Saman, i giudici: “Non fu uccisa per il no alle nozze combinate”
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“Se vi è un dato che l’istruttoria e la dialettica processuale hanno consentito di chiarire è che Saman Abbas non è stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato/forzato”.

E’ quanto si legge nelle oltre 600 pagine delle motivazioni della sentenza della Corte di assise di Reggio Emilia sull’omicidio della 18enne pachistana, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara. La Corte a dicembre ha condannato all’ergastolo il padre e la madre e a 14 anni lo zio. Per i giudici, in particolare, i genitori Abbas Shabbar e Shaheen Nazia hanno “letteralmente accompagnato la figlia a morire e non si esclude che sia stata la madre l’esecutrice materiale”.

 La decisione di uccidere la ragazza sarebbe stata concordata dai genitori nel corso delle telefonate con lo zio Danish Hasnain: e lo dimostrerebbero anche le condotte dei due in occasione dell’uscita di casa con la figlia, documentate dalle telecamere la notte del 30 aprile 2021 (il corpo senza vita ritrovato a novembre 2022).

Il movente dell’omicidio, secondo i giudici, non sarebbe dunque legato al no al matrimonio ma alla scoperta, da parte dei genitori, che la relazione tra Saman e Saqib era ancora in corso e che la 18enne stesse progettando nuovamente di fuggire di casa. E questa cosa a loro non andava a genio. “Ciò che contava per la famiglia della giovane era dissuaderla dall’andare nuovamente via di casa, non con chi si sposasse”, hanno scritto i giudici. Per la Corte è la possibile fuga la chiave del movente, in quanto si sarebbe trattato di un comportamento ritenuto “grave per la loro cultura”. “Anzitutto il fatto che – lo si può affermare con sconfortante certezza – gli imputati Abbas Shabbar e Shaheen Nazia abbiano letteralmente accompagnato la figlia a morire. Può dirsi indiziariamente accertata la comune volontà degli imputati di commettere l’omicidio della loro stessa figlia, la presenza di entrambi sul luogo del delitto, e il comprovato apporto fornito alla realizzazione dell’evento”, si legge in fine nelle motiviazioni della sentenza.

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