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Parma Capitale dell’agroalimentare, una vetrina mondiale

La città di Parma in questi giorni e fino venerdì prossimo sarà la Capitale dell’agroalimentare. Esposizioni, tavole rotonde e dati, quelli che certificano i progressi fatti e i punti da implementare. Il valore dell’’export che nel 2023 ha superato i 52 miliardi di euro ma sono calati i volumi.

Questi i numeri della 22° edizione di ‘Cibus’ che superano tutte le manifestazioni precedenti segnando un nuovo record e traguardo per le Fiere del Settore in Italia: più di 3.000 brand presenti e 2.000 top buyer internazionali provenienti dai principali mercati obiettivo.

In 120mila mq di superficie espositiva distribuita su 8 padiglioni  che offre uno spaccato completo del settore alimentare italiano, presentando in fiera tutto il meglio dei principali settori dell’Agroalimentare e del Made in Italy: formaggi e derivati del latte, carni e salumi, gastronomia e prodotti surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare.

Spazio anche a prodotti regionali, fuori casa, innovazione, prodotti di nicchia e per il segmento fine dining: sono solo alcuni dei percorsi di scoperta che guideranno i visitatori tra gli stand della fiera. Per la prima volta in assoluto a Cibus “T-own”: un progetto che, in modo originale, presenta le idee e le iniziative messe in campo dalle aziende agroalimentari per informare i consumatori finali delle caratteristiche sociali, energetiche e nutrizionali dei singoli prodotti italiani.

Made in Italy, pasta e moda valgono 10 milioni di turisti europei

Il made in Italy attrae e vende, con l’agroalimentare e la moda che si confermano il miglior biglietto da visita per il nostro Paese richiamando oltre 10 milioni di turisti europei. È quanto emergerebbe dalle stime elaborate dal Centro Studi di Conflavoro in occasione della prima Giornata Nazionale del Made In Italy del 15 aprile.

Secondo Conflavoro, per quanto riguarda la sola Europa sono infatti circa 5,5 milioni i turisti che viaggiano in Italia spinti dalla passione della gastronomia e, tra questi, 1 su 3 ha la precisa intenzione di allocare un budget extra proprio per l’acquisto di prodotti alimentari tipici del luogo, spesso dopo averli conosciuti, importati, nel loro Paese d’origine. La pasta è al primo posto dei desideri, seguita a ruota da caffè, vino, olio e formaggi. Altrettanti turisti sono poi richiamati dalla moda, la cui industria nel 2023 ha registrato il +4% del fatturato per un totale di 103 miliardi. Design, arredamento e ceramica risultano essere comprimari importanti.

Come rileva il nostro Centro Studi – spiega Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro – il nostro Paese, con Veneto, Campania ed Emilia Romagna alla guida, è al primo posto al mondo per la produzione e l’esportazione di pasta, rispettivamente con 3,7 milioni di tonnellate di pasta prodotta e più di 2 milioni di tonnellate di pasta esportata. In generale, nel settore agroalimentare l’Italia ha toccato il massimo storico con un giro d’affari pari a 60 miliardi di euro, dato ancora più significativo se si considerano il conflittuale contesto geopolitico, l’inflazione e il rallentamento economico su scala mondiale. Con la moda, l’agroalimentare diventa quindi il nostro passepartout per un turismo che non sia mordi e fuggi ma che, anzi, voglia fermarsi ad apprezzare i territori in cui i nostri prodotti trovano vita”.

In questo già solido legame tra export e attrattività turistica del Paese, le PMI rivestono un’importanza fondamentale in modo sia diretto, con produzioni proprie, sia indiretto essendo sempre protagoniste della filiera. Motivo in più per cui questo circolo virtuoso tra commercio estero e visitatori, motore propulsore del brand Italia, deve essere sempre più stimolato e incentivato con partenariati tra pubblico e privato, con l’obiettivo di sviluppare azioni di co-branding prodotto-territorio che già così vince e convince”, conclude Capobianco.

Nestlé e S. Pellegrino: una mostra organizzata al Mimit per i 110 anni di presenza in Italia, ingresso libero

Una mostra organizzata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedicata a due grandi marchi italiani, tra i più iconici di sempre: Baci Perugina e S.Pellegrino. Celebra così Nestlé i suoi 110 anni di presenza italiana, fatta da una storia iniziata nel lontano 1913 con due prodotti: la farina lattea e il latte condensato.
Inaugurata, lo scorso 4 luglio, alla presenza del ministro Adolfo Urso e del presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia, Marco Travaglia, la mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 luglio.

