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Bce lascia i tassi di interesse fermi al 4,50%

La Bce ha deciso di lasciare i tassi d’interesse in vigore, invariati. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. È la seconda pausa consecutiva nel ciclo di rialzi cominciato a partire da luglio 2022.

La Banca centrale europea ha confermato i livelli di tutti i tassi ufficiali per l’area euro. La decisione è giunta nella giornata di ieri al termine del Consiglio direttivo ed è in linea con le attese di mercati e analisti.

Mutui, rialzi della Bce +65% per rate variabili

Previsto un aumento del 50-60% per i mutui a tasso variabile, mentre i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% a oltre il 5%. È quanto emerge dal “Dossier mutui e credito al consumo – L’aumento dei tassi d’interesse decisi dalla Bce e gli effetti su prestiti alle famiglie” di Fabi. Un rapporto che mostra gli effetti della decisione della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando quello base al 3,75%.

“Un altro pesantissimo macigno sull’economia italiana” Per fare un esempio ora un’ automobile da 25.000 euro a rate, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021, mentre per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni la rata mensile sarà di 1.218 euro. In un momento in cui le famiglie italiane indebitate sono 6,8 milioni (di cui 3,5 per l’acquisto di una casa) questo ulteriore aumento rischia di essere una vera e propria mazzata, come afferma il segretario di generale di Fabi, Lando Maria Sileoni.

E continuando precisa anche che “I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione”.

Bce, Lagarde: “Probabile rialzo dei tassi di 50 punti a marzo. Banche intervengano sui mutui”

Secondo il Codacons “Un mutuo a tasso variabile oggi costa fino a +3.624 euro all’anno rispetto al 2021, mentre chi accende oggi un finanziamento a tasso fisso si ritrova a spendere fino a +3.144 euro annui rispetto a due anni fa”. Tale conclusione è arrivata a seguito di alcune simulazioni mettendo a confronto le offerte presenti sul mercato per tipologie di mutuo più richieste in Italia, allo scopo di capire come le decisioni della Bce sui tassi di interesse abbiano fino ad oggi influito sulle tasche delle famiglie italiane.

Ma non è tutto… la Bce aumenterà i tassi di interesse di 50 punti base nella riunione del 16 marzo. Lo affermato la presidente dell’Eurotower Christine Lagarde in un’intervista rilasciata al gruppo editoriale spagnolo Vocento ieri. “Era una decisione che avevamo indicato nell’ultimo incontro – spiega – e tutti i numeri visti nei giorni scorsi stanno confermando che questo aumento è molto, molto probabile”. Per il futuro la numero uno di Francoforte non si sbilancia: “Dipendiamo dai dati”.

Affermando anche che le banche europee potrebbero varare misure per alleviare il rialzo dei tassi sui mutui evitando così problemi ai debitori e pertanto spiegando: “Sono sicura che molte banche sono pronte a rinegoziare. E’ nel loro interesse, non vogliono crediti non pagati nei loro bilanci”.

Bankitalia, banche piĆ¹ stringenti su mutui e prestiti

Secondo un’indagine condotta da Bankitalia sul credito bancario, gli istituti italiani hanno stretto, a fine anno, i criteri di concessione dei prestiti, diminuendone anche il valore e aumentandone, conseguentemente, anche i tassi.

E quanto emergerebbe dall’indagine condotta. Facendo emergere anche condizioni più rigide per imprese, spiega l’indagine, “riconducibili a una maggiore percezione del rischio e una minore tolleranza verso di esso”. I criteri infine di offerta dei prestiti alle famiglie, sono lievemente più stringenti anche per i mutui, che vedono tassi rincarati.

Mutui, tassi verso il 5%

Meno credito e con costi sempre più sostenuti. Nei primi sette mesi dell’anno 2022, i finanziamenti delle banche a famiglie e imprese sono cresciuti ma con un ritmo inferiore: 0,4% contro la media del periodo dell’1,2% registrata negli ultimi 5 anni.

Un rallentamento ancora più evidente se si pensa ai mutui ipotecari, che dal 2018 hanno avuto una crescita pari al 4,6% di media ma nel corso del 2022 la fiducia è calata di parecchio.

I tassi infatti, avevano superato il 4% con il costo del denaro dell’1,25%, con l’ulteriore rialzo al 2% applicato dalla Bce.

Ma non è escluso che la soglia sfori anche il 5%. È quanto viene detto da un’analisi condotta dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), che evidenzia come il clima di sfiducia impatti a livello sociale e finanziario su famiglie e imprese.

foto crediti pmi.it

Mutui troppo cari, l’Ue avvia procedura di infrazione contro l’Italia

La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro il nostro Paese perché, non applicherebbe la direttiva Ue sul credito ipotecario.

L’obiettivo, ricorda Bruxelles, è quello di aumentare la protezione dei consumatori e promuovere la concorrenza, tra l’altro, aprendo i mercati nazionali agli intermediari.

“Una maggiore concorrenza dovrebbe andare a vantaggio dei consumatori, consentendo una scelta più ampia e a costi inferiori”, precisa ancora Bruxelles.