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Premier Draghi: “Italia richiesta come garante sia da Ucraina che da Russia”

“Non ci sentivamo con il presidente Putin dall’inizio della guerra. Gli ho detto che volevo parlare di pace e a questo Putin ha acconsentito. Ho chiesto se era previsto un cessate il fuoco: le condizioni non sono mature, però è stato aperto il corridoio umanitario di Mariupol che vedete oggi sui giornali”. Così il premier Mario Draghi, nell’incontro con la stampa estera. “E’ seguita, da parte di Putin, una lunga descrizione della situazione geostrategica dell’Ucraina e quali sono le sue condizioni di un accordo”, ha riportato ancora Draghi sottolineando anche che: “Uno dei punti che ha trattato è che a suo dire ci sono dei piccoli passi avanti nei negoziati e in effetti le posizioni delle due parti si sono un po’ avvicinate. Sono cauto, c’è ancora molto scetticismo”. Così il premier Mario Draghi.

“La disponibilità di Zelensky è sempre stata totale verso una pace – ha ribadito il premier Mario Draghi alla stampa estera – Il problema è vedere se ci sono le condizioni per cui anche la Russia lo sia, finora i fatti dicono che non c’ò stato questo desiderio. Finora solo la resistenza ucraina ha rallentato l’invasione e questo forse porta oggi all’inizio di un processo di pace”.

A Putin, nella telefonata di ieri, “ho espresso la mia convinzione che per risolvere i nodi cruciali fosse necessario un suo incontro con il presidente Zelensky, che lo stesso Zelensky sta chiedendo dall’inizio della guerra – ha detto ancora il premier -Mi ha detto che i tempi non sono maturi e che è necessario che i negoziati vadano avanti”. “Sono molto cauto nell’interpretare questi segni. Credo di aver notato un cambiamento nel tono ma non potrei dire se è vero, perché in una telefonata di 40 minuti non è facile capire il carattere”, ha affermato Draghi. “Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce” nella guerra in Ucraina “ma restiamo con i piedi a terra” attenendoci “ai fatti”.

L’Italia è garante della pace come chiesto da Kiev?

“Il contenuto esatto di queste garanzie è presto per definirlo, dipenderà dal risultato dei negoziati. Credo sarà” un ruolo di garanzia affinché “le clausole negoziate siano attuate”. L'”aspetto positivo è che l’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina che dalla Russia”, ha sottolineato.

Sul ruolo della Cina nel processo di pace in Ucraina “ho aspettative positive perché è impossibile non averne. Potrebbe diventare protagonista di prima grandezza nell’avvicinare le due parti, poi bisogna vedere se queste aspettative sono confermate dal comportamento e dalle indicazioni del presidente Xi Jinping”. Così il premier Mario Draghi, nell’incontro con la stampa estera. “Lo spazio per un ruolo cinese esiste, ed è molto significativo, verrà toccato nel vertice” tra Ue e Cina in programma domani.

E in merito alla spesa italiana per la difesa?

Il premier dice “Il vincolo del 2024” per le spese militari assunto in ambito Nato “è stato preso più come un’indicazione, molti Paesi ue lo hanno disatteso. Anche la Germania è attorno all’1,6%, l’Italia all’1,4%, la Spagna appena al di sotto dell’Italia. E’ un obiettivo a cui bisogna tendere con continuità e realismo. Non c’è nessuna sorpresa in questo obiettivo di tendenza”, ha detto il premier, nell’incontro con la stampa estera.

Pagamento forniture russe Gas

Quanto alla fornitura di gas, “vi riferisco le parole del presidente Putin: i contratti esistenti rimangono in vigore”. “La spiegazione di come si fa a mantenere il pagamento in euro o in dollari e soddisfare allo stesso tempo l’indicazione russa per il pagamento in rubli, è stata una spiegazione molto lunga. Quello che ho capito è che la conversione dal pagamento in euro o in dollari ai rubli è un fatto interno alla Federazione russa”, ha detto ancora il premier alla stampa estera.

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Draghi a Napoli, patto per città: ‘C’è una questione meridionale, bisogna colmare i divari’

Il premier Mario Draghi è stato a Napoli. Siglato un accordo con il sindaco della città partenopea Gaetano Manfredi, un ‘Patto per Napoli’. Un accordo tra il Governo e Comune grazie al quale, in base a quanto stabilito nell’ultima Finanziaria per aiutare i Comuni capoluogo delle Città metropolitane in gravi difficoltà economiche e finanziarie, lo Stato verserà nelle casse comunali circa 1 miliardo e 300 milioni di euro spalmati in 20 anni.

“L’obiettivo del piano è quello di poter colmare i divari territoriali, ormai insopportabili.

Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio”. Lo ha detto il premier Mario Draghi questa mattina durante la presentazione del patto per Napoli. “Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale’, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese”, ha aggiunto.