L’installazione celebrativa si sviluppa attraverso diverse sezioni monografiche che prendono vita da un nucleo circolare e proseguono ai lati dello scalone d’onore per incorniciare, la “pietra angolare” della storia d’impresa di Nestlé nel nostro Paese: la prima confezione di farina lattea con cui l’azienda ha iniziato questo percorso.

L’esposizione, realizzata con materiali degli archivi storici Nestlé, Perugina e S.Pellegrino, mette in mostra l’evoluzione di due eccellenze attraverso le loro tappe più salienti che rappresentano anche un viaggio culinario, tutto italiano, fatto di immagini, video, collezioni. Simboli dell’italianità nel mondo, che non si ferma mai, questi due marchi, infatti, hanno attraversato l’evoluzione della cultura e del costume in Italia e continuano ad andare forte anche nel resto del mondo, rimanendo fedeli alla loro tradizione.

La mostra, ad ingresso gratuito, è aperta al pubblico fino al 28 luglio 2023 dal lunedì al venerdì, dalle ore 15.30 alle 18.00.

foto crediti ministero

Cibo sintetico, ddl passato in Senato. Vietati produzione, importazione, utilizzo e commercializzazione

Il disegno di legge sul cibo sintetico, che ne vieta – in via precauzionale – la produzione, l’utilizzo, l’importazione e la commercializzazione, è stato approvato ieri in Senato (93 i voti a favore, 28 contrari e 33 astenuti). Il ddl passa ora alla Camera, costituendo la prima stretta legislativa in Italia sui mangimi e alimenti sintetici, che più propriamente andrebbero definiti “coltivati”. Nel provvedimento, che conta sei articoli in tutto, è contenuta anche una norma che proibisce la denominazione “carne” per gli alimenti ottenuti da proteine vegetali.

Nel cibo coltivato rientrano alimenti e bevande prodotti a partire da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati. Le cellule vengono raccolte senza la macellazione dell’animale e introdotte in un terreno di coltura ricco dei necessari materiali di crescita. Inserite poi in enormi contenitori – detti bioreattori – vengono stimolate in modo da indurne la moltiplicazione. Tale stimolazione avviene grazie a sostanze nutrienti, di cui una parte è estratta dal liquido amniotico dei bovini. Comunque per la carne coltivata è necessario l’allevamento di animali, ma in misura più contenuta.

Il provvedimento appena approvato a Palazzo Madama, fortemente voluto dalla maggioranza di governo, mira a garantire il massimo livello di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini. A ciò si aggiunge anche la sua volontà di preservare il patrimonio agroalimentare italiano, e un insieme di prodotti di rilevanza strategica in chiave di interesse nazionale. La misura è stata promossa dal ministero dell’Agricoltura e ministero della Salute. All’iniziativa legislativa hanno aderito oltre 3 mila comuni e alcune delle maggiori organizzazioni di categoria, in primis la Coldiretti.

Per chi non rispetta le regole, si va da una sanzione di 10mila euro fino ad arrivare anche ad un massimo del 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso prima di accertare la violazione. E poi è prevista anche la confisca del prodotto illecito, nonché sanzioni amministrative interdittive: si rischia la chiusura dello stabilimento di produzione per un periodo di tre anni e l’impossibilità di accedere a contributi, finanziamenti, mutui agevolati e altre erogazioni, concessi dallo Stato, dall’Unione europea o da altri enti pubblici per lo svolgimento dell’attività imprenditoriale.

Il monitoraggio dell’attuazione delle misure sarà affidato a soggetti responsabili di controlli quali Nuclei operativi antisofisticazione e sanità (Nas), il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri (Cufa), il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela, della qualità e repressioni di frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del ministero dell’Agricoltura e, per i prodotti della filiera ittica, il Corpo delle capitanerie di porto e di Guardia Costiera.

Molto soddisfatto di tale risultato ottenuto il ministro Francesco Lollobrigida, il quale ritiene il ddl sia un provvedimento “che ci pone all’avanguardia nel mondo”. L’esponente di Fratelli d’Italia ha festeggiato con un post sui social quanto avvenuto: “Siamo il primo Paese a vietare commercializzazione, – dice Lollobrigida – importazione e produzione di cibo sintetico. Un altro fondamentale passo nell’unica direzione che il Governo Meloni conosce: quella dell’interesse nazionale. Avanti così, per l’Italia”.

foto crediti primanovara.it

Premier Giorgia Meloni: “Il Governo sta lavorando al liceo del Made in Italy”

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arrivato alla 55/ma edizione del Vinitaly, accolta dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, allo lo stand del ministero Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, dove sono esposti i quadri di Caravaggio e Reni, ha ricordato che il settore del vino in Italia vale ben 30 miliardi e conta 870mila addetti: “Siamo i primi produttori al mondo – ha sottolineato la premier – e ci sono famiglie che portano avanti tradizioni importanti, ma fondamentale è anche il ricambio generazionale”.

