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Istat: un giovane su 10 lascia prima gli studi superiori

Un giovane su dieci di età compresa tra i 18 e i 24 anni in Italia abbandona precocemente gli studi superiori. È quanto emergerebbe nel dossier condotto dall’Istat “Noi Italia 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” che diffonde dati relativi fino allo scorso anno.

Più bassa la media italiana rispetto a quella Ue (4,9%). La spesa pubblica per istruzione in Italia è del 4,1% nel 2021. Nel 2022, la quota di adulti tra i 25 e i 64 anni con, al più, la licenza media, è stimata al 37,4%. La quota è maggiore invece nella componente maschile (40,1%), rispetto a quella femminile (34,8%). Nel 2022, la percentuale di giovani d’età compresa tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è stata dell’11,5%. Nel Mezzogiorno, l’incidenza raggiunge il 15,1%. E sempre lo scorso anno, i Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0% della popolazione d’età tra i 15 e i 29 anni. Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord.

Nel 2022 forte squilibrio di genere anche per il lavoro – In Italia, nel 2022, il tasso di occupazione nella fascia d’età tra i 20 – 64 anni sale al 64,8% (+2,1 punti percentuali, rispetto al 2021), superando il livello del 2019 (63,5%). Si conferma un forte squilibrio di genere: 19,8 punti percentuali a sfavore delle donne (55,0% a fronte del 74,7% dei coetanei uomini). E’ quanto emerge dalla pubblicazione ‘Noi Italia’ dell’Istat. Sempre lo scorso anno, è cresciuto anche il tasso di occupazione nella fascia d’età tra i 55 e i 64 anni (+1,6 punti, rispetto al 2021), attestatosi al 55,0%. La crescita dell’occupazione ha riguardato anche i lavoratori dipendenti a termine: la loro incidenza sale al 16,8% (+0,4 punti, rispetto al 2021), con una quota più alta nel Mezzogiorno (22,9%). Contemporaneamente, si registra una lieve riduzione degli occupati part-time, la cui incidenza scende complessivamente al 18,2%, ma con forti differenze fra maschi (8,3%) e femmine (31,8%).

Bullismo: ne è vittima un adolescente su cinque

Solo considerando gli ultimi mesi dello scorso anno scolastico, 1 alunno su 5 racconta di essere stati vittima di prevaricazione in cui si concretizza il fenomeno del bullismo.

A segnalarlo l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo”, condotto da Skuola.net in collaborazione con Citroën Italia, intervistando 3.000 ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 19 anni nell’ambito del progetto “RispettAMI”.

In quasi la metà dei casi il bullismo è “sistematico”

L’obiettivo della ricerca è quello di tracciare un bilancio del fenomeno al termine del primo anno di ritorno sistematico alla presenza in classe, essendo proprio la scuola l’ambiente dove è più frequente che abbiano origine il bullismo e il cyberbullismo. Purtroppo, anche solo considerando un periodo relativamente breve come l’ultimo trimestre di lezioni, il 13% degli adolescenti intervistati ha “denunciato” di essere stato vittima di episodi occasionali, mentre per il 7% si è trattato di vessazioni sistematiche.

La Sapienza è la prima università italiana al mondo: ecco la classifica

La classifica Arwu considera le migliori 1000 università mondiali sulle 2500 censite e queste, circa 18.000 stimate a livello globale.

Ebbene si scopre con grandissimo vanto e soddisfazione che la prima università italiana al mondo è La Sapienza di Roma. Collocandosi come unica italiana nel range 101-150. Migliorando la sua posizione a livello globale rispetto agli anni precedenti, avanzando così di una fascia nella classifica.

Tuttavia nessun ateneo italiano si colloca tra i primi 100 della classifica.

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Vaiolo scimmie, dal Portogallo arriva la prima sequenza del genoma

Arriva dal Portogallo la prima sequenza del vaiolo delle scimmie: resa nota online, è stata ottenuta grazie a un gruppo di ricerca scientifica della Bioinformatics Unit, Department of Infectious Diseases, National Institute of Health Doutor Ricardo Jorge (INSA), a Lisbona.

Il virus che sta preoccupando e si sta allargando tra diversi paesi del mondo, sembra molto simile a quello che si era presentato nel 2018/19 in Gran Bretagna, Singapore e Israele, per citarne alcuni.

Nel 2018, ci sono stati tre casi nel Regno Unito dopo che una persona tornata dalla Nigeria aveva infettato altri due membri della sua famiglia.

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