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Occhiali da sole del futuro: un’anteprima arriva dal mondo digitale

Una saga molto amata negli anni Novanta che vede ora il suo protagonista cedere il testimone alla giovane figlia, per un domani migliore. Due cortometraggi, per raccontare una storia in evoluzione, che è anche quella di un brand che da quasi cinquant’anni guarda al futuro senza timori e con occhi sempre nuovi.

“Future Genesis“, la nuova sfida di Oakley che affonda le radici nel suo Dna. Definita dallo stesso brand come “una svolta epocale” per estetica, prospettiva creativa, che si tradurranno anche in un rinnovamento dello storytelling e dei prodotti più iconici.

Per rappresentare l’interconnessione tra passato e futuro, i due corti si concentreranno proprio sulle due figure principali, un padre e una figlia: Max che rappresenta il passato, in una visione distopica che permea tutto ciò che il brand, nato nel 1975, ha presentato al mondo. E che oggi, grazie a questo nuovo percorso, intraprende un percorso di trasformazione spinto dalla nuova protagonista del brand: che è sua figlia Maxine Fearlight, giovane e temeraria esploratrice.

Ma gli occhiali scelti per i cortometraggi hanno anche un altro scopo. Max indossa Medusa, un prodotto d’archivio rivisitato per accompagnare le imprese di questo eroe nel mondo virtuale. Mondo che si riflette anche in quello reale: nel corso di quest’anno, i modelli da sole 13:11 sono ispirati a quelli che Maxine indossa nei trailer, e saranno disponibili nei negozi fisici.

Milano, il Giardino di sculture di Nike è circolare

E’ stato concepito come un giardino di sculture e laboratorio di comunità, il “DISPAssembly Park” che presenta assemblaggi di cartone su larga scala con forme astratte, realizzati con materiali economici e di provenienza locale.

E’ la creazione del team sperimentale ISPA di Nike che si può vedere al FuoriSalone presso Dropcity, in via Sammartini.

L’installazione celebra ISPA Link e ISPA Link Axis, che rappresentano per Nike dei radicali passi in avanti nella ricerca di un futuro circolare. Attualmente la mostra al Vitra Design Museum nell’ambito della mostra “Plastic: Remaking Our World”, l’ISPA Link Axis è progettata per uno smontaggio completo ed è tenuta insieme dalla geometria anziché dalla colla o dal cemento.

L’installazione milanese riprende le forme astratte, estratte dai disegni tecnici delle due sneakers, che accompagnano i visitatori in un percorso di progettazione e di sviluppo circolare.

ph crediti ansa.it

La casa automobilistica Volvo dice addio alla benzina a partire dal 2030

 

Già a partire dal 2025 metà delle auto della casa svedese Volvo saranno elettriche. Lo scopo principale dell’azienda è quello di arrivare al 2030, e proporsi come produttori esclusivamente di modelli elettrici, rinunciando così ai motori a combustione. Tra nove anni, quindi, Volvo eliminerà anche gradualmente dal suo portafoglio globale qualsiasi auto con motore a combustione interna, compresi anche i modelli ibridi. “Per continuare ad avere successo – ha affermato il CEO di Volvo, Håkan Samuelsson – abbiamo bisogno di una crescita proficua. Quindi, invece di investire in un business in calo, abbiamo scelto di investire nel futuro, sia elettrico che online. Stiamo concentrando i nostri sforzi sull’obiettivo di diventare un leader nel segmento elettrico di lusso in rapida crescita”. Una transizione all’elettrico, quella della casa svedese, che si basa anche sulla previsione per la quale la legislazione, così come una rapida espansione delle infrastrutture di ricarica di alta qualità accessibili, accelererà l’accettazione di auto completamente elettriche da parte dei consumatori.

Il marchio Volvo, è inserito in un più generale piano per il clima, il cui obiettivo è quello di ridurre l’impronta di carbonio del ciclo di vita di ogni auto prodotta. Della rivoluzione elettrica della casa fa però parte anche un’altra componente, quella delle vendite che saranno focalizzate sulle operazioni online, in collaborazione con la rete di vendita. Attraverso un’implementazione dell’offerta al consumatore che già porta il nome di Care By Volvo, tutti i modelli completamente elettrici della casa saranno disponibili solo online. 

Giovani italiani preoccupati oggi, più che mai, del loro futuro

Un giovane italiano su 2 dichiara peggiorata la propria condizione e 1 su 4 è preoccupato per il proprio lavoro più di ogni altra cosa, soprattutto in seguito a questa pandemia da Covid -19.

Tanto che in molti casi si vedono costretti ad accettare posizioni lavorative non alla loro altezza o a emigrare all’estero. Una conferma che arriva anche dal nuovo Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe che mira a educare i giovani sui temi dell’innovazione e della sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Una ricerca, condotta da AstraRicerche, che si concentra sul futuro post-Covid visto con gli occhi dei 15-30enni, racconta le paure, le preoccupazioni e speranze/incertezze per il futuro. 

Il futuro è vista dai giovani come incerto, Il 47,9% considera il lavoro come l’aspetto prioritario per il proprio futuro, superiore anche all’importanza di amici (45,4%) e famigliari (44,9%). La disillusione verso la società italiana e lo scoraggiamento verso il mondo del lavoro: 2 ragazzi su 3 dicono di dover accettare lavori non all’altezza (64,4%) e di vedere la scelta del lavoro all’estero come una necessità (62,7%), mentre 1 giovane su 3, nonostante sia abituato a prefiggersi obiettivi per il proprio futuro, non è convinto delle scelte che ha fatto per raggiungerli. Circa la metà degli intervistati (44,8%) dichiara che la situazione è peggiorata rispetto al 2019 (per il 12,2% è, addirittura, molto peggiorata) e prevale un sentimento negativo, con alto pessimismo (40% rispetto al 33% di ottimismo) e paura (38,6% rispetto al 31,8% di serenità), che i ragazzi associano alla crisi economica, sanitaria e sociale derivata dalla pandemia. L’80,8% degli intervistati si dichiara preoccupato per il futuro del mondo (il 42,6% è molto preoccupato), il 66,4% è preoccupato per il proprio futuro (22% molto preoccupato) e il 54,2% è preoccupato per il futuro della famiglia (15,6% molto preoccupato). Emergono come impattanti a livello personale i problemi economici e di lavoro (25,6%), seguiti, al secondo, posto, dalla salute (15,8%) e, al terzo posto, dalle ricadute psicologiche del Covid-19 (ansia, depressione e solitudine: preoccupazione per il 10,6% degli intervistati). 

I problemi più sentiti sono la crisi economico-finanziaria internazionale (per il 77,1), il cambiamento dell’economia mondiale (peggiorati secondo il 72,8%), la debolezza o l’assenza di relazioni e la solitudine (70,5%), la salute (61,6%) e l’ambiente (55,7%).