per mancato pagamento di IVA all’importazione per complessivi € 119.295 (uno di questi velivoli tuttavia non risulta più presente in Italia).

L’operazione di oggi costituisce un prosieguo della più vasta indagine che nel biennio 2021-2022 aveva portato al sequestro di altri 17 aeromobili per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.

Dall’indagine condotta dalle Fiamme gialle astigiane è scaturita un’articolata vicenda giudiziaria, sviluppatasi tramite una richiesta di sequestro preventivo avanzata dal PM nel 2021, accolta dal GIP e annullata dal Tribunale del riesame.

A seguito però di ricorso del Pubblico Ministero, il provvedimento impugnato veniva annullato con rinvio da parte della Corte di Cassazione, con sentenza n. 4979/2022. La Suprema Corte ha ricostruito la vicenda negli esatti termini tracciati dall’Organo requirente ed a seguire il Tribunale del Riesame – nuovamente investito degli atti – ha, recependo quanto disposto dalla Corte di cassazione, decretato il sequestro preventivo sui 17 aeromobili, vincolo tutt’ora in essere.

Tali velivoli venivano assegnati con facoltà d’uso agli attuali imputati (dopo la richiesta di rinvio a giudizio del 2023), previo rilascio di una fideiussione da parte loro a favore della Procura della Repubblica per l’importo del valore stimato dei beni in sequestro.

L’operazione odierna, condotta nelle province di Roma e Milano, relativa al sequestro di 3 ulteriori aeromobili, conferma il costante impegno della Guardia di Finanza con il continuo coordinamento dell’Autorità Giudiziaria alla tutela del bilancio dell’Unione Europea e dello Stato, della collettività e degli operatori economici onesti.

Si sottolinea che il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la
responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo in caso di emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.

ph credit normanno.com

GDF Rimini: scoperti e sequestrati allevamenti di cani sconosciuti al Fisco

Presentava dichiarazione dei redditi come allevatore amatoriale ma in realtà svolgeva attività in modo professionale dichiarando redditi inferiori al reale per circa 100 mila euro. E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Cattolica nei giorni scorsi.

L’attività ispettiva è stata eseguita a San Clemente nell’ambito del piano volto alla tutela degli operatori corretti dalla concorrenza sleale esercitata dalle imprese che non rispettano le regole, disposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini.

Le Fiamme Gialle avevano già individuato altri 3 allevatori di cani di razza (tibetan terrier, buldog francese, golden retriever e akita shiba, bichon havaianas), che svolgevano l’attività nei comuni di Misano Adriatico e di Montefiore Conca, risultati poi essere evasori totali.

Nello specifico l’attività condotta dai Finanzieri ha fatto emergere che gli allevatori controllati avevano provveduto ad iscrivere presso l’anagrafe canina dei comuni interessati circa 700 cani che avevano venduto senza rilasciare alcun documento fiscale operando completamente “in nero” o in altri casi indicando un
corrispettivo inferiore al reale.

I controlli fino ad oggi effettuati hanno portato alla constatazione di ricavi non dichiarati al Fisco per circa 600 mila euro. Gli allevatori sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per il recupero dei ricavi a tassazione e
irrogazione delle relative sanzioni amministrative.

Sono in corso ulteriori accertamenti approfondimenti del caso, nei confronti di altri soggetti che potrebbero aver svolto la medesima attività illecita, in totale evasione delle imposte.

Gdf Macerata, sequestro di circa 200 confezioni di cosmetici con Lilial e oltre 250 articoli per cura persona

Nell’ambito di una generalizzata attività di controllo economico del territorio, intensificata anche in vista della festa di San Valentino, finalizzata a garantire un adeguato presidio a tutela dei consumatori, i militari del Gruppo di Macerata hanno dato esecuzione ad una serie di controlli presso gli esercizi commerciali del territorio.

Le attività di polizia economico-finanziaria condotte dai Finanzieri sono state orientate, principalmente, a verificare il corretto assolvimento delle prescrizioni imposte dalla normativa di settore, sia in ordine alla presenza o meno di sostanze nocive in taluni prodotti che in relazione alle informazioni minime da indicare sulla merce esposta in vendita, per assicurarne un’oculata e sicura scelta d’acquisto.

In tale contesto, l’attenzione delle Fiamme Gialle maceratesi è stata indirizzata anche verso quelle aziende potenzialmente esposte al rischio di detenere, per la vendita, cosmetici contenenti una fragranza sintetica, il Butylphenyl Methylpropional, anche conosciuta con il nome “Lilial”, utilizzata per la preparazione di prodotti per la cura e l’igiene della persona, quali creme, profumi, deodoranti e shampoo, vietata dal 01 marzo 2022, alla luce dell’aggiornamento, a livello comunitario, dell’elenco delle sostanze considerate cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (le cc.dd. sostanze CMR).
A seguito di una dedicata attività informativa, è emersa la posizione di una società, risultata, poi, in sede di controllo, effettivamente esporre per la vendita circa 200 confezioni di articoli di profumeria e per la cura della
persona contenenti la sostanza vietata in questione.