“I finanziamenti pubblici sono una condizione necessaria, non sufficiente, per il rilancio del Sud. Il PNRR richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa. Il piano va completato entro il 2026. Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri, a molti, fondi europei”, ha spiegato Draghi.

“I Comuni sono al centro della prospettiva di sviluppo che abbiamo per l’Italia, il Governo vuole metterli in condizione di poter programmare con maggiore serenità la crescita delle loro comunità. Il Patto per Napoli coincide con il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno”. Ha sottolineato il premier M. Draghi.

“Adesso tocca a noi dimostrare che siamo all’altezza della sfida, come istituzione e come cittadini con la consapevolezza di non essere più soli e con la certezza di riprenderci il posto che meritiamo”. Ha fatto eco il sindaco del capoluogo campano Gaetano Manfredi, in presenza del primo ministro del governo italiano.

“Sono molto felice di essere con voi, in un luogo così simbolico per la città. In questa sala magnifica – dove un tempo sedevano i re angioini e oggi si riunisce il consiglio comunale – è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno. Una storia che ha portato Napoli a essere nei secoli un punto di riferimento, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo”, “La nostra sfida è permettere a Napoli – e con Napoli, a tutto il Mezzogiorno – di mantenere la centralità che merita”. Ha concluso il premier Mario Draghi durante la presentazione del patto per Napoli. “L’occasione della mia visita è la firma del Patto per Napoli. Voglio ringraziare il sottosegretario Garofoli, il sindaco Manfredi, e tutti coloro che hanno lavorato attivamente a questo accordo. Con il Patto destiniamo al Comune di Napoli un miliardo e 231 milioni di euro in vent’anni. Contribuiamo in modo significativo al risanamento dei conti del Comune e, come spiegato dal Sottosegretario Garofoli, leghiamo i pagamenti al conseguimento di alcuni obiettivi”, ha aggiunto.

“La firma del Patto per Napoli, alla presenza del premier Draghi e del sindaco Manfredi, è un segnale importante di attenzione per la città”. E’ quanto affermano, in una nota, i segretari generali di Cgil Cisl Uil Napoli, Nicola Ricci, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati. “Evitare il dissesto, la svalorizzazione del patrimonio immobiliare e la privatizzazione delle municipalizzate, garantire le condizioni per poter programmare sono, da oggi – secondo Cgil Cisl Uil – obiettivi raggiungibili. Le risorse messe in campo dovranno avere obiettivi precisi e priorità: favorire l’occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro, non solo nel settore pubblico, garantire le condizioni di sicurezza sul lavoro, costruire un grande piano che possa rilanciare le periferie, salvaguardando le condizioni di vita dei cittadini, combattere le illegalità, facendo un investimento sociale nel welfare, prevedere un importante investimento sui trasporti per migliorare la qualità della vita in città e favorire il turismo”. “Apprezziamo il dialogo avviato dal sindaco Manfredi con il sindacato sui temi che riguardano lo sviluppo della città, la difesa della realtá manifatturiera, a partire dalla buona conclusione della vicenda Whirlpool – concludono Ricci, Tipaldi e Sgambati – non ci sottrarremo al confronto e siamo pronti ad entrare nel merito delle singole questioni inerenti al Patto per monitorarne il percorso”.

Il premier incontrerà i profughi ucraini accolti in queste settimane dai volontari della Fondazione di Comunità San Gennaro, presso la Basilica Santa Maria della Sanità. Presenti il vescovo ausiliare di Napoli, il console ucraino Kavalenko Maksym e padre Antonio Loffredo. A seguire è prevista la visita delle catacombe di ‘San Gaudioso’ gestite dalla Cooperativa sociale La Paranza.

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Draghi: ‘Servono più donne nelle scienze, 1 miliardo per arrivare a 35%’

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione della visita che si è tenuta presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso, ha dichiarato: “Voglio ringraziarvi moltissimo per la calorosa accoglienza.

È stata per me una grande emozione visitare i laboratori sotterranei e osservare da vicino gli esperimenti che vi rendono un punto di riferimento per la comunità scientifica mondiale”.

E continuando… rivolgendosi ai ricercatori ha poi anche aggiunto: “siete una delle grandi eccellenze del Paese. L’Italia è orgogliosa di voi”. “Quest’anno ricorre il 35esimo anniversario dall’inizio delle attività dei Laboratori del Gran Sasso – prova della lungimiranza degli investimenti in centri di ricerca e infrastrutture scientifiche. La loro realizzazione, su iniziativa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – ha aggiunto il premier – ha permesso all’Italia di affermarsi nella fisica delle particelle elementari negli anni in cui emergeva questo campo. Da allora, il Gran Sasso ha contribuito – e continua a contribuire – a molte delle scoperte più rilevanti della nostra epoca nei campi della fisica subnucleare, nucleare e astroparticellare. È un luogo capace di attrarre menti brillanti dall’estero e di valorizzare i nostri talenti”.

