Archives

Bce lascia i tassi di interesse fermi al 4,50%

La Bce ha deciso di lasciare i tassi d’interesse in vigore, invariati. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. È la seconda pausa consecutiva nel ciclo di rialzi cominciato a partire da luglio 2022.

La Banca centrale europea ha confermato i livelli di tutti i tassi ufficiali per l’area euro. La decisione è giunta nella giornata di ieri al termine del Consiglio direttivo ed è in linea con le attese di mercati e analisti.

Tassi sui nuovi mutui ancora in forte rialzo, al 4,24%

Continuano a salire i tassi sui nuovi mutui bancari. A maggio, secondo il rapporto mensile Abi – e quindi prima dell’ultimo aumento Bce -, “il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,24% (2,05% a giugno 2022, con un incremento di 219 punti base, era il 5,72% a fine 2007)”. Nello stesso mese, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 4,90% (1,44% a giugno 2022, con un incremento di 346 punti base, era il 5,48% a fine 2007).

Nel preambolo del rapporto mensile dell’Abi si legge che “i più recenti dati, relativi agli andamenti sia dell’economia dell’area euro sia di quella italiana, indicano che gli effetti della politica monetaria restrittiva avviata dalla Bce un anno fa si stanno manifestando”. L’Associazione bancaria cita la recessione nell’area euro e la riduzione della produzione industriale in Italia.

E che il tasso praticato sui nuovi depositi a maggio 2023 è in aumento al 3,21% dallo 0,29% di giugno 2022 (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce), con un incremento di 292 punti base.

Casa, si stima un calo del 10% di compravendite

Alla fine di quest’anno è previsto un calo del mercato immobiliare del 10,7%, rispetto all’anno precedente.

Il primo bimestre è già in discesa, a livello nazionale, del 2,7%.

Lo apprende l’ANSA dal Consiglio nazionale dei notai. Malgrado il calo generale degli acquisti di case, ci sono comunque dei valori positivi “a Torino (+3,26%), Bologna (+2,88%), Bari (+1,14%) e Palermo (+2,11%)”, male, invece, su Milano (-3,74%), Verona (-1,45%), Roma (-2,09%), Firenze (-5,28%) e Napoli (-14,9%).

I primi due mesi dell’anno, inoltre, hanno visto un crollo dei mutui per l’acquisto della casa: la percentuale di diminuzione è stata del 23,56%, rispetto allo stesso periodo del 2022. A gennaio, spiegano glie sperti del settore, “la diminuzione dei prestiti bancari è stata pari al 15,8% per accentuarsi a febbraio, con un decremento del 29,3%.

foto crediti emiliapost

Mutui, rialzi della Bce +65% per rate variabili

Previsto un aumento del 50-60% per i mutui a tasso variabile, mentre i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% a oltre il 5%. È quanto emerge dal “Dossier mutui e credito al consumo – L’aumento dei tassi d’interesse decisi dalla Bce e gli effetti su prestiti alle famiglie” di Fabi. Un rapporto che mostra gli effetti della decisione della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando quello base al 3,75%.

“Un altro pesantissimo macigno sull’economia italiana” Per fare un esempio ora un’ automobile da 25.000 euro a rate, potrebbe costare, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 12,7%, oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021, mentre per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni la rata mensile sarà di 1.218 euro. In un momento in cui le famiglie italiane indebitate sono 6,8 milioni (di cui 3,5 per l’acquisto di una casa) questo ulteriore aumento rischia di essere una vera e propria mazzata, come afferma il segretario di generale di Fabi, Lando Maria Sileoni.

E continuando precisa anche che “I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione”.

Mutui, tassi verso il 5%

Meno credito e con costi sempre più sostenuti. Nei primi sette mesi dell’anno 2022, i finanziamenti delle banche a famiglie e imprese sono cresciuti ma con un ritmo inferiore: 0,4% contro la media del periodo dell’1,2% registrata negli ultimi 5 anni.

Un rallentamento ancora più evidente se si pensa ai mutui ipotecari, che dal 2018 hanno avuto una crescita pari al 4,6% di media ma nel corso del 2022 la fiducia è calata di parecchio.

I tassi infatti, avevano superato il 4% con il costo del denaro dell’1,25%, con l’ulteriore rialzo al 2% applicato dalla Bce.

Ma non è escluso che la soglia sfori anche il 5%. È quanto viene detto da un’analisi condotta dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), che evidenzia come il clima di sfiducia impatti a livello sociale e finanziario su famiglie e imprese.

foto crediti pmi.it