In aggiunta, sono stati rinvenuti oltre 250 articoli per la cura della persona, privi delle informazioni minime previste dal “Codice del Consumo”, importanti per garantire la tutela della sicurezza e della salute dei consumatori.

Tale provvedimento normativo stabilisce, infatti, che i prodotti destinati al consumatore, commercializzati sul territorio nazionale, riportino quanto meno le indicazioni relative alla denominazione legale o merceologica del prodotto, all’identificazione del produttore, all’eventuale presenza di sostanze in grado di causare potenziale danno, ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione, nonché alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d’uso, il tutto in lingua italiana, allo scopo di garantire all’acquirente una scelta consapevole e
l’utilizzo del prodotto in sicurezza.

Pertanto, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, la merce incriminata è stata sottoposta a sequestro e il legale rappresentante della società oggetto di controllo è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata e, pariteticamente, segnalato alla competente Camera di Commercio per le determinazioni di propria competenza.

L’attività svolta s’inquadra nella più ampia azione condotta dalla Guardia di Finanza a tutela della salute: contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza significa contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.

Capi contraffatti, GDF di Milano: blitz di interforze presso il Mercato abusivo del falso di Bollate. Sequestrati oltre 3.000 prodotti, denunciati 4 venditori

I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Paderno Dugnano, unitamente a militari dell’Arma dei Carabinieri appartenenti alla Tenenza di Bollate ed a quelli delle Stazioni di Novate ed Arese coordinati dal Comando Compagnia Carabinieri di Rho, con il supporto di personale della Polizia Locale, hanno svolto, nella città di Bollate, un intervento a contrasto dell’illecita commercializzazione di prodotti contraffatti e dell’abusivismo commerciale organizzato.

L’operazione scaturisce da pregressa attività di intelligence e di controllo del territorio che ha permesso di riscontrare la presenza di un mercato abusivo ove venivano posti in vendita beni riportanti i marchi di note griffe di moda, nazionali ed estere, di sospetta provenienza e di dubbia autenticità che creava, tra l’altro, un contesto di degrado urbano di numerosi improvvisati venditori che bivaccavano nella zona.

L’attività si è conclusa con il sequestro di oltre 3.000 capi di abbigliamento ed accessori contraffatti di varia tipologia (borse, cinture, scarpe, giacche, portafogli, sciarpe, profumi etc.) per un valore di mercato di circa 160.000 euro, il deferimento alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano di n. 5 soggetti extracomunitari per contraffazione, vendita di prodotti contraffatti e ricettazione, uno dei quali sprovvisto anche della documentazione attestante la regolare presenza sul territorio dello Stato, nonché l’irrogazione di sanzioni amministrative nei confronti di n. 4 soggetti italiani per aver acquistato gli anzidetti prodotti contraffatti.

Si evidenzia che i procedimenti penali vertono ancora nella fase delle indagini preliminari e che le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervengano sentenze irrevocabili di condanna.

Messina, fuochi d’artificio detenuti illegalmente per la commercializzazione. Gdf e Polizia di Stato ne sequestrano oltre una tonnellata

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina e personale della Questura di Messina – Commissariato di Capo d’Orlando hanno deferito all’Autorità Giudiziaria pattese un commerciante di Naso (ME) che deteneva, per la commercializzazione, un enorme quantitativo di articoli pirotecnici, senza alcuna autorizzazione alla vendita.

Con l’approssimarsi delle festività di fine anno, anche su indicazione dell’Autorità di Governo di Messina, Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno rafforzato, su tutto il territorio provinciale, le attività di controllo,
prevenzione e repressione degli illeciti nel settore della commercializzazione abusiva di fuochi ed articoli pirotecnici.

Nella fattispecie, la sinergica attività avviata dai finanzieri della Tenenza di Capo d’Orlando e dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Capo d’Orlando ha consentito di individuare un deposito, nella disponibilità di un commerciante di Naso (ME), all’interno del quale venivano rinvenuti oltre 2.660 articoli pirotecnici, del tipo razzi, petardi, batterie e combinazioni esplodenti, appartenenti a categorie per le quali è proibita la vendita senza
la prescritta licenza di P.S..

L’attività, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, si è conclusa con il deferimento a piede libero all’Autorità Giudiziaria pattese del titolare della ditta individuale, per l’ipotesi di reato di fabbricazione o commercio abusivo di materie esplodenti, nonché con il sequestro di oltre una tonnellata di articoli pirotecnici vari, contenenti una massa attiva di polvere pirica pari a circa 145 chilogrammi, la cui commercializzazione avrebbe comportato un illecito guadagno stimato per oltre € 24.000,00.

Il materiale esplodente è stato trasportato e concentrato presso un deposito specializzato e posto a disposizione della Procura della Repubblica di Patti.

Durante le festività natalizie, come noto, si verificano il maggior numero di incidenti talvolta mortali provocati dall’abitudine di accendere petardi e fuochi d’artificio anche e soprattutto illegali. L’uso incauto di tali fuochi può produrre lesioni gravi in considerazione della loro elevata potenza: al loro interno si trova una miscela esplosiva realizzata con clorato e/o perclorato di potassio, con l’aggiunta di alluminio.

