Con l’arrivo del 2024 si è detto addio al reddito di cittadinanza con l’introduzione dell’assegno di inclusione. Le domande per ottenere il beneficio si sono potute inviare in autonomia tramite il sito web www.inps.it già a partire dal 18 dicembre 2023, ma è possibile farlo anche attraverso i Caf da lunedì 8 gennaio. E la stessa Inps a comunicarlo spiegando anche anche “dal 26 gennaio farà i primi accrediti” relativi alle domande “presentate dal 18 dicembre al 7 gennaio e comunque entro il mese di gennaio 2024”. Ma a condizione che sia stato sottoscritto il Patto di Attivazione Digitale (Pad).
Per rendere più comprensibile l’accesso il Ministero del Lavoro ha pubblicato una guida per i beneficiari dell’assegni di inclusione, per il supporto anche con una campagna informativa. Con l’Adi, il decreto Lavoro mette in protezione i nuclei familiari che abbiano al loro interno almeno una persona minorenne, con più di 60 anni di età, con disabilità o seguita dai servizi socio sanitari perché in condizione di grave svantaggio.
Con il decreto Sostegni è stato rinnovato il reddito di emergenza per 3 mensilità, marzo, aprile e maggio 2021. Come nelle precedenti edizioni il sussidio richiede il rispetto di determinati requisiti patrimoniali, reddituali e di valore ISEE.
ll governo Draghi alza i limiti reddito per accedere al sussidio con l’obiettivo di triplicare la platea degli aventi diritto a oltre un milione di famiglie.
La richiesta va presentata all’Inps (anche attraverso i Caf) tra il 7 e il 30 aprile. Perché la domanda venga analizzata è fondamentale essere in possesso di una Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica fornita dall’Inpsa anche per il calcolo dell’Isee.
L’importo massimo dell’aiuto può arrivare a 2.400 euro con l’obiettivo di sostenere “i nuovi poveri” ai quali ha fatto riferimento il presidente del Consiglio Mario Draghi durante il suo primo discorso al Senato, quando ha ricordato che il 45% di chi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta proprio in questo momento storico.
L’Inps, in particolare, spiega che il beneficio sarà riconosciuto ai nuclei familiari che ne faranno domanda entro fine aprile e che saranno in possesso di tutti i requisiti previsti dalla norma.
Oltre ad avere una residenza in Italia, i richiedenti dovranno dimostrare di avere
un valore del patrimonio mobiliare familiare al 2020 non superiore ai 10mila euro, ma incrementabile di 5mila euro per ogni componente successivo al primo fino a un massimo di 20mila (massimale ulteriormente aumentato di 5mila euro in presenza di un componente del nucleo in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza);
un valore dell’Isee inferiore a 15mila euro;
un reddito familiare a febbraio 2021 inferiore al valore ottenuto dalla somma tra un dodicesimo del valore annuo del canone di affitto e la moltiplicazione della soglia base reddituale di 400 euro per i parametri della scala di equivalenza usata anche per il reddito di cittadinanza. In sostanza una famiglia di quattro persone con un affitto da 800 euro al mese avrebbe una soglia reddituale pari a 1.520 euro.
Dal reddito di emergenza resta escluso chi percepisce il reddito di cittadinanza e chi ha accesso alle indennità una tantum per lavoratori stagionali, precari e collaboratori dello sport; possono presentare domanda, invece, i lavoratori domestici che hanno percepito l’indennità da mille euro nel 2020.
Il reddito d’emergenza si rivolge anche a quanti hanno visto terminare le indennità Naspi (le cui richieste sono calate con il blocco dei licenziamenti) e Discoll (l’indennità per i collaboratori è invece in forte crescita) tra il 1° luglio 2020 e il 28 febbraio 2021 e sono ancora senza impiego
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