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Sla, forse la causa รจ carenza di un enzima

La carenza di un enzima, la ciclofillina A, sarebbe la causa dello sviluppo della Sla, malattia neurodegenerativa progressiva che porta alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere quelli legati alla respirazione.

Su questa indicazione è chiaro un recente studio scientifico condotto dai ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano Irccs e della Citta’ della salute di Torino, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica, molto importante, Brain.

A breve, potrebbe arrivare dunque anche una nuova terapia, efficace per curare oltre 200mila malati nel mondo.

Covid, in arrivo una nuova arma per bloccare infezione e varianti

Una nuova strada è stata trovata per poter ostacolare l’ingresso nelle cellule del virus SarsCoV2 e delle sue varianti. Ed è tutta italiana.

Diversa dai vaccini e dagli anticorpi monoclonali, è una tecnica di precisione messa a punto dalla collaborazione nata tra l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Scuola Superiore Sant’Anna e Università di Milano, e pubblicata sulla rivista scientifica Pharmacological Research.

I tre gruppi di ricerca, guidati rispettivamente da Paolo Ciana (università di Milano), Vincenzo Lionetti (Scuola Superiore Sant’Anna) e Angelo Reggiani (Iit), hanno deciso di spostare l’attenzione dalle caratteristiche del virus a quelle della cellula umana bersaglio del virus. Per questo la tecnica non guarda alla proteina Spike, che il SarsCoV2 usa come un grimaldello molecolare per entrare nella cellula, ma alla principale porta d’ingresso che il SarsCoV2 utilizza per entrare nelle cellule, ossia il recettore Ace2. Prendendo di mira la porta d’ingresso anziché il virus diventa infatti automatico riuscire a bloccare tutte le possibili varianti.

“Il nostro approccio porta una novità significativa al paradigma terapeutico”, scrivono i ricercatori nell’articolo. “Protegge infatti la cellula bersaglio del virus invece di concentrarsi sul virus e questo – osservano – è particolarmente interessante alla luce del numero crescente di mutazioni del virus che potrebbero sfuggire alle attuale strategie di immunizzazione”.

photo crediti lametino.it

Diabete: da oggi, disponibile somministrazione automatica di insulina

Doctor testing a patients glucose level after pricking his finger to draw a drop of blood and then using a digital glycometer

“Nonostante i progressi nelle terapie, con insuline sempre più performanti, e dispositivi con tecnologie avanzate, solo il 30 per cento delle persone con diabete di tipo 1 ha valori di emoglobina glicata inferiori al 7 per cento secondo i dati degli Annali 2020 e tra quelli che non raggiungono il target desiderato, ben il 35 per cento è francamente scompensato, con valori di emoglobina glicata superiori a 8 per cento”,dice Paola Ponzani, Dirigente Medico Responsabile della SSD Diabetologia e Malattie Metaboliche ASL 4 Chiavarese (GE).

Da oggi, è disponibile anche in Italia, per medici e persone con diabete di tipo 1, DBLG1 System, un nuovo sistema ibrido ad ansa chiusa per la somministrazione automatica di insulina (AID), che permette di agevolare significativamente la gestione del diabete migliorando i risultati clinici, grazie all’integrazione del microinfusore Accu-Chek Insight, del sistema di monitoraggio in continuo del glucosio Dexcom G6 e dall’algoritmo DBLG1 inserito in un dispositivo portatile.

“I sistemi ibridi ad ansa chiusa segnano un importante passo avanti nell’evoluzione verso il pancreas artificiale, permettendo l’erogazione automatica di insulina giorno e notte, in risposta ai valori glicemici riscontrati dal sensore, con la richiesta di intervento del paziente solo al momento del pasto, quando deve inserire la quantità di carboidrati assunti. Da un punto di vista clinico, questi sistemi, basati sull’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale, permettono di mantenere il paziente più a lungo all’interno del range glicemico considerato a target, ossia tra 70 e 180 mg/dl, di ridurre la variabilità glicemica e, soprattutto, le ipoglicemie. Per una persona con diabete questo vuol dire un miglioramento del proprio benessere e della qualità di vita, sia per il minor rischio di ipoglicemia sia per una riduzione del peso che comporta la gestione della propria malattia, ma nel lungo termine implica anche una riduzione del rischio di complicanze grazie al miglior compenso metabolico”spiega Ponzani.

“Grazie ai tre elementi che compongono DBLG1 System, l’insulina viene erogata automaticamente attraverso il microinfusore sulla base delle elaborazioni fatte in tempo reale dall’algoritmo che riceve le misurazioni glicemiche dal sensore e sulla base dei dati inseriti dal paziente. L’algoritmo DBLG1 calcola la quantità corretta di insulina da erogare, regola la velocità dell’insulina basale o somministra un bolo di correzione automatico quando necessario – spiega Serena Ferrari, Marketing Director Roche Diabetes Care Italy. DBLG1 System ha dimostrato di aumentare il tempo che una persona con diabete rimane nel range glicemico corretto, rispetto ad un sistema senza questo tipo di algoritmo, promettendo un significativo miglioramento della qualità di vita. Inoltre, l’algoritmo è dotato di un sistema di machine learning, ovvero che impara dagli eventi che ricorrono ad esempio in concomitanza dei pasti e dell’attività fisica e che gli permette di prevedere l’andamento glicemico suggerendo le dovute correzioni di insulina”.

Il sistema, oltre ad essere personalizzabile attraverso parametri individuati insieme al proprio medico, permette di trasmettere e memorizzare le misurazioni effettuate, sulla piattaforma web YourLoops, dove sia il medico sia il paziente possono visualizzare i dati, permettendo così un’ottimizzazione dei tempi di visita e la possibilità di gestione del paziente da remoto.

Gli studi clinici sul DBLG1 – continua Paola Ponzani – hanno mostrato risultati molto promettenti. In particolare, si è osservato un aumento del 10 per cento che equivale a circa 2 ore al giorno, del tempo trascorso dal paziente nel range target e una riduzione del 2 per cento del tempo trascorso in ipoglicemia, ossia 30 minuti in meno al giorno. Nella mia esperienza questi risultati confermano l’impatto positivo che questo sistema ha sulla qualità di vita dei miei pazienti”.

“DBLG1 System è il primo esempio ma non l’unico, della Vision di Roche Diabetes Care basata sull’implementazione dell’integrated Personalised Diabetes Management (iPDM), che permette di personalizzare la gestione del diabete sulle vere necessità dei pazienti, in modo da offrire loro un reale sollievo dalla malattia attraverso lo sviluppo di dispositivi, servizi e prodotti digitali messi in connessione tra loro – dichiara Rodrigo Diaz de Vivar Wacher, Amministratore Delegato Roche Diabetes Care Italy. L’approccio olistico dell’iPDM si basa su un ecosistema aperto che promuove la collaborazione con tutti gli stakeholder e che consente di unire le nostre soluzioni e le soluzioni dei nostri partner. In questo, DBGL1 System è il frutto della partnership tra diverse aziende ed è un chiaro segnale del nostro impegno a collaborare apertamente per poter perseguire questa Vision legata all’iPDM. Come Roche siamo, quindi, orgogliosi di poterci impegnare quotidianamente in progetti così ambiziosi come DBLG1 System che vogliono portare un reale sollievo a tutte le persone con diabete, ovunque esse siano”.