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Patto per le imprese responsabili in favore della maternità

Questa mattina a Roma è stato sottoscritto il “Patto per le imprese responsabili in favore della maternità”, lanciato dal ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, nel corso di un evento dal titolo “La maternità (non) è un’impresa”.

“Siamo qui per proporre un’alleanza perché l’Italia, l’Europa hanno un problema: che consistenza avranno le prossime generazioni rispetto allo spopolamento”, ha detto la ministra Eugenia Roccella, alla presentazione del codice di autodisciplina di imprese a favore della maternità dal titolo “La maternità (non) è un’impresa”.

Per Roccella “abbiamo tanti fronti che si aprono e da coprire, questo governo per la prima volta ha messo al centro il tema della natalità, lo ha messo al centro del dibattito pubblico, affrontandolo in maniera trasversale e più ampia, siamo all’anno zero”. La ministra precisa: “Non siamo dirigisti, non crediamo ai piani quinquennali, crediamo nella sussidiarietà e vogliamo creare un ambiente amichevole per le donne e la maternità nel mondo del lavoro. Per questo dobbiamo valorizzare il lavoro di cura”.

L’accordo siglato questa mattina con diverse realtà aziendali, come Enel, contiene “tre punti fondamentali: un accompagnamento al rientro al lavoro dopo la maternità, l’aspetto sanitario come lo screening sulla fertilità e poi il più importante cioè la flessibilità con una valutazione degli obiettivi e non solo della presenza sul lavoro”.

Dopo i saluti del presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti e l’intervento di Roccella, ha parlato la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone. Intervenuti anche Luca Pesenti, professore associato di Sociologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Sabrina Prati, direttore centrale dell’Istat, Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, e Laura Menicucci, capo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Ha moderato Giancarlo Loquenzi, giornalista di Rai Radio Uno.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato un videomessaggio in cui ribadisce che la famiglia e la natalità sono al centro dell’azione di governo: “Futuro e investimento sono le parole chiave di questo patto”. ha detto. “Senza figli avremo un’Italia più povera, sarà a rischio la sostenibilità del nostro welfare e verrà meno quella staffetta generazionale sulla quale si fonda la capacità di portare nel futuro la nostra identità di popolo”, precisa la premier.

“Per decenni c’è stata molta disattenzione nei confronti della famiglia e, mentre altrove si correva ai ripari, da noi parlare di sostegno alla natalità sembrava quasi essere un tabù. Ecco, noi abbiamo infranto quel tabù, abbiamo messo la famiglia e la natalità al centro della agenda di Governo. Lo abbiamo fatto nonostante le poche risorse che avevamo a disposizione: con questa legge di bilancio, con quella precedente abbiamo messo in campo un pacchetto di provvedimenti che vale complessivamente oltre due miliardi e mezzo di euro. Chiaramente non è sufficiente, lo sappiamo bene, però la direzione tracciata, è chiara e disegna una visione”.

Meloni ha detto che si tratta di una sfida per la libertà. “È una sfida per il futuro dell’Italia, è una sfida per la libertà, in particolare delle donne. Perché purtroppo, sono ancora troppe le donne costrette a dimettersi dal lavoro dopo essere diventate mamme; sono ancora troppe le mamme lavoratrici che vedono il proprio percorso di carriera ostacolato da un sistema che non riconosce il valore di quello che fanno; sono ancora troppe le donne che rinunciano a mettere al mondo un bambino perché vivono questa scelta come una scelta alternativa alla realizzazione professionale. E noi non possiamo permettere tutto questo”.

“La denatalità e la mancanza di libertà sono in fondo due facce della decrescita – ha concluso Meloni.

foto crediti donnamoderna

Culle vuote in Italia

“Attraversiamo un periodo di povertà generativa e di inverno demografico, che occorre contrastare in ogni modo”. Le parole di Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, che ha favorito l’organizzazione degli Stati Generali della Natalità proprio con l’obiettivo di spingere tutti all’azione.

“La nascita di un figlio è un atto di amore e di bellezza, un modo per dire che vale talmente la pena di esserci, che questa vita è talmente bella, che occorre condividerla”, dice cojn grande emozione.

”Ma da soli mamme e papà non possono farcela. Hanno bisogno di aiuti economici e di politiche ad hoc. Ecco perché è così importante il sostegno del mondo istituzionale, chiamato a raccolta durante l’evento di Roma. Durante le varie giornate sono intervenuti politici e amministratori pubblici e la sensazione è stata che davvero siano pronti a scendere in campo per una rinascita.

Istat avverte: “Previsto nuovo calo demografico,-11,5 mln in 50 anni”

L’Istat lancia un allarme sul futuro demografico del Paese, secondo aggiornamenti del 2021, affermando che si assiste ad una forte decrescita della popolazione.

E pertanto, secondo una stima diffusa, i dati sarebbero questi: si passerebbe nel corso degli anni dai 59,2 milioni al 1 gennaio 2021 a 57,9 mln nel 2030, a 54,2 mln nel 2050 fino ad arrivare a 47,7 mln nel 2070.

Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa 3 a 2 nel 2021 a circa 1 a 1 nel 2050. Entro 10 anni in 4 Comuni su 5 è atteso un calo della popolazione, in 9 su 10 nel caso di zone rurali. Meno coppie ma anche meno figli: entro il 2041 solo 1 famiglia su 4 sarà composta da una coppia con figli.

foto crediti lamiacittanews

Crollo nascite per il Covid: 12.500 bimbi in meno nel 2021

Nei primi nove mesi dell’anno 2021, sono stati 12.500 i nati in meno rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è l’Istat.

Cresce in maniera esponenziale in Italia il fenomeno delle culle vuote.

La pandemia, con le incertezze per salute, lavoro e finanze hanno fatto venire la paura di fare figli e investire nel futuro. Come anche sposarsi e mettere su famiglia.

A gennaio 2021, ad esempio, si è verificato il maggior calo di nascite di sempre: -13,6%. Secondo il presidente dell’Istituto Gian Carlo Blangiardo, entro fine anno gli abitanti del Paese scenderanno sotto i 59 milioni e «a metà del secolo in corso i morti saranno più del doppio dei nati».