“Realizzare il pieno potenziale della ricerca vuol dire puntare su chi è stato spesso ai margini di questo mondo: le donne. Per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi in visita ai laboratori Infn del Gran Sasso sottolineando che “sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici e “solo una su 5 sceglie le cosiddette materie Stem”. Si investirà “oltre 1 miliardo” per potenziarne l’insegnamento”, anche per “superare gli stereotipi di genere” e portare la percentuale “al 35%”.

“La ricerca deve essere al centro della crescita dell’Italia”. Con il Pnrr “investiamo oltre 30 miliardi in istruzione e ricerca”. Ha concluso il premier Mario Draghi. Nel suo incontro di oggi al Sasso.

25 Aprile – Festa della Liberazione. le parole del premier e del Presidente Sergio Mattarella

Oggi 25 aprile, 76esimo anniversario della Festa della Liberazione c’è stato l’omaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’altare della Patria.

Il capo dello Stato ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite ignoto e successivamente è avvenuto come di consueto, il sorvolo delle Frecce tricolori.

Alla cerimonia hanno partecipato le più alte cariche istituzionali – tutte con la mascherina e distanziate – dalla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, al presidente della Camera, Roberto Fico fino al premier Mario Draghi. Presenti anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli.

“Sono passati settantasei anni da quando – il 25 aprile del 1945 – la voce di Sandro Pertini lanciava, dai microfoni Radio Milano Liberata, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e del Corpo Volontari della Libertà, il proclama di insurrezione nazionale contro le truppe nazifasciste. Una data simbolica della guerra di Liberazione, scelta dalla Repubblica Italiana per ricordare la conclusione del sanguinoso conflitto, la fine della brutale e spietata occupazione nazista, il crollo definitivo del fascismo”, ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell’umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948″. “Il 25 aprile rappresenta uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale”, ha aggiunto poi Mattarella. “L’Italia – affrancatasi, con il sangue di migliaia di martiri, da vent’anni di dittatura e di oscurantismo – tornò a sedersi nel novero delle nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo la guerra sanguinaria in cui era precipitata con il fascismo”. La Resistenza fu un “laboratorio dove si sperimentò l’incontro e la collaborazione tra le grandi forze popolari, tra le diverse posizioni e culture politiche. La Resistenza come grande serbatoio di istanze morali”. Valori che è “tanto più necessario” ricordare oggi, “in un tempo nel quale l’orizzonte appare oscurato dall’angoscia, il futuro nascosto dall’incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pandemia. Io credo che questa traccia sia ancora ben presente e chiara”.

“La crudeltà praticata dai nazifascisti anche contro anziani, donne e bambini inermi non fiaccò l’aspirazione alla libertà, ma, anzi, rafforzò il coraggio e la determinazione di chi decise di opporsi. Rinascita, unità, coesione, i sentimenti che hanno consentito al Paese di archiviare con la Liberazione una pagina nefasta della sua storia. Una memoria consapevole che guarda al futuro”, ha detto ancora il presidente della Repubblica.

“In un momento in cui anche i musei riaprono mi auguro che molti giovani abbiano l’opportunità di visitare queste stanze e conoscere le storie dei combattenti per la libertà e capire fino in fondo il senso del loro sacrificio e comprendere che senza il loro coraggio non avremmo la libertà e i diritti di cui godiamo. Libertà e diritti che non sono conquistati per sempre e non sono barattabili con nulla, sono più fragili di quanto si pensi“, ha detto invece il premier nella sua visita al Museo della Liberazione. “Il dovere della memoria riguarda tutti. Nessuno escluso. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondono la Repubblica e la nostra Costituzione. E a troppi revisionismi riduttivi e fuorvianti”. “Il linguaggio d’odio, che sfocia spesso nel razzismo e nell’antisemitismo, contiene sempre i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato. È una mala pianta che genera consenso per chi calpesta libertà e diritti – quasi fosse un vendicatore di torti subiti – ma diffonde soprattutto il veleno dell’indifferenza e dell’apatia”.  “La senatrice Segre ha voluto che la scritta “Indifferenza” fosse messa all’ingresso del memoriale della Shoah di Milano per ricordarci che, insieme ai partigiani e combattenti per la libertà, vi furono molti che si voltarono dall’altra parte in cui – come dice lei – è più facile far finta di niente. Nell’onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordarci che non fummo tutti, noi italiani, “brava gente”. Dobbiamo ricordare che non scegliere è immorale per usare le parole di Artom. Significa far morire, un’altra volta, chi mostrò coraggio davanti agli occupanti”, ha detto ancora il premier.

Photo credits Ministero dell’Interno