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Premier: “Stiamo trattando con l’Ue” sulla soglia per il pos

Giorgia Meloni questa mattina ha riferito che oltre alla soglia dei 60 euro per il pos si sta pensando anche a come non far pagare le commissioni bancarie agli esercenti.

“E’ un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione europea”. “Se non ci sono i margini” di trattativa, ha osservato Meloni, “ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”.

“La manovra non ha mai una approvazione facile: stiamo facendo tutti il nostro lavoro, però penso che abbiamo fatto del nostro meglio, nelle condizioni e nei tempi che avevamo, per dare al parlamento la possibilità di avere i tempi di valutarla. Ricordo che il governo che non nasceva nei mesi di ottobre ma a febbraio presentò la manovra il 20 novembre. Noi siamo stati molto disponibili anche a valutare nel merito le singole proposte che arrivavano. E se ne arrivano di buone nessun problema ad approfondirle. Se invece l’approccio è pregiudiziale il governo deve fare il governo e l’opposizione l’opposizione”, ha aggiunto ancora la premier Giorgia Meloni.

“Non c’è da stupirsi se c’è incertezza, anche gli uffici sono in affanno. In questo momento il governo sta valutando tutte le ipotesi possibili, immagino che il ministro sarà molto chiaro e puntuale rispetto a questo tema”, ha detto la sottosegretaria all’Economia, Sandra Savino, rispondendo in commissione Bilancio alle richieste di chiarimento delle opposizioni sulle indiscrezioni secondo cui il governo potrebbe eliminare dalla manovra la norma su pos.

foto crediti edge9

Caro tazzina di caffè

Il prezzo medio del caffè nazionale è oggi di circa 1,10 euro contro 1,038 euro del 2021 (+5,92%) – afferma Assoutenti.

La palma del caro-caffè spetta al Trentino Alto Adige, con i bar di Trento che vendono l’espresso consumato al banco in media a 1,25 euro, 1,24 euro a Bolzano. Anche a Cuneo il caffè costa 1,24 euro.

Mentre in ben 3 province dell’Emilia Romagna (Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia) l’espresso abbatte la soglia psicologica di 1,20 euro, così come in Veneto (Rovigo e Venezia), mentre a Padova e Vicenza il prezzo medio è di 1,19 euro.

Il caffè più economico d’Italia – avverte Assoutenti – è quello servito dai bar di Messina (0,89 euro), seguita da Napoli, città dove l’espresso è una tradizione storica (0,90 euro) e da due province calabresi (Reggio Calabria e Catanzaro, 0,92 euro).

Acquisti, meno prodotto nelle confezioni ma allo stesso prezzo

L’Antitrust ha acceso un faro sulla “Shrinkflation”, particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sempre invariati.

L’Autorità ha spiegato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò in audizione alla Commissione d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, “sta monitorando il fenomeno al fine di verificare se possa avere rilevanza ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo, con particolare riferimento alla disciplina in materia di pratiche commerciali scorrette”.

“L’Autorità è ben al corrente del fenomeno” ed oltre alla crescente attenzione dedicata dalla stampa – che ha lanciato più volte l’allarme sul “restringimento” delle confezioni di prodotti soprattutto alimentari e per l’igiene della casa – precisa di aver ricevuto la segnalazione di un’associazione di consumatori su tale condotta. Il responsabile dell’Antitrust sottolinea che “ciò che rileva non è la riduzione in sé della quantità di prodotto contenuta nella confezione, quanto la trasparenza di tale modifica nei confronti del consumatore. In questo senso – conclude – condotte quali la diminuzione della quantità di prodotto a parità di dimensioni della confezione, in assenza di un’adeguata avvertenza sull’etichetta frontale, potrebbero essere ritenuti meritevoli di approfondimento”.

ph crediti borsaitaliana.it

Moda e pandemia Covid, calo delle vendite

Secondo una recente analisi di mercato, condotta da McKinsey, rilanciata da Business of fashion, il secondo anno di Covid-19, fa registrare un forte calo delle vendite in ambito degli acquisti moda.

Una significativa ripresa, secondo gli analisti, potrebbe avverarsi non prima dell’anno 2022. Come accaduto ad esempio, nel secolo scorso dopo la Prima guerra mondiale.

Il quadro generale, che tuttavia può variare da paese a paese, causa dei ripetuti lockdown e delle prossime chiusure previste per le festività pasquali.

Germania e Francia hanno registrato certamente performance migliori di noi, in calo un 16-18% rispetto al 2019, mentre le vendite di moda in Spagna, Italia e alcuni paesi dell’Ue orientale registrano contrazioni devastanti anche del 30%. Negli Stati Uniti, le vendite di moda sono crollate del 23% anno su anno. La Cina, al contrario, è stata rapida a riprendere slancio, tornando a una traiettoria di crescita nell’agosto 2020 rispetto ai livelli del 2019, con risultati annuali in calo solo del 7% su base annua. Ma una performance di mercato particolarmente forte nei mesi estivi sia in Europa che negli Usa è stata una prima indicazione della capacità di ripresa della moda, offrendo un barlume di speranza.