Inoltre, la presidente del Consiglio italiano, salutata dal presidente della Fiera, Federico Bricolo, ha anche aggiunto “Per me questo è il liceo, perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura”, ed è una delle ragioni per cui il governo lavora al “liceo del made in Italy”, parlando anche ad un gruppo di ragazzi, studenti di un istituto agrario, che erano presenti oggi alla fiera. “Faccio i miei complimenti a questi ragazzi, siete stati molto lungimiranti”, “del liceo avreste avuto uno sbocco mentre opportunità minori con un istituto tecnico, dimentichiamo che in questi istituti c’è una capacità di sbocco professionale molto più elevata di altri percorsi, questo è il liceo”.

Vinitaly, il presidente Zaia contro il Prosek: “Questo nome è nostro, chiederemo i danni”

Il presidente del Veneto Luca Zaia mostra insieme al presidente della Coldiretti Prandini una bottiglia di Prosek il marchio rivendicato dall’Italia anche in sede Europea. “Prosek, questo nome è nostro. C’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’e’ il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanita’ le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
Ma c’è pure una motivazione storica: le prime citazioni del nome “Prosecco”, con riferimento al vino, risalgono infatti al XIV secolo, ed esiste una cartina geografica storica in cui la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico».

Secondo Prandini, invece, “ancora una volta c’è qualcuno che cerca di sottrarre valore al lavoro dei nostri agricoltori e delle nostre imprese, al valore del settore agroalimentare, quando il vino italiano è diventato in vero ambasciatore del comparto”. In questo caso – aggiunge – “si cerca di utilizzare un nome che richiama il nostro prodotto per valorizzarne uno che non ha storia, non ha commercio, non ha posizionamento sul mercato”.

ph crediti trevisotoday

Italia Geniale, un viaggio nel design industriale

A Roma fino al prossimo 13 marzo nelle sale di Palazzo Piacentini, sede del ministero dello Sviluppo economico sarà presente la mostra ITALIA GENIALE, dedicata al design industriale. Specchio dell’originalità e della bellezza del design Made in Italy nel mondo.

Attraverso 66 oggetti cult, l’itinerario espositivo ripercorre da vicino la storia dei brevetti e dei disegni industriali depositati presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del Mise: “L’esposizione – ha affermato il ministro Giancarlo Giorgetti – è un manifesto del nostro disegno industriale che vogliamo portare all’attenzione di chi vorrà soffermarsi ad ammirare le opere creative dell’ingegno italiano”.

Osservando gli oggetti in mostra – che spaziano dall’ambito della moda all’arredo, dall’illuminazione al settore automobilistico e aeronautico fino ad arrivare alle tecnologie emergenti – si comprende il perché di tanta bellezza e ingegno italiano.

Divisa in cinque aree – Imaginable, Workable, Relationable, Liveable e Moveable – la mostra racconta chi eravamo e chi siamo diventati, e quanto il talento di “immaginare”, sovvertendo l’uso tradizionale dei materiali e quindi riuscendo a “inventare” nuovi oggetti in materiali inusitati, sia davvero una caratteristica tutta italiana. Il percorso dagli anni ’30 arriva ai giorni nostri.

ph crediti zanotta.it

La filiera agroalimentare che fa bene al made in Italy

‘La filiera agroalimentare che fa bene al made in Italy’, organizzato da Birra Peroni il 9 aprile alle ore 12 nell’ambito del progetto Campus Peroni. Lo streaming del convegno “Più tracciabile, più sostenibile, più innovativa” trasmesso su ANSA.it il 9 aprile alle 12. 

Un’occasione molto importante, per discutere e confrontarsi sulle tematiche più rilevanti del settore, tra Istituzioni, Associazioni di categoria e mondo della ricerca per mettere a fuoco i trend e le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile della filiera agroalimentare made in Italy. Dalla tracciabilità in blockchain all’agricoltura di precisione.

Interverranno tra gli altri: Gian Marco Centinaio, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Carlo Gaudio, Presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA); Maria Spena, Vice Presidente Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati; Francesco Pugliese, Presidente GS1 Italy; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura ed Ettore Prandini, Presidente Coldiretti.

Photo Credits Esportiamo.it