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Sospeso presidente di Agenas, lasciò una garza in un paziente

La presidenza del Consiglio dei Ministri ha accolto la richiesta, presentata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, di sospendere  dall’incarico Enrico Coscioni, il presidente di Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario che svolge attività di ricerca e di supporto nei confronti del ministro della Salute, delle Regioni e delle Province.

L’annuncio arriva dai parlamentari di Fratelli d’Italia, il senatore Antonio Iannone e il deputato Imma Vietri, che, nelle scorse settimane, avevano presentato un’interrogazione parlamentare al ministro, per chiedere se vi fossero i presupposti per sospendere e o rimuovere dal l’incarico che ricopre presso l’Agenas Enrico Coscioni, primario dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, al quale è stata applicata, su disposizione della Procura di Salerno, la misura cautelare interdittiva del divieto di esercizio della professione medica per un anno, a seguito del decesso di un paziente al quale era stata lasciata una garza all’interno del suo corpo durante un intervento chiurgico, e poi sarebbe deceduto.

Schillaci ora ha inviato la richiesta di sospensione alla Conferenza Permanente Stato-Regioni e la questione sarà all’ordine del giorno il prossimo 2 maggio.

ph crediti dal web

Agenas, classifica italiana dei migliori ospedali

E’ quanto emerge dalla classifica stilata dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) su mandato del ministero della Salute i due migliori ospedali italiani sono l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche (Ancona). Le due strutture (la prima privata, la seconda pubblica) hanno riportato una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno 6 aree cliniche su un totale di 8 (cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologia, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza e parto).

Al primo posto come livello di qualità per l’area cardiovascolare c’è l’Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, mentre in quella della chirurgia oncologica le quattro strutture con livello di qualità più alta sono l’Ospedale di Mestre, l’Azienda ospedale università di Padova, lo stabilimento Umberto I G.M. Lancisi (Ancona) e il Policlinico universitario Gemelli (Roma). La Regione che presenta invece la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto elevato per l’area gravidanza e parto è l’Emilia Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%).

L’area cardiovascolare, che viene valutata attraverso sei indicatori e applicando una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni, nel caso in cui la soglia non venga raggiunta, l’indicatore è valutato di qualità molto bassa, indipendentemente dall’esito. Su un totale di 562 strutture valutate in quest’area, sono solo 55 quelle con tutti e sei gli indicatori calcolabili. E tra queste, emerge quella di Careggi, unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto e altre 17 alto.

Nell’area della chirurgia oncologica, invece, il Pne ha analizzato tre indicatori ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per il tumore del polmone e di almeno 45 per il colon. Sono 116 le strutture che risultano con tutti e tre gli indicatori, ma le 4 con livello molto alto sono: Ospedale di Mestre, Azienda ospedale Università di Padova, Stabilimento Umberto I – G.M. Lancisi di Ancona, Policlinico Universitario Gemelli di Roma. Sono invece 28 le strutture valutate con un livello di qualità elevato.

Nel 2022 circa un terzo delle strutture è stato valutato soltanto per una o due aree cliniche. Tra le 331 strutture italiane valutate invece per almeno sei aree cliniche, evidenzia il Programma nazionale esiti (Pne) dell’Agenzia, solo l’Humanitas di Rozzano ha ottenuto una valutazione di qualità alta o molto alta per tutte le aree cliniche considerate, cioè sette su otto, tra i privati. L’azienda marchigiana ha invece ottenuto un giudizio migliore tra le strutture pubbliche, con qualità alta o molto alta in sei aree.

Nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere tuttavia, sottolinea il rapporto, convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso.

L’Agenas aveva realizzato per il 2022 la sua classifica per gli ospedali lombardi, sempre basata su indicatori di qualità, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni. La classifica tiene conto di diversi aspetti, dal numero di ricoveri alle complicanze post-operatorie, dalle infezioni nosocomiali ai tempi di attesa e alla soddisfazione dei pazienti. Secondo i dati dell’Agenas, gli ospedali lombardi hanno registrato un miglioramento generale rispetto al 2019, ma con alcune differenze tra le province e le tipologie di strutture. Tra gli ospedali pubblici, i migliori risultati sono stati ottenuti da quelli di Bergamo, Brescia e Milano, mentre tra quelli privati si sono distinti quelli di Monza, Varese e Como.

Agenas, terapie intensive sono al 24%. Solo 3 oltre soglia del 30%

Dati molto rassicuranti sul fronte del Covid19.

Continua a calare, a livello nazionale, il numero delle terapie intensive occupate dai con questa patologia, attestandosi così al 24%, ben 6 punti sotto la soglia critica del 30% .

Tornano quindi al valore di metà febbraio, ovvero prima dell’effetto della terza ondata della pandemia.

Solo 3 regioni sulle altere, superano la soglia oltre la quale diventa difficile la presa in carico di malati non Covid: e parliamo di Lombardia, Toscana e Puglia.

Lo mostrano i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas), relativi alla giornata del 9 maggio. Due settimane fa le terapie intensive Covid erano al 30% e 7 le regioni che erano oltre questo valore.