L’attività odierna testimonia, ancora una volta, l’efficacia del presidio preventivo in un settore particolarmente delicato quale la tutela della salute e dell’incolumità dei cittadini, con la finalità di garantire alla comunità della
provincia messinese festività sicure, evitando che momenti di gioia possano trasformarsi in tragedie.

foto crediti sfondixtutti.com

Dolci di Natale, sequestrate dai Nas 39 tonnellate

I carabinieri del Nas in vista delle festività natalizie hanno sequestrato 39 tonnellate di prodotti dolciari e materie prime. Si tratterebbe di materiale che era tenuto in cattivo stato di conservazione o in locali interessati da gravi carenze igienico sanitarie e strutturali, parassiti, ecc. Privo di tracciabilità e oggetto di frode in commercio.

I controlli sono stati effettuati presso circa mille imprese con irregolarità in 382 strutture (38% degli obiettivi verificati). Contestate 585 violazioni penali e amministrative, per un ammontare complessivo pari a oltre 423mila euro di sanzioni pecuniarie.

Le verifiche hanno portato all’emissione di 27 provvedimenti di chiusura/sospensione di attività di produzione e vendita, per un valore complessiovo pari ad oltre 8 milioni di euro. Tra gli interventi effettuati, i Nas di Bologna hanno sequestrato 24 tonnellate di frutta secca contaminata da micotossine, sostanze di origine fungina pericolose per la salute. Oltre 500 tra panettoni, pandori e altri a dolci natalizi tipici anche regionali, in parte di produzione industriale ma commercializzati come artigianali, in parte con effettuati ingredienti diversi per qualità e origine rispetto a quanto dichiarato in etichetta.

foto crediti blastingnews

Integratori alimentari non a norma, scatta sequestro per 3,7 milioni di compresse

Una nuova operazione della Guardia di finanza di Prato è scattata a seguito di controlli effettuati a tutela della salute pubblica e dei consumatori.

Dopo i 2.200.000 integratori alimentari, pari a 520 chili, sequestrati qualche settimana fa, è scattato un nuovo sequestro, presso una ditta di importazione con sede a Roma, di 3,7 milioni di compresse di integratori alimentari, pari a 1.300 chili, arrivati dalla Cina e ritenuti non a norma perchè, spiegano le Fiamme gialle in una nota, “privi delle indicazioni e delle precauzioni d’uso in lingua italiana oltre che alle relative indicazioni sul produttore e/o importatore, il Paese di origine, la presenza di materiali e/o sostanze che possono arrecare danno all’uomo”.

Nuova operazione della Guardia di finanza di Prato a seguito di controlli a tutela della salute pubblica e dei consumatori.

Dopo i 2.200.000 integratori alimentari, pari a 520 chili, sequestrati qualche settimana fa, è scattato un nuovo sequestro, presso una ditta di importazione con sede a Roma, di 3,7 milioni di compresse di integratori alimentari, pari a 1.300 chili, arrivati dalla Cina e ritenuti non a norma perchè, spiegano le Fiamme gialle in una nota, “privi delle indicazioni e delle precauzioni d’uso in lingua italiana oltre alle indicazioni sul produttore e/o importatore, il Paese di origine, la presenza di materiali e/o sostanze che possono arrecare danno all’uomo”.

Non è dato sapere, per il momento, che tipo di integratori alimentari siano stati sequestrati.

Roma, litiga con la ex e sequestra il figlio di 5 anni fingendo di averlo ucciso

Quarantotto ore di angoscia pensando che l’ex marito avesse ucciso il figlio di 5 anni. Per due giorni la disperazione, dopo una discussione avvenuta in casa con l’ex, un peruviano di 34 anni irregolare in Italia, una donna  si è vista sottrarre il figlio dall’uomo. Trentaquattrenne che si è allontanato di casa, trascinando con sé il bambino che, in un pianto disperato, chiedeva di poter tornare dalla sua mamma, costringendolo a vagare per la città, nascondendosi in rifugi di fortuna, fino a giungere nel quartiere San Basilio, dove ha trovato appoggio da un connazionale. L’uomo, dopo poche ore dalla fuga, ha avviato un’estenuante e crudele contrattazione telefonica con l’ex: dopo averle fatto credere di aver ucciso il suo bambino, mostrando pure una fotografia del figlio a terra esamine,  e averne occultato il cadavere in un cantiere abbandonato, pretendendo ossessivamente una confessione sulle reali motivazioni della fine della loro storia  d’amore, in cambio di informazioni sul piccolo sequestrato.

Gli investigatori dalla IV Sezione della Squadra mobile di Roma, coordinati dalla Procura della repubblica di Roma, in una corsa contro il tempo, non hanno abbandonato l’ipotesi che il bambino fosse ancora  vivo. Sono riusciti a rintracciare l’uomo e a mettere in salvo il piccolo e riconsegnarlo tra le braccia della sua mamma.