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La Lombardia: attiva piano anti Popillia Japonica a Milano, che infetta le piante

La Regione Lombardia ha attivato nella zona di San Siro a Milano il piano anti Popillia Japonica, il nuovo coleottero parassita originario del Giappone che infesta le piante e che in Lombardia – ma anche in Piemonte – è ormai presente in tutte le province tranne che a Brescia, Mantova e Sondrio.

L’insetto è già presente da fine maggio a ottobre con un picco intorno a metà luglio, nutrendosi di foglie, fiori e frutti di piante ornamentali, piante spontanee e colture sia arboree che erbacee.

Le specie vegetali più a rischio sono il mais, la soia, la vite, il melo e il pesco mentre non è pericoloso per l’uomo e gli animali.

Le misure fitosanitarie di sorveglianza e gli interventi di controllo hanno lo scopo di rallentare la diffusione del parassita la cui area di presenza si estende ogni anno di un raggio di circa 10 chilometri.

La Regione, ha siglato un protocollo d’intesa con Comune, società Snaitech gestore dell’ippodromo e San Siro Stadium, gestore dello stadio Meazza e ha lo scopo di indicare le misure da attuare per ridurre il rischio che l’insetto si diffonda al di fuori dell’area infestata. Infatti durante il periodo estivo può introdursi per esempio nei veicoli lasciati aperti.

Per sensibilizzare i cittadini della zona, nel quartiere è stata posizionata un’apposita cartellonistica.

Ghiacciaio del Calderone, tracce vegetali e insetti

Terminata la campagna di perforazione del Calderone sul Gran Sasso, ultimo esempio del glacialismo della catena appenninica, gli scienziati hanno per la prima volta trovato un campione di ghiaccio profondo dal glacio-nevato, che comprendeva tracce vegetali e di insetti.

“Sotto una coltre di detriti – dice Jacopo Gabrieli, ricercatore Cnr-Isp e coordinatore sul campo della missione – abbiamo via via incontrato un ghiaccio sempre più ‘pulito’ ma diverso da quello dei ghiacciai alpini a causa delle particolari condizioni termiche dei diversi strati. Attraverso mirati studi di laboratorio, cercheremo di definirne le caratteristiche e di acquisire le informazioni chimiche e isotopiche conservate, se disponibili. Nella parte mediana del profilo abbiamo verificato la presenza di residui vegetali e di insetti, la cui datazione potrà aiutare a comprendere quando si è accumulato il ghiaccio circostante”.

La missione, nell’ambito del progetto internazionale Ice Memory, è stata organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), l’Università degli Studi di Padova e le società Georicerche srl e Engeoneering srls.

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