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Integratori alimentari non a norma, scatta sequestro per 3,7 milioni di compresse

Una nuova operazione della Guardia di finanza di Prato è scattata a seguito di controlli effettuati a tutela della salute pubblica e dei consumatori.

Dopo i 2.200.000 integratori alimentari, pari a 520 chili, sequestrati qualche settimana fa, è scattato un nuovo sequestro, presso una ditta di importazione con sede a Roma, di 3,7 milioni di compresse di integratori alimentari, pari a 1.300 chili, arrivati dalla Cina e ritenuti non a norma perchè, spiegano le Fiamme gialle in una nota, “privi delle indicazioni e delle precauzioni d’uso in lingua italiana oltre che alle relative indicazioni sul produttore e/o importatore, il Paese di origine, la presenza di materiali e/o sostanze che possono arrecare danno all’uomo”.

Nuova operazione della Guardia di finanza di Prato a seguito di controlli a tutela della salute pubblica e dei consumatori.

Dopo i 2.200.000 integratori alimentari, pari a 520 chili, sequestrati qualche settimana fa, è scattato un nuovo sequestro, presso una ditta di importazione con sede a Roma, di 3,7 milioni di compresse di integratori alimentari, pari a 1.300 chili, arrivati dalla Cina e ritenuti non a norma perchè, spiegano le Fiamme gialle in una nota, “privi delle indicazioni e delle precauzioni d’uso in lingua italiana oltre alle indicazioni sul produttore e/o importatore, il Paese di origine, la presenza di materiali e/o sostanze che possono arrecare danno all’uomo”.

Non è dato sapere, per il momento, che tipo di integratori alimentari siano stati sequestrati.

Prato: “Pazienti curati a casa. Farmaci noti riducono del 10% i ricoveri da Covid-19”

E’ arrivato ad una fase avanzata a Prato un progetto condotto dall’Asl Toscana Centro per sperimentare due tipi di farmaci – già in uso per altre patologie – nel trattamento a domicilio di pazienti con Covid-19 che presentavano sintomi lievi.

“Il gruppo di ricerca è composto da professionisti della sanità territoriale e dell’ospedale Santo Stefano”, spiega la Asl. Questa ricerca sta proprio progettando due farmaci, di cui al momento non viene reso noto il nome dalle autorità sanitarie, in uso da moltissimi anni che potrebbero, combinati insieme, aiutare questo fronte della cura anti Covid-19. Il progetto terapeutico però, solo dopo la dovuta validazione da parte del Comitato Etico potrà avere la sua sperimentazione clinica. Se questo trattamento verrà approvato, si evidenzia dalla Asl, recherà vantaggi importanti potendo essere applicato anche a domicilio sia dai medici di medicina generale che dalle Usca.

“Siamo consapevoli che continueremo ad avere nuovi pazienti positivi sul territorio – spiega il dottor Giancarlo Landini, direttore del Dipartimento delle Specialistiche Mediche della stessa Asl -, quindi disporre di una terapia antinfiammatoria conosciuta e sicura, che blocchi la malattia verso stadi più avanzati, sarebbe l’ideale. La nostra Asl ha la capacità e i numeri per mettere in campo una simile iniziativa. Inoltre si rafforza la collaborazione ospedale-territorio che è la sfida del prossimo futuro per superare l’emergenza sanitaria”. Per il dottor Fabrizio Cantini, direttore di Reumatologia dell’ospedale di Prato, “lo scopo è di cercare di impedire che la malattia evolva verso la forma più severa. Se la sperimentazione darà i frutti sperati, quali la riduzione di almeno del 10% dei casi con progressione verso la forma severa di malattia e di conseguenza la riduzione del numero dei ricoveri, ne deriveranno ovvi vantaggi per pazienti e strutture sanitarie”. 

Photo credits Il Meridio.it